Liverani: un po' presto per crocifiggere lui e il suo Genoa...
Scrivere del calcio estivo di club rappresenta per me un notevole sforzo, del quale farei volentieri a meno. Considero da sempre le partite di luglio e agosto, siano esse amichevoli o ufficiali, del tutto inattendibili, foriere di indicazioni contraddittorie e aleatorie, quasi sempre destinate ad essere smentite nelle sfide successive, soprattutto in quelle che si disputeranno in autunno, a stagione inoltrata. Dirò di più, e lo scrissi già sul blog tempo fa: per poter dare una valutazione attendibile delle squadre di Serie A occorre aspettare almeno i primi due mesi di campionato; tutto ciò che accade prima è quanto di più precario possa esservi, fra compagini fisicamente ancora imballate e rose da amalgamare, col mercato che si chiude a inizio settembre e con acquisti e cessioni di peso che avvengono spesso proprio negli ultimissimi giorni di trattative. Del resto, lo si è visto ieri sera in Supercoppa quanta affidabilità abbiano le gare della stagione calda: una Juve reduce da una preparazione deludentissima, sul piano dei risultati, ha travolto a domicilio una Lazio che, per contro, non può essere, non sarà sicuramente quella vista all'Olimpico, ossia una compagine di bassa classifica destinata a lottare per la salvezza.
TRAGEDIA GRECA - Queste le mie remore sul football che si ammira (si fa per dire) in queste settimane. Tuttavia, due righe sull'esordio stagionale del Genoa mi sento di doverle scrivere: non tanto per l'esito negativo (ennesima eliminazione precoce dalla Coppa Italia, non proprio una novità, su questi lidi), quanto per tutto ciò che si è scatenato dopo, nelle file della tifoseria ben più che fra i media locali, tradizionalmente critici nei confronti del sodalizio di Villa Rostan. Basta dare un'occhiata in giro per il web, fra forum e forumini, muri e muretti, commenti ad articoli di giornali e su pagine Facebook. Pianti, tragedie greche, allarmi per una retrocessione già annunciata come probabilissima, Preziosi e Liverani nel mirino. Si potrebbe liquidare il tutto con il semplice invito a prendere la vita, e le cose di sport, più alla leggera, ma un ragionamento più articolato va fatto.
IL PIU' INSIDIOSO DEGLI ESORDI - Era la prima partita "vera" per il Grifo, lo si è detto, e con la solita "fortuna" che contraddistingue questa squadra, invece di un comodo "galop" con una onesta compagine di terza divisione, magari da affrontare fra le mura amiche, è toccata la gara più insidiosa (tenendo conto delle avversarie che avrebbe potuto offrire il tabellone a questo punto del torneo) e nelle condizioni più ingrate: unica squadra di A, a parte due delle tre neopromosse, il Genoa è stato costretto a giocare in trasferta, e lo ha dovuto fare su uno dei campi a lui più tradizionalmente ostili soprattutto sul piano ambientale. Alla Spezia (e solo alla Spezia, sottolineiamolo) considerano il confronto con i rossoblù (quando si gioca, ossia molto raramente...) un vero e proprio derby. Per gli aquilotti era la partita della vita o giù di lì, per i genovesi il primo test autenticamente duro, ma al contempo un semplice passaggio (importante, certo) nel percorso di rodaggio verso quello che rappresenta l'unico plausibile obiettivo stagionale, ossia un campionato da affrontare con minori tremori rispetto al passato recente.
Contro una compagine indemoniata, e sospinta da un pubblico che sarebbe di lusso (per numero e sostegno fornito) anche per il torneo di B, il team di Liverani ha tenuto dignitosamente botta, è passato in vantaggio, ha subìto il ritorno dei locali, trovato il pari in extremis, colpito un palo clamoroso; ha manifestato lacune di gioco assolutamente comprensibili a questo punto della stagione (cioè al punto zero virgola uno, ribadiamolo), ma anche qualche fiammata di rilievo e la sensazione che sarebbe bastato davvero pochissimo di più (un impianto di gioco più collaudato, giocatori più brillanti atleticamente) per conquistare l'intera posta. Alla fine della fiera, è uscito imbattuto da un terreno infido assai, perché il match, val la pena sottolinearlo, è terminato 2 a 2, e l'eliminazione è maturata ai rigori, sempre e comunque una lotteria inattendibile, figuriamoci a Ferragosto, con gambe molli e scarsa lucidità mentale. Insomma, mi pare un po' pochino, francamente, per dare la stura alle profezie di sventura, al desiderio insopprimibile di tratteggiare scenari drammatici per una squadra che, è opinione di molti supporters, risulterebbe ulteriormente indebolita rispetto alla già non irresistibile versione di pochi mesi fa.
Lodi, califfo del centrocampo del Grifo
SQUADRA MIGLIORATA - Io non la penso così, e l'ho già scritto qui. Limitatamente ai 12 - 13 titolari, questo è un Genoa nettamente superiore a quello che ha colto la salvezza con un turno di anticipo sulla fine dell'ultimo torneo. Ha due nazionali azzurri, Antonelli e Gilardino, e un Lodi che per doti tecniche, tattiche e di personalità, nonché per continuità di rendimento nelle ultime due annate, potrebbe diventarlo senza scandalo; ha due giovani fra i più promettenti del vivaio nostrano, Perin e Bertolacci, e due centrali di difesa, Portanova e Manfredini, non più di primo pelo ma che fino al maggio scorso il loro l'han fatto alla grande, e da sempre sono abituati a lottare nei bassifondi, senza paura e con profitto. Ecco, se l'obiettivo stagionale è la tranquillità, non so quali altri club della cosiddetta "parte destra della graduatoria" possano vantare in rosa simili califfi.
Le lacune ci sono, è verissimo, e io stesso lo avevo sottolineato nel post sopra linkato. In estrema sintesi, rosa ridotta troppo all'osso e mancanza di alternative valide in avanti e soprattutto in terza linea, a maggior ragione adesso dopo la cessione di Granqvist (peraltro nell'aria da tempo). Bisogna rimpolpare il roster, la società è la prima ad esserne consapevole. Le si rimprovera di essersi fermata sul mercato, dopo un avvio del tutto incoraggiante. Vero, mister Liverani ha spiegato chiaramente da tempo ciò che manca ma finora nulla di concreto si è visto: però, francamente, quante altre squadre di A hanno messo a segno colpi fondamentali nell'ultimo mese? Da anni, ormai, i tasselli decisivi vengono inseriti negli ultimi giorni di campagna acquisti, è così per tutti, persino una grande come il Napoli non ha ancora completato il gruppo e sta inseguendo da giorni big come Astori e Matri. Pazienza ci vuole, a maggior ragione se si è consapevoli delle difficoltà autentiche che ha attraversato negli ultimi mesi il gruppo Preziosi, con inevitabili ricadute sulla gestione del Genoa.
INCORAGGIARE, NON DEMOLIRE - Per tutto questo, farsi il sangue marcio per una gara "non vinta" ma anche "non persa" (mi si perdoni il gergo vagamente elettorale, ma le cose stanno così....) a metà agosto o giù di lì è francamente eccessivo, e gettare acqua sul fuoco in questa fase mi sembra non solo necessario, ma doveroso. La tifoseria del Genoa è una delle più passionali, ma spesso questa passione la gestisce troppo "di pancia" e con una perniciosa tendenza a vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto, rendendola in definitiva deleteria e creando una pressione negativa su una squadra che oltretutto, quest'anno, si presenta al via giovane, rinnovata, affidata a un trainer bravo ma a corto di esperienza, e che quindi mai come oggi avrebbe solo bisogno di sostegno pieno e incondizionato, non di malumori e feroci critiche ai primi e comprensibili inciampi.
Poi, certo, le antenne van tenute sempre drizzate: ho rilevato come Gilardino possa e debba rappresentare uno dei punti cardine per il Genoa prossimo venturo, e invece dopo la cessione di Osvaldo da parte della Roma cominciano a circolare le vecchie voci su "giri di centravanti", scambi con Borriello, eccetera. Sul punto ho già detto come la penso e non ci ritorno sopra, se non per ribadire che attorno a una figura essenziale come la punta della Nazionale dovrebbe esserci una blindatura totale, e invece si continuano a lasciare porte colpevolmente aperte; allo stesso modo, occorre sciogliere il nodo Matuzalem, elemento di cui questa squadra ha assolutamente necessità. Ecco, su questi punti comprendo le preoccupazioni, ma, insomma, vedremo come andrà: fare processi preventivi, dopo un vistoso cambiamento di politica societaria (più programmazione e meno improvvisazione) e alla luce delle oggettive difficoltà finanziarie in cui il club si deve muovere, è davvero pretestuoso. E' il momento degli incoraggiamenti e, casomai, delle critiche costruttive, per demolire e attaccare ci sarà tempo (ma speriamo non ve ne sia bisogno).
ma infatti Carlo, capisco che possa bruciare uscire anzitempo dalla prima competizione ufficiale della stagione, contro una rivale poi, però il Genoa ha tenuto testa alla grande e mi sembra che Prez abbia francamente esagerato nel riprendere duramente Liverani, disquisendo du questioni tattiche poi.. le mie sensazioni sul Grifone sono positive, ma se ci si mette già da ora a creare casini e malumori allora le si vanno a cercare le magagne!
RispondiEliminaInfatti Gian... Siamo arrivati all'eccesso, a considerare decisive le prime partite ferragostane; per noi che siamo cresciuti vivendo un calcio, nonostante tutto, più maturo e pacato, sembra davvero un delirio. Non che io sia rimasto indifferente all'eliminazione, intendiamoci, ma non mi ha sorpreso più di tanto, prevedevo che ci sarebbero state delle difficoltà, era davvero la più insidiosa delle partite che potesse capitare al Grifo in questo momento.
RispondiEliminaDavvero, non capisco questa voglia di alcuni tifosi (non tutti eh? Per carità...) di voler polemizzare a tutti i costi, di pensare subito male, di paventare scenari apocalittici, di distruggere tutto dopo la prima uscita ufficiale ... Fossimo a Natale, con la squadra ultima in classifica, lo capirei, ma adesso, in piena estate... Boh, sarò io che mi accontento di poco! PS: leggevo che il Verona sta prendendo Longo? Sarebbe un bel colpo...
contentissimo per LONGO, lo seguo da quando stava a Treviso,mi pare categoria giovanissimi, all'epoca trequartista velocissimo, poi già al Genoa era cresciuto fisicamente, accentrando e avanzando il suo raggio d'azione. Nell'Inter di STRAMACCIONI, assieme all'altra punta Livaja faceva la differenza con lui però leggermente arretrato rispetto all'attaccante dell'Atalanta. A VERONA è già un idolo perchè sembrava davvero ne avesse fatto una questione "di cuore" nell'insistere per venire all'Hellas, a scapito del Livorno poi, che qui non gode di grande simpatia... In realtà SAMUELE in tempi non sospetti aveva dato parola a Sogliano, un ds davvero capace di trattare per gli acquisti, giovane ma già autorevole, più bravo da dirigente che non da calciatore (te lo ricordi terzino destro nell'Ancona?). INVECE non credo all'ipotesi che abbia scelto VERONA per vicinanze geografiche, altrimenti l'anno scorso non sarebbe andato a cuor leggero in Spagna, dove era partito alla frande e poi ha avuto problemi con l'allenatore nuovo.. deve maturare molto dal punto di vista caratteriale, come l'ex compagno Livaja, tra l'altro, già escluso per motivi disciplinari dalla sua nazionale.. Se Toni regge a questi ritmi e Cacia non viene ceduto, magari non troverà molto spazio, ma in A la rosa deve essere equilibrata e mi pare che il Verona, come anche il Genoa, ce l'abbia.. complimenti per GAMBERINI, tra lui, Portanova e Manfredini non dovreste avere problemi di esperienza là dietro, sono tre califfi.. senza oontare che c'è ancora Grandqvist, che però fa bene a non accettare la Chanmpionship inglese.
RispondiEliminaCiao Gian, Granqvist è già andato via, in Russia, al Krasnodar, ma, ripeto, era ampiamente previsto. Così come non mi stupirebbe la partenza di Kucka, che è sempre in bilico e che non a caso non ho citato in questo mio pezzo: ma ritengo che, anche senza lo slovacco, la squadra attuale, con l'aggiunta degli esterni richiesti da Liverani, dia ugualmente buone garanzie. Di Gamberini ho visto dal vivo l'esordio ieri pomeriggio, in una partitella di allenamento qui a Genova contro la Primavera, quindi senza alcuna valenza tecnica e agonistica. Con lui è arrivato un titolare, per il senso che questo termine può avere nel calcio di oggi, un calcio in cui i titolari per ogni squadra devono assere almeno una quindicina e gli undici base non esistono praticamente più. Ma è un altro tassello chiave, se non accadranno cataclismi di qui a inizio settembre sarà impossibile per chiunque non promuovere il mercato rossoblù. Poi, certo, i verdetti del campo sono un'altra cosa.
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