Azzurri esultanti: speriamo di vederli così anche in Brasile...
Poco più di tre mesi a Brasile 2014, ma in Italia l'attesa è ancora fiacca, il termometro della febbre Mundial quasi sotto zero... Media e tifosi concentrati sulle miserie del nostro campionato, sulle curve vuote e sulla barbarie di cori e striscioni, sulla modestia della classe arbitrale e sull'abbassamento del livello qualitativo del nostro movimento calcistico (c'è chi ha stentato persino nei sedicesimi di Europa League, e anzi la Lazio ha già salutato la compagnia...). In altri tempi, in epoche che paiono ormai lontanissime, in questo periodo dell'anno già fervevano le "grandi manovre iridate", fra amichevoli azzurre, analisi, pronostici e studio delle avversarie. La Nazionale di casa nostra, invece, arriverà al ritiro premondiale sulla scorta del solo incontro di mercoledì prossimo contro la Spagna. Ben altre cure, ben altre attenzioni meriterebbe il "laboratorio Prandelli" in vista dell'appuntamento più importante: qui su "Note d'azzurro", del resto, abbiamo trascorso il 2013 a sottolineare, anche crudamente, i limiti e i difetti, per certi versi inattesi, emersi dal tessuto della nostra rappresentativa. Limiti e difetti alla cui risoluzione tutti avrebbero dovuto lavorare con maggiore intensità: la Federazione cercando di mettere a disposizione del cittì almeno un'amichevole in più, la grande stampa cercando di analizzare, suggerire, stimolare.
Nulla di tutto questo (a parte il lodevole aggiornamento settimanale degli azzurrabili allestito dal Corriere della sera, peraltro con alcune imperdonabili dimenticanze), e allora, nel nostro piccolissimo, ci pensiamo noi a dare il via alla lunga vigilia iridata. Fra poche ore Prandelli diramerà la lista dei convocati per l'incontro coi campioni del mondo e d'Europa in carica, e l'occasione è ghiotta per cercare di mettere a fuoco speranze e prospettive degli aspiranti a un posto fra i 23 "mundialisti". In soldoni: chi staccherà il biglietto per il Sudamerica?
PORTIERI - Il trio Buffon - Sirigu - Marchetti pareva inattaccabile. Invece, ferma restando la saldissima posizione dei primi due, negli ultimi mesi l'estremo difensore laziale si è trovato, suo malgrado, al centro di un caso che rischia seriamente di metterne a repentaglio il viaggio in Brasile: i problemi fisici e la lontananza dal campo, le voci su dissidi contrattuali con la Lazio (smentite con forza dal suo procuratore), Berisha titolare e il rientro in squadra, non propriamente memorabile, in occasione della sfida maledetta col Ludogorets, che ha fatto svanire i sogni europei dei biancocelesti. Insomma, ora come ora non scommetterei su Marchetti terzo portiere, anche perché, in contemporanea al suo appannamento, è sorto l'astro di Perin, che ha portato punti in dote al Genoa sulle ali di una serie di prestazioni di altissimo livello, condite di prodezze, reattività e personalità in rilievo. C'è chi ha parlato addirittura di Scuffet, ma per il baby dell'Udinese, nonostante l'eccellente approccio con la Serie A, pare davvero troppo presto.
DIFENSORI - Partiamo dagli intoccabili: il trio juventino Barzagli - Bonucci - Chiellini, poi il laterale destro Maggio, un uomo su cui Prandelli punta a occhi chiusi, nonostante certi sbalzi di rendimento recenti col Napoli. Per il resto, c'è da lavorare assai sul reparto più fragile del complesso. Abate e De Sciglio hanno quasi sempre fatto bene in rappresentativa, ma anche loro stanno risentendo della tempestosa stagione milanista. Però dovrebbero rientrare nei piani del trainer, mentre il secondo posto da esterno sinistro basso è una lotta a due fra Antonelli e Criscito, col genoano che in questa seconda parte di torneo sta cancellando molti dubbi sul suo effettivo valore, con prestazioni all'insegna della concretezza e dell'intraprendenza negli sganciamenti.
Più complesso il discorso centrali: Astori, come al solito, sta alternando prestazioni buone ad altre dimenticabili, Ranocchia si è intristito fra prove poco convincenti e tanta panchina; il Corriere della sera sta premendo parecchio per una convocazione dell'oriundo Paletta, che si sta ben comportando ma il cui utilizzo avrebbe il sapore di soluzione di emergenza e di scarsa prospettiva. Tanto varrebbe, allora, ricorrere alle doti camaleontiche di De Rossi, che in azzurro, lo ha spesso dimostrato anche in gare assai delicate, può arretrare e fungere da barriera difensiva senza accusare eccessivi scompensi. In tal modo, ci sarebbe a disposizione un posto in più per i centrocampisti.
Insigne: si può rinunciare al suo talento?
CENTROCAMPISTI - In effetti, al contrario della penuria in terza linea, per la zona nevralgica le alternative non mancano. Sicuri del posto sono il citato romanista e, ovviamente, Pirlo. Per tutti gli altri sono necessari vari distinguo: Montolivo, ad esempio, è stato un pilastro della ricostruzione prandelliana, ma nel disastrato Milan di questi tempi ha perso brillantezza ed efficacia. Alla fine dovrebbe comunque far parte del progetto, mentre le medesime certezze non le ho per un altro perno dell'ultimo triennio azzurro, Marchisio, che nella Juve non è più da tempo un intoccabile. Nel frattempo è spuntata una ulteriore opzione, il dinamico ed eclettico Florenzi, mentre in Francia Verratti continua a oscillare fra promesse di esplosione e momentanei ridimensionamenti. Un talento che fatica a uscire dal bozzolo, ma sul quale il commissario tecnico punta molto.
Poi ci sono un Thiago Motta e un Aquilani che nei club il loro lo fanno sempre ma in Nazionale non sono mai andati al di là dell'onesto compitino, un Parolo che è un perno del brillante Parma 2014 e che nel recente ritorno in maglia azzurra, con la Nigeria, ha convinto per continuità, determinazione, presenza nel vivo della manovra, un po' meno per la precisione sotto porta. Sarà lotta durissima, contando che difficilmente si potrà rinunciare a Candreva e Giaccherini, costantemente fra i migliori nelle ultime uscite in rappresentativa (e il primo ormai leader assoluto della Lazio ballerina di quest'anno). E Diamanti? L'abbandono del palcoscenico della A per le incognite cinesi potrebbe danneggiarlo, e non poco, a meno che non abbia ricevuto granitiche garanzie da Prandelli: ma, con tutto il rispetto per Alino, eventuali garanzie andrebbero date a chi comunque, in tutti questi anni, è risultato fondamentale e decisivo, sotto tutti i punti di vista, per la buona riuscita del "Progetto Italia", e Diamanti mi pare non abbia i requisiti per rientrare in questa ipotetica lista di "imprescindibili".
ATTACCANTI - Situazione ingarbugliata anche in prima linea. Che questa Italia punti tantissimo su Balotelli non è un mistero, ma proprio alla vigilia del Mundial Supermario è incappato in una annata di, diciamo così, scarsa ispirazione, fra cali di rendimento e crisi nervose (il pianto di Napoli). Non è, insomma, il "quasi fuoriclasse" che l'anno scorso ha trascinato i rossoneri in Champions League, ha persino cominciato a sbagliare dal dischetto, specialità in cui era fra i primi del pianeta... Visto che ci sarà in ogni caso, occorrerà rivitalizzarlo per benino, e importante sarà la scelta dei partner: si era puntato molto su Giuseppe Rossi, e giustamente Prandelli lo attenderà fino all'ultimo giorno utile, come Bearzot fece nell'82 con Bettega, sperando che il finale sia diverso...
Gilardino, sempre "sul pezzo" nel Genoa, decisivo nelle qualificazioni col gol alla Bulgaria, veterano del gruppo, ha un biglietto garantito, mentre per il resto è nebbia: Insigne sta vivendo una stagione contraddittoria, non sempre Benitez gli ha dato spazio, ma i suoi guizzi e la sua inventiva non andrebbero trascurati, anche ricordando le buone prestazioni azzurre dell'autunno scorso. Impossibile rinunciare a Cerci, l'anima e il trascinatore del bel Torino di questo campionato, benché finora Prandelli gli abbia regalato solo spiccioli di gloria. Potrebbe esserci un posticino anche per un esponente della nouvelle vague da scegliere fra Immobile, Berardi e Destro: il primo sta mostrando più continuità sul lungo periodo, il secondo ha offerto lampi accecanti nella prima parte del torneo, raggiungendo il culmine col poker all'ultimo Milan di Allegri, poi è parzialmente rientrato nei ranghi, coinvolto nel caos tecnico del Sassuolo. Ma la stoffa c'è, la classe è di grana purissima, e un bel finale di campionato potrebbe rilanciarne le quotazioni. Il romanista, infine, è tornato alla grande dopo il lungo stop, mostrandosi inesorabile sotto porta. Difficile la posizione di Osvaldo: dopo la negativa esperienza britannica, rischia grosso in una Juve che gli propone una concorrenza interna terribile, ma le prime uscite sono state confortanti e dalla sua c'è un ruolino di marcia azzurro tutt'altro che disprezzabile.
I "JOLLY": CASSANO E TONI - Su tutti, l'incognita Cassano, giunto all'ennesima resurrezione. Insegue con piglio da campione autentico (quale non sempre ha dimostrato di essere...) la prima Coppa del mondo in carriera e, in fondo, a Euro 2012 si era ben comportato pur arrivando da mesi di sofferenza vera, per via dell'intervento al cuore. Bisogna vedere se Prandelli, già alle prese con la difficile gestione di Balotelli, avrà ancora tempo e voglia di tenere a bada un altro "bad boy". Infine, Toni: sono profondamente convinto, magari sbagliandomi, che la sua stagione monstre sia anche frutto dell'abbassamento del livello medio della Serie A, che consente a grandi vecchi dall'intatto talento di furoreggiare anche in età avanzata, come sta capitando pure a Kakà, a Totti, a Di Natale... Però che l'ex Bayern sia in stato di grazia è un fatto, ed è uno che di Mondiali se ne intende. Chissà...
ciao Carlo, a mio avviso ormai le gerarchie sono ormai delineate... rimangono dei dubbi, direi gli stessi che tu hai ben rimarcato... il reparto più affollato rimane il centrocampo, dove paiono sicuri De Rossi, Pirlo, Marchisio e Montolivo (nonostante questi ultimi due stiano disputando non certo il loro miglior campionato,anzi!), dovrebbero essere certi di un posto anche Candreva, il migliore della Lazio, e Giaccherini, pallino del mister e mai deludente in azzurro. Io credo che pure Diamanti abbia buone garanzie. Se ha lasciato il calcio italiano in una stagione per lui decisiva come quella che porta ai Mondiali, ultima occasione della sua carriera, penso sia perchè sa di essere comunque ben seguito e considerato da Prandelli. In difesa ormai out Ranocchia... davvero preoccupante la sua clamorosa discesa di rendimento, panchinaro fisso all'Inter dove invero mai è parso sicuro e convincente. Perchè non sia stato ceduto in gennaio rimane davvero un mistero: stagione per lui persa e serio rischio di perdere un ottimo prospetto, anche se casi come quello di Barzagli, emerso prepotentemente ad altissimi livelli sulla soglia della trentina insegnano. Io non convocherei nemmeno Astori, non mi convince, nè tanto meno Ogbonna, che non ha fatto il salto di qualità (ormai persino Caceres lo ha giustamente scavalcato nelle preferenze di Conte)... per la difesa starei sul trio juventino, più De Sciglio, nonostante una stagione assai tribolata causa infortuni, più Antonelli che Criscito, anche se il genoano predilige offendere anzichè difendere, poi Maggio, mentre ormai non è tempo di sorprese tipo Donati, che a mio avviso avrebbe meritato il salto nella Nazionale dei grandi. A centrocampo, visto l'affollamento rischiano di star fuori Verratti e Parolo, meritevoli di una convocazione, mentre io lascerei a casa Motta, che con Pirlo davanti non credo avrò molte chances di giocare titolare. In attacco siamo messi malino, con Rossi difficilmente recuperabile a livelli decenti, un Balotelli purtroppo troppo altalenante, ma di certo il nostro miglior terminale offensivo, mentre, pur essendo io un suo grande estimatore, non sarei certo della chiamata di Insigne, quasi mai protagonista a Napoli. Meglio Destro, decisamente, mentre outsider potrebbero essere i due torinisti Immobile e Cerci - almeno uno meriterebbe la chiamata, più di Osvaldo, diciamola tutta, anche se l'oriundo quasi certamente andrà in Brasile. Felice per Perin, un grande portiere, ormai fuori dai giochi Marchetti, che continuo personalmente a considerare il migliore nel ruolo dopo Buffon, ma che non riproporrei dopo il flop di 4 anni fa... e poi c'è già Sirigu che alle spalle dello juventino è una garanzia. Chiudo con un dolce pensiero su Toni... non è per interesse personale che lo dico, o col cuore gialloblu in mano, ma fidati che per Toni vale quanto da te scritto per Gilardino. Toni non sta giocando bene a causa dello scarso ripiegamento del campionato a livello di qualità media... quella in fondo allora vale per tutti... è semplicemente tornato a buoni livelli, magari durerà solo questa stagione, anzi, molto probabile, l'elisir della giovinezza non esiste ancora, ma a vederlo giocare davvero capisci che ce ne sono pochi così quotati in area di rigore come lui... piuttosto per restare in tema di gialloblu, in questo caso "ex", allora fammi spendere una parola per Jorginho, uno che vale l'azzurro più di Motta... alle prossime Gianni
RispondiEliminaDi Jorginho, come di Donati, a questo punto credo si parlerà dopo il Brasile, ma entrambi sono sicuramente in cima alla lista dei futuri nuovi ingressi nel gruppo azzurro, come anche il ritorno di El Shaarawy, per il quale avevo pronosticato un Mondiale da protagonista e invece... Su tutto il resto, molte valutazioni tue sono anche le mie. Pure io temo per Insigne, che è incappato in una stagione in chiaroscuro ma il cui bilancio complessivo, al momento, mi pare di certo in attivo. Nelle prime uscite in Nazionale, poi, si è sempre disimpegnato con profitto.
RispondiEliminaSul discorso Gilardino - Toni, mi permetto di osservare che si tratta invece di due situazioni diverse: non solo per l'età, che comunque conta molto (cinque anni di differenza, dopo i trenta, per un atleta hanno un peso notevolissimo), quanto per il fatto che Gila, a parte qualche flessione di breve periodo (penso alla mezza stagione col Genoa due anni fa, peraltro condizionata da un serio infortunio e dal rendimento complessivo della squadra) negli anni si è sempre mantenuto su livelli di rendimento medio - alti, comunque dignitosissimi, mentre Luca, dopo l'esperienza tedesca (positiva, ma chiusasi in tono minore), nei tre campionati italiani successivi è parso un ex sotto tutti i punti di vista. Il ritorno in auge ha avuto del miracoloso, anche se, come ho scritto nel post, è indubbio che stia attraversando una seconda giovinezza fisica e psichica: però, ripeto, vorrei vederlo all'opera, con la stessa età e la stessa brillantezza, in una Bundesliga o in una Premier, e non sono convinto che i risultati sarebbero i medesimi.
Last but not least, Alberto è praticamente da sempre nel giro azzurro di Prandelli e ha detto la sua anche nelle qualificazioni, Toni manca, credo, dai tempi di Lippi. Poi, se andrà in Brasile non vi sarà nulla di scandaloso, anzi, ma in questo momento particolare del nostro calcio, pieno di stranieri mediocri e coi giovani italiani che stentano ad emergere, preferirei venisse portato un ragazzo di prospettiva, un Destro o un Immobile (o Borini o anche Berardi, se si darà una smossa da qui a maggio).
www.pianetasamp.blogspot.com
RispondiEliminaNel ruolo di terzino destro credo che meriterebbe una chance il doriano De Silvestri: l'ex laziale quest'anno sta mantenendo un'elevata continuità di rendimento, persino nella derelitta Samp dell'era Rossi riusciva a fornire buonissime prestazioni, l'esatto contario di Maggio che forse sta pagando il cambio di modulo attuato nel Napoli, assolutamente meritevole di andare in Brasile l'ex genoano Criscito anche per rimediare alla "porcata" che gli costò gli Europei di due anni fa...
Diamanti ha quasi sempre fatto bene e credo che farà parte della comitiva azzurra nonostante la sua discutibile ( da un punto di vista tecnico e di...carriera) scelta di andare a giocare in questi mesi in Cina, è elemento in grado di spaccare una partita e, particolare da non trascurare, il miglior specialista su calcio piazzato che abbiamo, forse meglio di Pirlo...
Comunque penso anch'io che ormai le gerarchie siano in linea di massima già delineate specie a centrocampo, ci sarà battaglia giusto in attacco...ciao!
Ciao, in effetti De Silvestri sta facendo un buoniissimo campionato, il fatto è che sulla destra le gerarchie mi sembrano abbastanza delineate, anche se è indubbio che i due titolari, Maggio e Abate, siano incappati in una stagione non sempre brillante, per svariati motivi. Tieni anche conto del fatto che De Sciglio (stagione tribolata anche per lui) è in grado di giocare su entrambe le fasce. Vedremo. Restando alla Samp, casomai, qualche spiraglio potrebbe esserci per Gabbiadini, che la Nazionale l'ha già assaggiata, ma la concorrenza là davanti è terribile. Manolo è un altro di cui si dovrebbe parlare parecchio dopo il Mondiale, comunque. Riguardo a Diamanti, le sue doti balistiche sono fuori discussione ma il suo ruolino di marcia in azzurro finora non è stato dei più entusiasmanti. Lo ricordo veramente decisivo solo nel quarto dell'Europeo contro gli inglesi. Però nei 23 può starci tranquillamente.
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