Destro, nuovo asso romanista
PARMA - Non condivido questo dilagante ottimismo attorno alla campagna acquisti del Parma. Che, non dimentichiamolo, ha perso Giovinco, ossia il 70 - 80 per cento del suo potenziale offensivo e uomo assolutamente decisivo nello strepitoso finale di campionato della scorsa primavera. E non ci sarà più nemmeno Floccari, che pur fra alti e bassi i suoi otto centri in stagione li aveva messi a segno. A far gol, in vece dei partenti, dovranno pensare Amauri, le cui polveri bagnate sono ormai proverbiali, e il dotato ma incostante e sovente confusionario Biabany, mentre il colombiano Pabon è per ora soltanto una delle tante scommesse esterofile dei nostri club, che potrebbe risultare vincente ma anche un tremendo buco nell'acqua: auguri.
PARMA - Non condivido questo dilagante ottimismo attorno alla campagna acquisti del Parma. Che, non dimentichiamolo, ha perso Giovinco, ossia il 70 - 80 per cento del suo potenziale offensivo e uomo assolutamente decisivo nello strepitoso finale di campionato della scorsa primavera. E non ci sarà più nemmeno Floccari, che pur fra alti e bassi i suoi otto centri in stagione li aveva messi a segno. A far gol, in vece dei partenti, dovranno pensare Amauri, le cui polveri bagnate sono ormai proverbiali, e il dotato ma incostante e sovente confusionario Biabany, mentre il colombiano Pabon è per ora soltanto una delle tante scommesse esterofile dei nostri club, che potrebbe risultare vincente ma anche un tremendo buco nell'acqua: auguri.
Le certezze arrivano soprattutto dal settore di centro, dove Acquah e Parolo sono due rinforzi autentici, in grado di aumentare il tasso di qualità della manovra, di portare idee in fase di costruzione e di far filtro con profitto se ve n'è la necessità. Soprattutto dall'ex cesenate ci si aspetta molto, dopo che due anni fa era giunto fino all'azzurro: il suo senso tattico e le sue botte dalla distanza saranno soluzioni offensive in più per Donadoni, che ne avrà bisogno. I polmoni e la verve agonistica di Galloppa e Gobbi completano un reparto che rappresenterà l'arma vincente dei Ducali. Immutata la difesa, con Mirante, cresciutissimo nelle ultime stagioni, a fare buona guardia fra i pali coadiuvato dai collaudati Zaccardo (sempre ad altisimi livelli in quel di Parma) e Ale Lucarelli, con Santacroce pronto a riprendere il filo di un discorso interrotto quando, pochi anni fa, sembrava destinato a diventare uno dei giovani d'oro del nostro football. Non è ancora tardi, ma occorre darsi una mossa.
PESCARA - Ahi ahi. La squadra che ha trionfalmente conquistato la promozione, di fatto, non esiste più, questo è un altro Pescara, che ben poco ha a che fare con l'armata dei sogni di Zeman, quel team dal gioco irresistibile che, mia convinzione personale, avrebbe ottenuto ottimi risultati anche nella massima serie, magari piazzandosi fra le prime dieci. Persi Verratti, Insigne, Sansovini e Immobile, il cielo si è fatto cupo. Può sembrare assurdo scriverlo dopo i sei gol subiti nelle prime tre gare, ma il reparto meglio attrezzato sembra la difesa: il giovanissimo Perin è un estremo difensore dal futuro garantito, Terlizzi un centrale collaudato e sovente mortifero negli inserimenti in avanti, e al suo fianco giostrerà Capuano, difensore fra i più promettenti del panorama italiano, così come Romagnoli (entrambi fanno parte dell'Under 21).
Il centrocampo si aggrappa all'uomo ovunque Cascione, inesauribile e tatticamente preziosissimo, mentre esistono perplessità sulla tenuta fisica di Giuseppe Colucci e soprattutto di Blasi. Bjarnasson è tutto da verificare in un torneo pur sempre difficile come la nostra Serie A, mentre il duttile slovacco Weiss dovrebbe assicurare peso e personalità al reparto di mezzo. In avanti si punta quasi tutto sulla classe di Caprari, mentre Jonathas pare un po' troppo leggerino per il massimo campionato e Abbruscato a certi livelli non ha mai inciso. Stroppa in panca rappresenta un salto nel buio. La sensazione è che salvarsi sarà estremamente problematico.
ROMA - Il passo in avanti rispetto all'ultima stagione pare evidente, a partire dalla panchina: Zeman finalmente torna dove merita, cioè fra i grandi, dopo aver dimostrato a Pescara che la sua idea di buon calcio è tutt'altro che passata di moda. Squadra migliorata in tutti i reparti: la difesa, che ha sempre in Burdisso un perno inamovibile, trova lo svettante Castan e la furia bionda Balzaretti, protagonista a Euro 2012, attento in copertura e travolgente nelle volate sulla fascia sinistra. A centrocampo, è rimasto De Rossi nonostante i tanti pretendenti: il formidabile motore del reparto nevralgico sarà affiancato da giovani del calibro di Tachtsidis, regista arretrato dai piedi buoni, Florenzi, formidabile tuttofare, abile in interdizione e in fase di spinta, settepolmoni micidiale negli inserimenti in avanti, uno dei boom dell'ultima cadetteria, e Pjanic, piedi fatati e rifinitore coi fiocchi. E c'è anche Bradley, gregario illuminato, altro giocatore dal gran fisico e dalla resistenza agli sforzi notevole, l'ideale per Zeman.
In avanti, attesissimo Destro, attaccante di buona tecnica, dalla prolificità in crescita e dalla personalità sempre più in rilievo. Accanto a lui, una batteria di punte di grande efficacia che spazia da Osvaldo a Lamela, passando per un Totti che, magari anche solo part time, saprà di certo regalare ancora qualche prodezza sotto porta. Insomma, una Roma che, se il gioco zemaniano verrà adeguatamente digerito senza provocare troppi scompensi difensivi, si candida, ebbene sì, come anti Juventus di tutto rispetto.
Poli: rientro alla Samp per stupire
Poli: rientro alla Samp per stupire
SAMPDORIA - La base era la squadra che aveva centrato affannosamente la promozione, dopo un sesto posto in B e il piazzamento playoff acciuffato anche grazie all'inopinato crollo finale del Padova. Poca cosa, quindi, a parte Romero (portiere comunque non esente da strafalcioni anche in cadetteria), l'ottimo centrale Gastaldello e i centrocampisti di quantità Munari e Obiang. A potenziare il reparto arretrato è arrivato Simon Poulsen, ed è il colpo migliore del mercato blucerchiato, ammirato al'Europeo come difensore di grande applicazione, tempista e puntuale nei recuperi. Meno fiducia ho in De Silvestri, eterna promessa di fascia destra il cui credito è vicino ad esaurirsi, se non compirà finalmente quest'anno il salto di qualità. La perdita di Volta potrebbe farsi sentire.
Nel mezzo, è alfine rimasto Poli ed è grasso che cola, il ragazzo ha grande eclettismo, buona tecnica e intelligenza tattica sufficiente per prendere in mano il gioco e far girare i compagni. Sopravvalutato l'arrivo di Maresca, centrocampista di grande spessore ma che, dopo aver raggiunto il top del rendimento cinque - sei anni fa, sembra aver imboccato la parabola discendente. La velocità e le incursioni di Estigarribia verranno utili, ma il giocatore è al momento un mistero, nella sua prima annata italiana è stato poco impiegato e ha fatto vedere poco o nulla. In avanti, è arrivato Maxi Lopez, che è buon attaccante ma che dalle nostre parti, al di là di una mezza stagione monstre a Catania, non ha mai fatto strage di portieri. Alza comunque il tasso di pericolosità di una prima linea che rischiava di aggrapparsi ai soli Eder e Pozzi, mortiferi in B ma da sempre assai "leggeri" al piano superiore. In definitiva, per i blucerchiati una salvezza tranquilla dovrebbe essere alla portata, ma pensare a qualcosa in più pare al momento eccessivamente ottimistico.
SIENA - Permanenza da inseguire con enormi affanni, per via della pesante penalizzazione e di una rosa che appare inferiore a quella dell'anno passato. L'indebolimento parte dalla panchina dove, con tutto il rispetto, Cosmi non vale Sannino. Sul campo, gli addii di Brkic, Rossettini e soprattutto Destro si faranno sentire. La porta, fra Pegolo e Campagnolo, non ha al momento un custode valido al cento per cento, ma Paci, Dellafiore, Rubin, Contini e Terzi innervano un reparto che, quantomeno negli scontri diretti, dovrebbe garantire discreta protezione alla squadra.
Al centro Coppola e Mannini portano tanto fervore, anche se raramente illuminato, Valiani cerca quella costanza di rendimento e quella "decisività" che raramente ha trovato agli alti livelli. Ci si affida soprattutto a D'Agostino, che deve ritrovare gli estri di un tempo, quelli che l'avevano portato in Nazionale e che gli consentivano di diventare autentico uomo squadra, prendendo per mano i compagni e accendendo girandole offensive altamente spettacolari e redditizie. Ci si attende un contributo più cospicuo da Bolzoni, centrocampista pochi fronzoli e tutta sostanza, e si guarda con speranza a Verre, prodotto del vivaio romanista, piedi fatati e cervello fino. Perplessità anche in avanti: ci si affida ancora alle alterne lune di Bogdani e all'indecifrabile Zé Eduardo, disastroso a Genova la stagione passata ma parso rigenerato nel pre campionato rossoblù. L'unica certezza è Calaiò, ma saprà ripetersi sui livelli dell'anno scorso? In Serie A non sempre è stato un cannoniere inesorabile...
TORINO - Dopo un avvio di mercato in tono minore, alla fine è venuto fuori un Toro coriaceo, che dovrà lottare per salvarsi ma che ha tutto per centrare l'obiettivo con discreto anticipo. C'è una piccola colonia di ex bandiere baresi (lo è stato anche mister Ventura), formata dal portiere Gillet, ormai una certezza, e dal roccioso centrocampista Gazzi, l'uomo giusto, col suo spirito indomito, per le sfide al calor bianco dei bassifondi. E' arrivato il veterano ex Cagliari Agostini a rimpolpare una difesa che avrà il suo perno nel giovane Ogbonna, sicuro e autoritario anche nei primi approcci con la maglia azzurra, e che potrà contare, fra gli altri, sul polacco Glik, uno dei protagonisti della promozione.
Nel mezzo, a parte il citato Gazzi, fosforo e ordine in quantità da parte di Brighi, rapidità, fisico e colpi di genio per un Birsa che al Genoa è rimasto un oggetto misterioso, ma che ha le doti per ben figurare nel campionato italiano. E attacco interessentatissimo, con un Cerci che se in giornata di luna buona può mettere a soqquadro qualsiasi difesa, un Bianchi deciso a dimostrare di essere fromboliere di vaglia anche nella massima serie e un Sansone la cui versatilità tattica sul fronte offensivo allarga ulteriormente il ventaglio di strade che conducono al gol, rendendo l'attacco granata uno dei più interessanti e imprevedibili della categoria. Squadra da tenere d'occhio...
Armero, uno dei big rimasti all'Udinese
Armero, uno dei big rimasti all'Udinese
UDINESE - Pozzo sta tirando un po' troppo la corda, col suo "modello Udinese". E questa volta ha forse esagerato: via in un colpo Handanovic, Isla, Asamoah, e poi Cuadrado, Floro Flores, Pazienza, Torje, Ferronetti... Tutto nell'anno della seconda qualificazione consecutiva ai preliminari di Champions, un traguardo e un impegno che meritavano ben altra considerazione. Il risultato non poteva che essere quello maturato sul campo, ossia l'eliminazione e il declassamento in Europa League, e non è un buon viatico per la stagione appena iniziata.
La squadra appare vistosamente indebolita, non sempre Guidolin potrà fare i miracoli, Di Natale non è eterno, e non è detto che ogni anno dal mazzo dei tanti giovani reclutati in giro per il mondo esca fuori il fuoriclasse di turno. Brkic è un portiere di discreto livello ma che ancora non vale Handanovic, e in Coppa ha alternato prodezze autentiche a perniciosi black out. Domizzi e Pasquale, dall'alto della loro esperienza, terranno insieme la difesa coadiuvati da un Benatia in crescita, mentre dovrebbero trovare spazio il giovane Faraoni e Andrea Coda, buon rincalzo. Nel mezzo fondamentali saranno la "legna" di Pinzi, le sgroppate di Armero, l'imprevedibilità di Lazzari, l'applicazione e la continuità nelle due fasi di Basta. L'attacco, come detto, chiederà ancora a Totò di gettare il cuore oltre l'ostacolo rappresentato dall'anagrafe, mentre dovrà ritagliarsi più spazio il jolly Fabbrini, esploso prepotentemente nel finale della stagione passata grazie alla sua classe, all'inventiva e alle ficcanti iniziative offensive. Attesa attorno allo sgusciante Muriel, ma, oggi, non mi sento di pronosticare un altro torneo d'avanguardia per questa Udinese. (3 - FINE).
ciao carlo, ho letto attentamente le tue analisi e devo dire che, sostanzialmente, mi ci ritrovo. Poi anche tu hai letto le mie e di fatto non ci discostiamo molto nei singoli giudizi. E' tuttavia impossibile adesso, seppur solo alle prime battute di campionato, non rivedere almeno in parte alcuni pareri. Ad esempio, Milan e Inter sono riuscite parzialmente a rimettersi in quota. Preferisco la squadra di Stramaccioni, nonostante la lezione di calcio patita contro la Roma. Il Milan però fa bene a lanciare da subito De Sciglio - solo così il talentuoso esterno, diventato "basso", dopo che nelle giovanili faceva quasi l'ala d'attacco - e Acerbi (visto come si è ben disimpegnato a Bologna, guadagnandosi in pratica la convocazione azzurra?) e a inserire il prima possibile almeno l'olandese De Jong, visto che la linea mediana è molto ridimensionata, specie a livello di leadership. Malissimo il Pescara, nonostante le buone intenzioni, bene le romane (ma in quel caso mi sono sbilanciato in favore di entrambe, soprattutto tenendo fede alla bravura dei due mister). Sorprende in positivo il mio Torino: nonostante il facile calendario abbia agevolato il compito, è innegabile che 4 punti su 6 non sono malaccio. La rivelazione iniziale è la Sampdoria, conferme da Catania, a mio avviso può davvero provare a spiccare il volo: da centrocampo in avanti è uno squadrone, almeno se rapportato all'odierna serie A.. alle prossime.. Gianni :-)
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