Da stropicciarsi gli occhi. Non è ancora giunto il momento di celebrare la rinascita della Nazionale italiana: la strada è lunga e occorre pazienza, lo ha sottolineato a più riprese lo stesso cittì Mancini. Però due indizi possono cominciare a fare qualcosa che si avvicina a una prova: se già nell'amichevole genovese con l'Ucraina si erano visti quarantacinque minuti di buone trame, aggressività e ripetuti pericoli per la porta avversaria, in un test più difficile e probante, quello di Nations League in casa della Polonia, ultimativo scontro salvezza, abbiamo assistito a una crescita ulteriore e persino insperata, nelle proporzioni.
I BIDONI SONO ALTRI... - Piccolo promemoria: quella attuale, secondo molti esperti e appassionati (non secondo me, e il blog lo testimonia) è una generazione azzurra di scarti, scarponi, mezze calzette. Ebbene, non penso che calciatori di modeste qualità siano in grado di giocare gare come quella di Chorzow. Le squadre mediocri possono cavarsela, spesso ma non sempre, gettando il cuore oltre l'ostacolo, puntando su "garra" e applicazione ferrea delle consegne tattiche. Ma ieri sera in Slesia è accaduto qualcosa di diverso: ha preso forma un undici capace di far gioco, e di farlo bene. Da stropicciarsi gli occhi, sì: idee chiare e abilità nel metterle in pratica, precisione quasi assoluta nel tocco di palla e nei passaggi (cosa che in azzurro non si vedeva da anni, davvero), manovre in velocità condotte con disinvoltura e fluidità, un controllo del match pressoché costante, contro una Polonia che aveva le nostre stesse necessità di classifica, che giocava in casa e che è comunque una formazione già fatta e finita al contrario della nostra, e tuttavia si è vista costretta a difendersi a oltranza affidandosi a sporadici contropiede, nati spesso dai rari errori del nostro pacchetto di mezzo.
CRESCITA ESPONENZIALE - Una squadra di calcio. Con una manovra razionale, lineare ma al contempo bella a vedersi. Sinceramente, alla luce del dignitosissimo materiale umano a disposizione, auspicavo sì un sensibile progresso a breve termine, ma non mi aspettavo di vedere così presto, in questa difficilissima gestione manciniana, espressioni di gioco a tal punto elevate. Poi possiamo dire tutto e il contrario di tutto per sminuire la prova dei nostri, come è tipico degli incontentabili tifosi e critici di casa nostra: potremmo ad esempio parlare della selezione biancorossa in parabola discendente già dal grigio Mondiale russo, e quindi non propriamente una potenza di primo piano del football europeo. Sarà, ma è la stessa rappresentativa che, senza strafare, ci aveva agevolmente bloccati a Bologna, sfiorando il trionfo. E allora, prendiamo almeno atto del fatto che la crescita è in corso, che i bagliori del Ferraris non erano fatti isolati e legati alla mancanza di una tangibile posta in palio. E aggiungiamo che per catalogare i Florenzi e i Verratti, i Chiesa e i Bernardeschi come mediocri, forse bisognerebbe attendere qualche prova ulteriore e sospendere il giudizio.
RISOLTO IL REBUS DEL CENTROCAMPO? - Poteva finire zero a zero, certo: sarebbero rimaste l'amarezza per una vittoria sacrosanta mancata per questione di centimetri, ma anche la soddisfazione di aver finalmente cominciato a intravedere la luce in fondo al tunnel. Una cosa per volta: il rebus del centrocampo, per esempio, pare esser stato risolto, anche se il pallone può smentire domani quello che dice oggi. Il ritorno di Verratti e l'innesto di Barella hanno rivitalizzato anche Jorginho. Ciò vuol dire che il talento, soprattutto nel settore nevralgico, è importantissimo, ma non è tutto: perché ad esempio i Pellegrini e i Cristante visti a inizio stagione sono fior di virgulti su cui si potrà continuare a contare, ma la "chimica", l'alchimia giusta è sbocciata fra i tre che hanno occupato la fascia mediana nelle ultime due uscite. Sono tre ragazzi che posseggono personalità e che, ognuno in percentuali diverse, sanno abbinare qualità e quantità, sanno giocare di fino (e a Chorzow l'hanno fatto ripetutamente) ma anche mulinare la clava, e a tal proposito ha compiuto grossi passi avanti rispetto a Genova soprattutto il giovane cagliaritano, a tratti persino troppo deciso in interdizione.
FLORENZI TORNA UNA SICUREZZA, BIRAGHI SI RISCATTA - Nelle retrovie, Bonucci e Chiellini hanno chiuso a doppia mandata la porta davanti a un Donnarumma sempre convincente nelle poche occasioni in cui è dovuto intervenire (due volte su Grosicki, sostanzialmente). Le due "chiocce" tengono caldo il posto per Rugani, Caldara e Romagnoli, che avranno modo di inserirsi con serenità in una compagine non più provvisoria ma già delineata in buona parte, e quindi ben sicura sulle proprie gambe. Sulle fasce, Florenzi è tornato una risorsa fondamentale per il Club Italia, davvero inesauribile nelle due fasi e puntuale negli inserimenti offensivi; meno continuo e preciso Biraghi, il cui gol finale in spaccata su corner "monda" comunque tutti i peccati. Già, il gol: se dovessimo giudicare solo sulla scorta delle ultime partite, sembra rimasto l'unico problema grave della selezione azzurra. In realtà altri aspetti sono da mettere a punto, ed è giusto essere preparati fin da ora ai probabili sbalzi di rendimento che potranno caratterizzare, com'è normale che sia, la maturazione di un gruppo giovane e non molto esperto a livello internazionale. Ma è un dato di fatto che, se non la metti dentro, in certe competizioni non si va lontano. Abbiamo dovuto aspettare il raro acuto di un terzino nei minuti di recupero per incamerare un successo che, ai punti, avevamo strameritato molto prima.
LE OCCASIONI CI SONO, I GOL ARRIVERANNO - Ribadisco tuttavia quanto avevo scritto dopo l'Ucraina: creare occasioni, concludere a rete con frequenza, essere presenti nell'area avversaria in maniera sempre e comunque insidiosa, è un'eccellente base di partenza per costruire qualcosa di importante. E in Polonia l'Italia ha tirato pericolosamente con una frequenza che, al cospetto di avversari di una certa statura, non faceva registrare probabilmente dall'Europeo del 2016, dalle splendide sfide con Belgio e Spagna: nel primo tempo, ci hanno provato due volte ciascuno Jorginho e Insigne (con un legno a testa), e Szczesny, che già aveva sventato uno splendido diagonale del nostro italo-brasiliano, ha tolto dalla porta un'inzuccata di Chiellini e un destro di Florenzi, giunto al culmine di uno dei tanti scambi in velocità condotti dai nostri fra trequarti e sedici metri.
Nella ripresa, un tiro alto di Biraghi su traversone da destra e due tentativi di Bernardeschi, con un bel sinistro da fuori e, prima, con un colpo di testa da posizione favorevolissima su cross di Chiesa, mandato sciaguratamente a lato. Non vincere una gara così, con una tale messe di palle - gol, sarebbe stato da guinness dei primati... È bene che anche chi arriva da dietro sia incisivo sotto porta, come ha saputo fare il laterale della Fiorentina, ma gli attaccanti devono finalizzare. Il trio davanti ha confermato quanto di buono e di meno buono mostrato a Marassi: ottimo tourbillon, prontezza nel proporsi, caparbietà, ma manca ancora il killer instinct. Con un Vieri o un Pippo Inzaghi al centro, la vittoria avrebbe potuto assumere proporzioni clamorose. Vieri e Inzaghi non li abbiamo più, ma forse potrebbe bastare un Belotti nuovamente al top, o magari un Cutrone che, parere mio, è già da Nazionale maggiore...
Nella ripresa, un tiro alto di Biraghi su traversone da destra e due tentativi di Bernardeschi, con un bel sinistro da fuori e, prima, con un colpo di testa da posizione favorevolissima su cross di Chiesa, mandato sciaguratamente a lato. Non vincere una gara così, con una tale messe di palle - gol, sarebbe stato da guinness dei primati... È bene che anche chi arriva da dietro sia incisivo sotto porta, come ha saputo fare il laterale della Fiorentina, ma gli attaccanti devono finalizzare. Il trio davanti ha confermato quanto di buono e di meno buono mostrato a Marassi: ottimo tourbillon, prontezza nel proporsi, caparbietà, ma manca ancora il killer instinct. Con un Vieri o un Pippo Inzaghi al centro, la vittoria avrebbe potuto assumere proporzioni clamorose. Vieri e Inzaghi non li abbiamo più, ma forse potrebbe bastare un Belotti nuovamente al top, o magari un Cutrone che, parere mio, è già da Nazionale maggiore...