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giovedì 27 luglio 2017

BILANCIO DEL WIND SUMMER FESTIVAL 2017: FORMULA SEMPRE PIU' DISCUTIBILE PER UNA RASSEGNA IN CERCA DI IDENTITA'



Ormai il Summer Festival (quest'anno targato Wind e Radio 105) ci ha abituati ai verdetti più o meno spiazzanti. Alvaro Soler a parte, nell'albo d'oro figurano due medaglie d'oro come "Liar liar" di Cris Cab (trionfatore nel 2014) e "This girl" di Kungs (premiato l'anno passato), non propriamente due stratosferici successi estivi passati alla storia. Sorprende relativamente, dunque, la fresca affermazione di Fabri Fibra in collaborazione con TheGiornalisti (feat., come si dice oggi...), che anzi è più comprensibile rispetto a quelle citate. "Pamplona" è un brano che sta avendo buonissimi riscontri commerciali, e comunque la classifica dell'evento romano è stata stilata tramite le rilevazioni EarOne, ossia l'ente che, fra le altre cose, certifica quali sono i brani più trasmessi dalle radio. Ma è proprio questo il punto: c'era bisogno di una rassegna canora televisiva per attribuire un premio che riguarda l'heavy rotation radiofonica dei pezzi in concorso? 
GARA ANNACQUATA - Visto da questa angolazione, il Summer Festival sta facendo lo stesso, non entusiasmante percorso all'indietro del Festivalbar targato Fininvest - Mediaset, e lo sta facendo in tempi drasticamente più brevi rispetto all'illustre predecessore. Come la kermesse creata da Vittorio Salvetti negli ultimi anni di vita aveva lasciato da parte gettonature nei juke box (per ovvi motivi di... obsolescenza dell'attrezzo) e cartoline voto, affidando alle valutazioni dell'organizzazione la designazione dei vincitori nelle varie categorie, così il Summer ha visto in questo 2017 una gara assai annacquata, priva di pathos, di votazioni in diretta e di classifiche provvisorie (si parla della categoria "Big"), coi vincitori assoluti, oltretutto, non presenti all'atto della premiazione. In parole povere, zero suspense e zero sacralità nel momento della proclamazione dei campioni, che doveva essere il fatto clou di tutte le quattro serate.  
Peccato. Peccato davvero, perché l'estate della musica in tv ha comunque bisogno di eventi come questo. Ed è francamente assurdo che questo "passo del gambero" sia stato compiuto proprio nell'anno in cui, dando uno sguardo a certe tendenze dei social network, è emersa più nettamente la nostalgia del Festivalbar che fu. 
FESTIVAL SHOW, TEMIBILE CONCORRENTE - Insomma, tutte le negatività già sottolineate sul blog negli anni scorsi (aggiungiamoci anche la drammatica assenza della diretta, visto che l'evento è stato registrato a fine giugno: cosa difficile da accettare nel 2017) sono rimaste, e in più se ne sono aggiunte di nuove. Giova qui ricordare che il Summer Festival ha un competitor di tutto rispetto, il Festival Show, che oltretutto proprio al Festivalbar somiglia spiccatamente nella struttura, snodandosi in tour per tutta l'estate (otto tappe previste quest'anno) e concludendosi all'Arena di Verona. Sul piano... catodico, quest'ultima manifestazione è seguita da Real Time del gruppo Discovery, ed anch'essa viene purtroppo trasmessa in differita. Ne riparleremo, se ci sarà tempo. 
CHI E' EMERSO AL SUMMER - In un quadro del genere, discutere della legittimità del successo di Fabri Fibra con Thegiornalisti non ha molto senso, ma proviamo a farlo. Nulla da dire, lo ripetiamo, sull'aspetto "tecnico" del verdetto, sancito da EarOne che è società serissima. Ma va ribadito che da una rassegna come il Summer Festival, che ha ormai acquisito una propria credibilità e solidità, mi aspetterei una gara più "indipendente", che sondasse i gusti del pubblico in tema di hit estive svincolandosi da classifiche esterne, come quelle di vendita o degli airplay. Un po' di coraggio in più, insomma. Perché ad esempio, assistendo alle quattro serate su Canale 5, più dei vincitori si sono messi in evidenza altri artisti e altre canzoni. 
Nella mia personalissima playlist dell'estate 2017, un posto di primo piano avranno sicuramente "Partiti adesso" di Giusy Ferreri, la martellante "Caduto dalle stelle" del redivivo Mario Venuti, che ha ritrovato l'ispirazione di una quindicina di anni fa, "Mi hai fatto fare tardi" di una Nina Zilli nuovamente convincente, l'allegrotta "L'esercito del selfie" di Takagi e Ketra con Arisa e Lorenzo Fragola, cadenzato pezzo dalle atmosfere vintage, "Riccione" dei Thegiornalisti, in un mix fra sonorità eighties e nineties, l'immancabile coppia J-Ax e Fedez con "Senza pagare" (pur meno efficace di "Vorrei ma non posto"), "Tutto per una ragione", pop contemporaneo  a cura dell'eccellente abbinata Benji & Fede - Annalisa, e ovviamente "Tra le granite e le granate" di Gabbani, che ha il dono di non fallire mai l'obiettivo dell'orecchiabilità senza mai scadere nel banale. 
MENZIONI SPECIALI - Tutti pezzi coi crismi del tormentone, come, fra gli stranieri, Jax Jones e la sua "You don't know me". Certo meno estive, ma assolutamente meritevoli di menzione, l'intensa "La vita che ho deciso" di Paola Turci, "Ragazza paradiso" di Ermal Meta, "Mind if I stay" dei Kadebostany, il morbido pop rock "Be mine" degli Ofenbach,"La statua della mia libertà" di Samuel, "Dove tutto è a metà" dei Tiromancino, sempre fedelissimi al loro stile,  Arisa questa volta in versione romantica con "Ho perso il mio amore", "Io, te, Francesca e Davide" di Syria e Ambra, curioso repechage di un singolo anni Novanta dell'ex ragazza di "Non è la Rai", il brillante ritorno di Alexia che in "Beata gioventù" mostra di non aver perso la sua freschezza.  
IL RITORNO DI MAIELLO - Sul piano quantitativo, di presenza nel cast, si è un po' attenuata l'ondata rap, anche se alla fine in entrambe le categorie han trionfato proprio due brani ascrivibili a questo genere: detto di "Pamplona", nella gara dei giovani, svoltasi invece con le medesime modalità del passato, hanno avuto la meglio I Desideri con "Uagliò", prevalendo fra l'altro sulla più efficace e ironica "Bene ma non benissimo" di Shade. Da registrare, in questa sezione, l'ennesima prova sfortunata di Amara e la clamorosa presenza di Tony Maiello, tornato ad affrontare una competizione fra volti poco noti ben sette anni dopo essersi imposto fra le Nuove proposte di Sanremo 2010. Quasi un declassamento, e sinceramente fatico a comprendere certe scelte, sia da parte dell'artista (e di chi lo gestisce) sia da parte dell'organizzazione: non era proprio possibile schierarlo fra gli ospiti della manifestazione, invece di intrupparlo, visto il suo curriculum e vista l'età, in un'altra sfida fra emergenti? Misteri dei festival italiani. 

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