Alti e bassi della nuova commedia comica all'italiana. Poiché non tutte le ciambelle riescono col buco, dopo "Colpi di fulmine", apprezzabile ancorché non trascendentale, il periodo natalizio da poco trascorso ci ha regalato anche, dello stesso filone, un "Mai stati uniti" che non convince del tutto, e che perde senz'altro il... derby tricolore sotto l'albero col più prestigioso rivale. Non una sconfitta umiliante, intendiamoci: le occasioni per ridere il film di Carlo Vanzina le offre, ma si tratta di una comicità un po' stiracchiata, di certo meno efficace e incisiva. Affidata alle prestazioni individuali più che alla necessaria coralità, che pure avrebbe trovato la strada spianata da una trama tutto sommato ben congegnata, ancorché sviluppata in maniera sostanzialmente piatta e convenzionale: cinque persone che scoprono di essere fratelli soltanto nello studio di un notaio, al momento della lettura del testamento del padre mai conosciuto, e che, per entrare in possesso dell'eredità, devono recarsi negli Stati Uniti per disperdere le ceneri del caro estinto.
SPUNTI INDIVIDUALI - Ecco, l'impressione è che i cinque protagonisti non abbiano trovato l'intesa perfetta, la fusione filmica ideale fra i rispettivi stili recitativi, come una squadra di calcio costruita con grandi nomi ma a cui l'allenatore non riesce a dare il proverbiale amalgama. Ne scaturisce un film riuscito a metà, la cui brillantezza viene affidata più che altro, come detto, agli spunti dei singoli: ma in situazioni come questa le differenze di talento emergono in maniera più netta, e vengono soprattutto messe a nudo le carenze di chi, pur valido, è artisticamente un po' più indietro rispetto agli altri, o magari anche solo a disagio in un habitat a lui non confacente, con la conseguenza che tutta l'opera perde in freschezza e mordente e risulta alterna e disomogenea, fra momenti di indubbia vivacità e bruschi cali qualitativi.
SALEMME VS VERNIA: IL GENOVESE E'... SENZA VELI - Nel dettaglio, agli antipodi risultano le prestazioni di Vincenzo Salemme e Giovanni Vernia: il primo sguazza e svetta in un contesto comunque non eccelso, il secondo risulta spesso un pesce fuor d'acqua, a conferma di come lo stile da cabaret televisivo quasi mai si concili con il grande schermo: una comicità fatta di tormentoni (nel caso specifico, l'imitazione continua e financo ossessiva della voce di De Niro - Amendola), che in questo ambito risulta fine a se stessa e avulsa dalla storia. Una prestazione, quella dell'ingegnere elettronico genovese, che in definitiva passerà alla storia solo per un suo fugace nudo frontale integrale, che peraltro ben poco deve destare scandalo. In proposito mi son sempre chiesto: perché al cinema i nudi totali femminili vengono sempre elargiti con generosità mentre per gli uomini certi particolari devono essere esposti il meno possibile? Riflettendoci è una scelta senza senso logico o artistico, dettata niente più che da un maschilismo retrivo o da un malinteso gusto estetico: in questo caso, almeno Vanzina si mostra un passo avanti, anche se codesto exploit non aggiunge e non toglie alcunché al suo prodotto...
AMBRA E GLI ALTRI - In mezzo ai due estremi, gravitano gli altri tre primattori senza infamia e senza lode, pur non demeritando: tuttavia, Ricky Memphis pare meno "in palla" rispetto ad altre sue prestazioni, Ambra (sempre più bella, va detto) se la cava nel ruolo della giovane donna iper stressata ed esaurita, Anna Foglietta continua a imperversare con la sua coattitudine, questa volta però un po' troppo sopra le righe, eppure unico espediente per "valorizzare" un personaggio di scarsa consistenza: ma la ragazza ha una verve che le permetterebbe di esplorare territori attoriali ben più audaci, peccato. Fornisce una buona prova il giovanissimo Andrea Pittorino (nel film il figlioletto di Memphis), fin troppo disinvolto e sicuro di sé vista l'età (più a suo agio di qualche suo collega adulto, come visto), tutto sommato una variante gradevole in un canovaccio narrativo piuttosto prevedibile, mentre oltremodo malinconico risulta il cameo di un Mario Mattioli non esuberante come in altre circostanze, con un'interpretazione quasi da timbratura del cartellino. Anche l'avventuroso viaggio negli Usa, fulcro della storia, finisce per svilupparsi attorno a canoni triti e già ampiamente esplorati da altre opere simili: dalle situazioni esilaranti scatenate dagli equivoci linguistici, alla fortuna tentata a Las Vegas, passando per le corse in auto attraverso i suggestivi paesaggi americani, con tanto di indiani superstiti, l'inventiva sembra essersi fermata agli anni Ottanta, o giù di lì.
MEDIOCRITA' - Restano dunque alcuni siparietti oggettivamente ben riusciti, sui quali si regge la fragile impalcatura di una pellicola che prometteva di più: le cose migliori arrivano dal duo Salemme - Memphis alle prese con le... impiegate di un bordello scambiate per le figlie di un meccanico, con tutti i divertenti malintesi che ne seguono, dalla Foglietta che dispensa consigli di seduzione "di grana grossa" alla complessata Ambra, e ancora da Memphis ossessionato dal tentativo di fornire al figlio un'immagine vincente di sé, che raggiunge il culmine allorquando si trova coinvolto nella fuga di un rapinatore. Poco più che sufficiente a salvare il film, che resta comunque confinato in un cono d'ombra di aurea mediocrità.
ciao carlo, ho letto così attentamente la recensione, al punto di NON andare al cinema a vedere il film. Avevamo voglia di una commedia leggera, e scartando Pazze di me, rimaneva questo in Multisala. Alla fine abbiamo ripiegato sull'ultimo Muccino, anche se siamo rimasti parzialmente delusi, tanto che ne ho scritto sul blog una recensione dolce amara. Salemme ci piace, ma la tua recensione, sommata a quelle di altre riviste di cinema che leggo, mi ha fatto propendere per il no. Alle prox
RispondiEliminaUrka, che responsabilità, eheh!! ^^ Mi spiace però che la serata sia stata ugualmente non del tutto soddisfacente. Perché avete scartato "Pazze di me"? Pensa che è uno dei film che mi piacerebbe vedere prossimamente (ma può essere che non se ne faccia nulla), più che altro per l'insolita presenza di Loretta Goggi.
EliminaBeh, Loretta Goggi ha fatto un figurone, tanto che fiori di critici cinematografici ne ha salutato con pieno entusiasmo il ritorno sulle scene. Guarda, pur avendo quasi sempre apprezzato Brizzi, specie per la doppietta su Maschi e Femmine, stavolta volevo evitare l'effetto inflazionamento del Nongiovane. So benissimo che non c'entra nulla con il film degli Idioti, e tra l'altro Mandelli lo seguo da quando stava a Mtv, non ce l'ho certo con lui ma quando è troppo, è troppo! Non mi convince molto la trama, mi sa di già sentito.. poi magari la freschezza della sceneggiatura mi farà cambiare idea, ma credo proprio che lo recupererò solo in dvd!
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