Nek: molto bene nelle charts
Bene i Big, non pervenute (o quasi) le Nuove Proposte. In parole poverissime, è questo il bilancio commerciale del Festival di Sanremo 2015, a due mesi dalla conclusione dell'evento. Un bilancio certo più dolce che amaro: molti dischi lanciati all'Ariston si son fatti dignitosamente largo nelle graduatorie di vendita e di download, ma il flop dei Giovani pesa, eccome, perché sul vivaio sanremese la gestione Conti aveva puntato molte fiches, in primis con il cambio di collocazione nella scaletta dello spettacolo, riportando cioè le esibizioni degli emergenti in "prime time", dopo anni di confinamento ad orari da vampiri. Ma torneremo più avanti su questo tasto dolente.
BUONA PRESENZA NELLE CHARTS - Per il resto, si diceva, il quadro non può che essere considerato soddisfacente, Se i tempi delle hit parade invase in massa dai dischi rivieraschi sono lontani, e lo abbiamo detto più volte in questi ultimi anni, i Big protagonisti dell'ultima kermesse hanno saputo farsi valere, eccome. Quest'anno abbiamo preso in considerazione i dati della FIMI, ossia il "vangelo" delle vendite in Italia, e la Superclassifica di Sorrisi e Canzoni TV, anch'essa un totem da decenni. Il dato di rilievo è sostanzialmente il seguente: il verdetto delle giurie liguri è stato confermato dai consumatori, i ragazzi del Volo hanno sbancato anche nei negozi reali e virtuali. Non basterà a zittire i loro critici "a prescindere", di certo rappresenta un buon viatico in vista dell'ormai imminente Eurovision Song Contest viennese, per il quale gli esperti preconizzano loro una corsa di testa.
FIMI - I vincitori del Festival e i Dear Jack hanno presidiato pressoché costantemente la Top ten degli album più venduti, rispettivamente con "Sanremo grande amore" e "Domani è un altro film - Seconda parte", sostando a lungo nelle primissime posizioni. Si è fatta onore anche Annalisa con "Splende", mentre ha sorpreso favorevolmente l'iniziale exploit di Nesli ("Andrà tutto bene" il suo cd), la cui svolta schiettamente pop è stata evidentemente ben digerita dal suo pubblico, e gli ha consentito perfino di allargare il personale bacino d'utenza. A inizio marzo è uscito il disco di Nek ("Prima di parlare"), che si è subito attestato nelle zone altissime, mentre nelle settimane scorse è stata la volta di Lorenzo Fragola, entrato addirittura direttamente al primo posto con "1995". Complimenti.
Si sono affacciati fra i primi dieci anche Marco Masini con "Cronologia" (una raccolta arricchita da alcuni inediti) e Malika Ayane con "Naif", mentre nelle posizioni di rincalzo (ho preso in considerazione solo quelle fino alla trentesima) sono riuscite a farsi parzialmente largo Chiara e Nina Zilli, peraltro su livelli inferiori alle attese. Ha invece piacevolmente stupito "Bianco e nero" di Bianca Atzei (che ha appena superato un delicato intervento chirurgico al cuore: in bocca al lupo!), per alcune settimane presente nei "dischi caldi" (così si definivano, un tempo, le posizioni dall'undicesima alla ventesima). Le Nuove proposte? sostanzialmente assenti, a parte un paio di comparsate (Caccamo in 29esima posizione, Amara in 30esima).
CERTIFICAZIONI - Ma il vero asso pigliatutto delle classifiche è stata la compilation "Supersanremo 2015", ininterrottamente in testa nella graduatoria dedicata, dall'uscita fino a oggi, pur non contenendo tutti i brani dei Big (mancano quelli di Britti, dei Dear Jack e della Atzei). La raccolta ha così, inevitabilmente, ottenuto la certificazione FIMI come "disco di platino", la stessa conquistata dal Volo, mentre al momento Nek e i Dear Jack devono... accontentarsi dell'oro. Sempre in ambito FIMI, la classifica dei singoli "Top Digital" ha rilanciato le azioni di Chiara, non brillantissima con l'album, mentre hanno ben figurato Il Volo, Nek, Annalisa e Fragola.
SORRISI - La mitica Superclassifica del periodico milanese fornisce un quadro grosso modo identico: gli album del Volo e dei Dear Jack, nonché la compilation (Sorrisi non ha una chart a parte per questo genere di dischi) sono stati sempre in primissima fila, spesso sul podio, Nek ha scalato rapidamente la montagna una volta uscito nei negozi, si sono discretamente difesi Annalisa, Nesli e, un po' più indietro, Masini e Malika; anche qui, da registrare l'exploit della Atzei, nei primi venti fino a metà marzo. E fra i singoli, il solito pokerissimo: Volo, Nek, Annalisa, Chiara e Fragola, al momento l'unico sanremese a resistere fra i primi dieci.
Giovanni Caccamo: lui e gli altri giovani non hanno sfondato
GIOVANI, DOVE SIETE? - Sanremo 2015 ha dunque aperto una significativa breccia nel mercato, ma rimane il buco nero delle Nuove Proposte. Un flop di queste proporzioni era difficile prevederlo, per quanto, personalmente, qualche dubbio l'avessi lasciato emergere già fin dall'analisi preliminare dei brani effettuata su questo blog: si era parlato, in estrema sintesi, di livello medio dignitosissimo, di alcuni pezzi davvero ben costruiti, moderni e orecchiabili che avrebbero potuto imporsi anche lontano dall'Ariston, ma si era anche detto che non vi erano guizzi di novità, operazioni coraggiose e un po' fuori dagli schemi del pop all'acqua di rose, come potevano esserlo lo Zibba, il The Niro o il Diodato dell'anno passato: buone produzioni, sì, ma che andavano ad affollare fasce già "intasate" di mercato, senza offrire alternative al mainstream che occupa le classifiche "manu militari". Mi autocito: "Un sostanziale rivolgersi a modelli di recente successo. Non è un modus operandi particolarmente produttivo, in generale: tentare di inserirsi in nicchie già sature è, di questi tempi, impresa disperata. Auguri a tutti, ma non sarà facile". Ecco, quindi, che il rischio di un rendimento inferiore alle attese poteva essere messo parzialmente in preventivo, per quanto la scarsa resa del pezzo vincitore, "Ritornerò da te" di Giovanni Caccamo, fresco e radiofonico al massimo, non può non lasciare esterrefatti.
ABOLIRE LE NUOVE PROPOSTE? MAI! - Non è servito nemmeno lo spostamento di orario, con le esibizioni degli emergenti posizionate in apertura delle serate del Festival, ma anche qui si potrebbe dire che non basta una singola edizione di Sanremo per porre rimedio a un quinquennio assurdo, in cui il "vivaio" è stato trattato quasi come un ingombro, piazzato a... mezzanotte e dintorni, fra un'ospitata inutile e l'altra. Ci vorrà tempo per raccogliere i frutti di questo ritorno alle sane abitudini di una volta, che però da solo non basterà. Ovviamente, non va preso nemmeno in considerazione chi chiede di eliminare dal Festival la sezione Nuove Proposte, che si è quasi sempre dimostrata linfa vitale per Sanremo e per la musica italiana in generale (sfogliate gli almanacchi e andate a vedere i nomi che sono emersi da questa categoria: altro che abolirla...).
SELEZIONE MODELLO TALENT? - Il ripristino della selezione autunnale lanciata da Baudo negli anni Novanta è progetto da portare avanti, ma da strutturare adeguatamente: quel periodo fu, per le Nuove proposte rivierasche, il più florido e prospero, il periodo in cui sbocciarono Giorgia, Bocelli, Irene Grandi, Carmen Consoli, Grignani, Silvestri, Di Cataldo e Paola & Chiara, solo per citarne alcuni. Ora, le gare televisive per cantanti in erba sono tutte modellate sul format "talent show", e la sensazione è che questo paventato "pre Sanremo 2016" non possa essere diverso. Però, occhio: "Destinazione Sanremo" dell'autunno 2002 fu proprio uno dei primi esperimenti di talent, e si risolse in un flop clamoroso, soprattutto perché sfornò, per il Festival 2003, una sezione Giovani nel complesso assai deboluccia (Dolcenera, Patrizia Laquidara, Daniele Stefani e pochissimi altri i nomi di spicco). E non è detto che oggi, col pubblico abituato a questo tipo di concorsi, la cosa possa funzionare meglio, proprio perché c'è un'offerta sovrabbondante in tal senso, mentre solo "Amici" ed "X Factor" hanno fin qui dimostrato di poter fare una credibile opera di scouting.
Ci si pensi bene, dunque; nel mio piccolo, posso dare un paio di suggerimenti: la categoria, più che abolita, andrebbe allargata, perché otto partecipanti rimangono una miseria. Allargarla non solo numericamente, però: ampliare lo spettro di generi rappresentato, dare un quadro il più completo possibile della produzione giovanile in Italia, non rivolgersi solo al pop da classifica e da radio private, dare uno sguardo al negletto mondo "indie", tornare a girare la Penisola, andando nei pub e nei mini - festival a visionare le esibizioni live di solisti e gruppi alle prime armi. Cercare, scovare e proporre novità, non la solita minestra.
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