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martedì 13 ottobre 2020

VERSO SANREMO 2021: ABBIAMO IL REGOLAMENTO. NIENTE PIU' SCONTRI DIRETTI FRA I GIOVANI. SI PARTE CON VENTI BIG, MA...


 Sanremo 2021 è ufficialmente partito ieri, con la pubblicazione del regolamento della kermesse. Non è cosa da poco, di questi tempi, avere qualche certezza sul Festival che verrà. Debbo dire che, da parte mia, c'è sempre stato un cauto ottimismo sulle possibilità di svolgimento della manifestazione, ottimismo che permane anche adesso, in presenza di una seconda ondata virale sempre più minacciosa. Ricordiamoci sempre che stiamo parlando di un evento in programma fra cinque mesi: impossibile sapere ora che scenari ci saranno, come del resto, lo si è visto durante questa pandemia, è assai arduo perfino prevedere l'andamento dell'emergenza da una settimana all'altra. Perfettamente inutile, quindi, fasciarsi la testa in anticipo e prospettare quadri funesti. In certi casi, l'importante è programmare tutto in ogni dettaglio. Detto fra noi, perfino lo slittamento di un mese della 71esima edizione mi pare sia stata più una decisione "auto - rassicurante" da parte dell'organizzazione, che non una scelta poggiante su rigorose basi scientifiche, perché a marzo potremmo essere ancora in un periodo di gravi difficoltà, così come, di converso, nel periodo tradizionalmente festivaliero della prima decade di febbraio potremmo perfino trovarci fuori dalla zona di più acuto pericolo, o comunque in fase di discesa dei contagi. Chi può dirlo? 

Domina l'incertezza, dunque, ma, a meno di sviluppi catastrofici simil-bellici che non voglio nemmeno ipotizzare, Sanremo si farà, perché è l'evento cardine della stagione televisiva Rai, un formidabile catalizzatore di spettatori, di introiti pubblicitari, di traffico social. E' un carrozzone che può essere gestito senza panico anche rispettando i rigidi protocolli di sicurezza imposti dal Covid, con ingressi contingentati all'Ariston: chissà, magari vedremo qualche signora in gran soirée in meno, mancherà qualche vippetto in cerca di pubblicità o qualche personaggio politico a cui non frega nulla della gara canora, ma va in prima fila perché farsi vedere è sempre utile. Ecco, il sogno è vedere scomparire queste categorie di spettatori, mentre temo che la riduzione degli spazi per il pubblico sfavorirebbe proprio i veri appassionati, quelli che farebbero carte false per entrare in teatro ed assistere almeno ad una serata... 

Abbiamo il regolamento, dunque. Diciamolo subito, qualche novità ma nulla di particolarmente sconvolgente. Del resto non si poteva non partire dallo "schema Amadeus" che tanto bene ha funzionato nel febbraio scorso. Val la pena ricordare che Sanremo 70 ha prodotto uno spettacolo godibile e sfornato almeno una decina di canzoni di gran pregio, che si sono ben distinte nelle classifiche di vendita ma ancor meglio avrebbero potuto fare se non ci fosse stato il lockdown a frenare tutto. In quelle tristi settimane di marzo e aprile, "Tikibombom" martellava dalle radio, in compagnia di "Fai rumore", "Viceversa", "Andromeda" e "Ringo Starr", ma anche dei pezzi di Elettra Lamborghini, di Achille Lauro e del giovane Fasma. Una buona infornata musicale che avrebbe meritato maggior fortuna, ma tant'è. Però i criteri di scelta adottati dal presentatore de "I soliti ignoti", si sono dimostrati vincenti, e allora occorre insistere. 

All'inizio dell'incubo Coronavirus, avevo auspicato per il 2021 un Sanremo partecipato, ossia con la più ampia affluenza possibile di cantanti, ivi compresi i grossissimi calibri, e tutti alle prese con la gara, per dare una segnale forte di ripresa presentando un massiccio spiegamento delle forze della nostra canzone leggera. Il regolamento fissa invece, al momento, a 20 il numero di Big che saranno ammessi alla competizione. Per ovvie ragioni di prudenza, non può che essere così: il rischio che arrivino provini in larga parte deludenti c'è sempre, con conseguenti difficoltà ad allestire un cartellone anche meno numeroso. Ma credo che, come quasi sistematicamente accaduto negli ultimi anni, alla fine il numero di ammessi lieviterà, e forse neanche di poco. Penso sia necessario superare la quota "psicologica" di 26 nomi noti in concorso, toccata per la prima e unica volta nell'ormai lontano 1988. Sarebbe un azzardo enorme dal punto di vista della costruzione televisiva dell'evento, me ne rendo conto, ma la soluzione ci sarebbe: rinunciare una tantum ai soliti ospiti italiani, quasi sempre gli stessi per un rituale dotato ormai di scarsissimo appeal, e puntare tutto sull'aspetto agonistico, sul "torneo", che era centrale nelle prime edizioni e che resta comunque il principale motivo di interesse della rassegna. 

Il desiderio di vedere più "vip" in lizza non è una semplice fissazione da appassionato sanremologo, e del resto la tendenza dell'ultimo lustro mi ha sempre dato ragione, quanto a modus operandi dei vari direttori artistici. Da Carlo Conti in poi, si è sempre puntato ad ampliare il cast dei Campioni, perché è giusto non riservare a pochi eletti la possibilità di accesso a un così possente veicolo di promozione, affermazione definitiva, conferma o rilancio. Così, dai 14 concorrenti del Fazio 2013--14 si è passati ai 24 del 2020. E nel marzo prossimo, sarebbe importante averne ancora di più in concorso, perché il momento è drammatico per l'industria musicale italiana in tutti i suoi comparti. Sanremo, in un anno così particolare, così cupo, deve essere una vetrina ampia, "open", che serva la causa di quanti più artisti possibile. 

Riguardo al resto del regolamento, scompaiono i terribili duelli a eliminazione diretta fra i giovani, sostituiti dalla classica divisione in due gruppi da quattro, con ammissione alla finale del venerdì dei primi due di ogni eliminatoria. Un po' meglio, visto che la formula precedente poteva portare due proposte di qualità a scornarsi fra di loro, dando via libera ad altre meno meritevoli ma facilitate da abbinamenti "favorevoli". La serata "defatigante" del mercoledì sarà questa volta dedicata alla celebrazione della canzone d'autore nostrana, ma non è stata cancellata l'anomalia dell'ultima edizione: il voto di questa particolare gara, basata sull'interpretazione di canzoni note o stranote, peserà sull'esito finale della competizione dei big, quella con i brani inediti. Una distorsione regolamentare di cui, oggi come l'anno passato, non riesco a trovare una plausibile spiegazione. Sempre per i Campioni, il televoto entrerà in azione anche nelle prime due sere, oltre che per la finale, a portare un pizzico di brio in più e a movimentare le classifiche. 

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