Parliamo di Valentina Vezzali. Certo, in questo momento sarebbe doveroso parlarne solo ed esclusivamente per l'ennesimo alloro olimpico della sua impareggiabile carriera, il bronzo conquistato ieri nel fioretto individuale ai danni della coreana Nam. Sarà anche la medaglia meno nobile, come da sempre sostengono i cultori della vittoria ad ogni costo (quelli che "il secondo classificato è il primo degli sconfitti", quindi figuriamoci il terzo...), ma il modo in cui Vale se l'è messa al collo è stato autenticamente epico. Sotto per 12 a 8 a undici secondi dalla fine, undici secondi che le sono stati sufficienti per piazzare una rimonta sensazionale, quattro stoccate a segno per il pareggio e poi la vittoria nel supplementare. Anche a chi, come me, di scherma ne mastica il minimo indispensabile, è parso evidente che solo una fuoriclasse con tutti i crismi può essere in grado di realizzare una prodezza tecnica, morale e agonistica di tale spessore. Ma che la Vezzali sia una fuoriclasse non è revocabile in dubbio, nemmeno di fronte alla piccola amarezza per la finalissima mancata di un soffio.
PORTA A PORTA - Già, tutto vero, ma come detto in apertura non è di questo che volevo parlare, bensì dell'attacco populista e demagogico che, sui social network, Valentina sta subendo da mesi, attacco che si è intensificato, e non poteva essere altrimenti, in queste ore successive al suo bronzo. Il motivo? La sua performance, qualche anno fa, in una puntata di "Porta a porta": nel salotto televisivo di Bruno Vespa, la nostra già allora pluridecorata olimpionica si mise in evidenza per un atteggiamento un po' troppo deferente nei confronti di Silvio Berlusconi, allora Presidente del Consiglio in carica, e per una battuta infelice ("Presidente, io da lei mi farei veramente toccare": era chiaro il riferimento a una figura tecnica della scherma, visto che i due stavano pure inscenando in studio una specie di sfida fiorettistica, ma altrettanto chiaramente una battuta del genere si prestava a un doppio senso decisamente "pruriginoso").
Apriti cielo: i fustigatori morali in servizio permanente effettivo (ci son sempre stati, ma l'avvento del web e dei social network li ha moltiplicati) hanno cominciato a scagliare i loro strali verso l'atleta "lecchina", "serva del potere", "piegata ai voleri del Berlusca", e, ovviamente, "indegna di portare la bandiera italiana nella cerimonia di apertura di Londra 2012".
GLI ATLETI E LA POLITICA - Allora chiariamoci: verissimo, quel passaggio televisivo di Vale non fu propriamente riuscitissimo. Ma bastano pochi minuti sul piccolo schermo, in una situazione del tutto particolare, per bollare moralmente e umanamente una persona? E basta una gaffe (parliamoci chiaro, chi di noi non ne ha mai fatta una, in vita propria?) per squalificare una donna che, mi pare, qualcosa di concreto e di positivo ha costruito, durante i primi 38 anni della sua esistenza? Ma non è neanche questo il punto chiave, quanto il seguente: il comportamento della Vezzali in quella lontana circostanza fu, grosso modo, lo stesso che il 99 per cento degli atleti professionisti, da sempre e in ogni parte del mondo, tiene allorquando si trova a tu per tu con rappresentanti del potere e delle istituzioni: un atteggiamento, cioè, improntato alla deferenza e all'accondiscendenza. Perché gli atleti, dalla notte dei tempi (non dico che sia un bene, anzi, ma così è) si dichiarano "apolitici", interessati solo a perseguire il massimo nel loro campo; e, quando si trovano a confronto con esponenti del mondo politico, mostrano rispetto e si sentono onorati per l'incontro con essi, di qualunque tendenza siano questi personaggi politici.
Ma dico, ve li vedete Rossi e Tardelli che, nel 1982, prendono da parte Pertini e gli dicono: "Sì, presidente, va bene, grazie del sostegno, ma ora ci dica: perché i suoi colleghi nel 1978 non si impegnarono a fondo per salvare la vita ad Aldo Moro"? Può sembrare un esempio forte e forzato, e probabilmente lo è, ma era per far capire che uno sportivo, un campione, anche per ragioni di opportunità (sue e del movimento sportivo a cui appartiene) mai nulla farebbe per mettersi contro il potere costituito, o anche solo per urtarne la sensibilità.
ORGOGLIO D'ITALIA - E comunque, anche se Vale si fosse comportata così per una propria propensione politica (leggasi: simpatie destrorse e berlusconiane), non credo vada crocifissa per questo, se siamo ancora un Paese che rispetta le idee di tutti, anche quelle che più lontane appaiono dal nostro modo di essere e di sentire. La verità è che, nel clima avvelenato creatosi da qualche anno in Italia, si tende a leggere ogni evento, anche l'episodio più insignificante, con "occhiali politici", distorcendo realtà che invece dovrebbero solo essere sdrammatizzate e vissute con disincanto e con un sorriso sulle labbra. Per non parlare dell'intolleranza sociale creata da vent'anni di dicotomia politica destra / sinistra, di berlusconismo e antiberlusconismo, con la nazione quasi spaccata in due e piazzata su barricate ideologiche oltranziste e integraliste da ambo le parti, ma questo è un discorso che ci porterebbe davvero troppo lontano.
Ecco perché, dunque, io sto con Valentina Vezzali. Marchiata a fuoco per un episodio trascurabile e comunque non certo emblematico della vita e della carriera di una persona che, ci vogliono le fette di prosciutto sugli occhi per negarlo, ha dato tantissimo allo sport azzurro e all'immagine della nazione Italia tout court nel mondo intero. Una delle più grandi figure di sportivo/a che mai abbiano visto la luce nel nostro Paese. Una donna esile eppure energica, il cui volto trasmette solo calore e positività. Teniamocela stretta, perché è un esemplare raro, altroché.
interessante punto di vista, che tra l'altro avevi già anticipato in altre sedi.. in linea di massima sono d'accordo con te: tutti, ma proprio tutti, a meno che non siano di chiara appartenenza politica diversa (ma sappiamo benissimo che in certi ambiti è quasi un tabù esporsi) si prostrano o sono quantomeno accondiscendenti di fronte agli uomini di potere. E poi, anche avesse palesato evidenti simpatie per l'allora premier , si rientrerebbe nel campo delle opinioni e delle credenze personali, in ogni caso da rispettare. Auspicare un insuccesso o soffermarsi solo su di esso è scorretto, specie al cospetto di una campionessa assoluta come la Vezzali! Poi anche per lei vale quanto detto per la Pellegrini.. non è giusto che non si possano concedere qualche defaillance, ammesso che una medaglia di bronzo si possa considerare figlia di una mancanza. Da loro ci si aspetta che vincano sempre, che battano ogni record ad ogni gara, ma chiaramente non è possibile, come non sarà possibile probabilmente per l'extraterrestre Bolt battere il proprio record mondiale ad ogni competizione.. poi magari ci riesce ma il concetto è che umano non vincere sempre!
RispondiEliminaUltimo appunto riguarda il potere sconfinato, mediatico, che tutto prende, riguardante ogni qualsiasi apparizione televisiva generalista.. e cosa più di Porta e Porta rappresenta questo? Ricordiamo forse di più Montano per la sua storiella con la Arcuri che non per il suo talento, e lo stesso dicasi per Magnini. Non è giusto, così come le apparizioni della Granbassi da Santoro o a Ballando con le stelle ebbero grande risonanza, forse più delle gare e delle vittorie, limitate al periodo delle grandi competizioni. alle prossime
Le ultime due cose che dici sono secondo me strettamente collegate: il fatto che personaggi come Montano, Magnini o la stessa Pellegrini siano più famosi per le loro performance, diciamo, "mondane" (la sensazione è che accada anche per Federica, che pure vanta un palmarès da fuoriclasse, e dovrebbe bastare quello a mantenerla sulla cresta dell'onda), le fa entrare nell'occhio del ciclone quando le cose non vanno bene. La Pellegrini ha fallito questa Olimpiade, e ora tutti a dire: "Eh, se pensasse meno al sesso, allo spettacolo e ai servizi fotografici!". Demagogia insopportabile, eppure oggi su FB l'ho letto un milione di volte.
RispondiEliminaE' proprio vero: più sei brava/o, e in subordine bella e fotogenica, e più la gente non ti perdona i (pochi) insuccessi. Non so se la ragazza abbia troppe distrazioni e se queste abbiano influito: secondo me no, ma posso sbagliarmi, mentre mi pare palese che sia stata completamente sbagliata la preparazione olimpica di tutta la Nazionale di nuoto (se lo dicono gli stessi atleti un fondo di verità ci sarà...).