Un giorno, forse, qualche gola profonda (o semplicemente un giornalista che sa fare il proprio mestiere) ci spiegherà cosa diamine sia accaduto, più o meno da San Silvestro a ieri pomeriggio, per alimentare l'antivigilia sanremese più movimentata e incomprensibile perlomeno dai tempi del famoso Festival 2004, quello targato Tony Renis. Cose mai viste: fughe di notizie, annunci irrituali e intempestivi, per chiudere la sarabanda con una novità assoluta, ossia l'allungamento della lista dei Big in extremis, a cast già reso noto.
Ormai i Campioni invitati all'Ariston erano sulla bocca di tutti: ufficializzati in maniera insolita e discutibile, l'ho scritto nel precedente post, attraverso un'intervista che il direttore artistico Amadeus ha rilasciato a un solo giornale, La Repubblica, in base a chissà quali valutazioni. Possibile che non si sia consultato coi vertici Rai prima di farlo? Possibile che nessuno gli abbia fatto notare la totale inopportunità di un passo del genere, che oltretutto, lo sottolineo nuovamente, ha parzialmente "bruciato" la trasmissione televisiva di ieri sera, lo speciale "I soliti ignoti" che doveva appunto servire anche a svelare il listone dei vip in gara a febbraio? Dopodiché, ecco l'ultimo colpo di scena: due big in più da aggiungere al cast. A memoria, credo non sia mai avvenuto prima nella storia del Festivalone.
E SE L'AGGIUNTA IN EXTREMIS DIVENTASSE UNA COSTANTE? - Ripeto: due nomi a integrare un cartellone già annunciato, Per fare ciò, oltretutto, era necessaria una modifica del regolamento, che ha continuato a parlare di gara con 22 Campioni fino al tardo pomeriggio di ieri, quando la versione aggiornata è stata inserita nel sito della rassegna. L'ampliamento dei posti a disposizione per i cantanti famosi è una costante di Sanremo, ma si è sempre verificata prima della comunicazione del cast, mai dopo. Una primizia assoluta, dunque, che in futuro potrebbe persino diventare una costante, rappresentando un gustoso elemento di suspense supplementare. Magari fatto meglio di così, riservandosi cioè cinque o sei nomi a sorpresa, e non solo due come avvenuto quest'anno. Stavolta, nonostante i sorrisi sciorinati a profusione ieri sera al Teatro delle Vittorie, è parso più che altro un affannoso tentativo di mettere una pezza a una situazione imbarazzante e per certi versi incomprensibile come quella creatasi a partire dal 31 dicembre: incomprensibile perché, lo ribadisco, non riesco a credere che siano state compiute determinate azioni senza valutarne l'impatto. Ma tant'è.
NIENTE GROSSI CALIBRI - Nella mattinata dell'Epifania, quando ha cominciato a circolare la voce di questo nuovo clamoroso annuncio, si sono sprecate le indiscrezioni, ed è stato fin troppo facile ipotizzare la presenza di personaggi "super", pezzi da novanta che avrebbero impreziosito il listone. Dipende poi cosa si intende per pezzi da novanta, perché quelli, in fondo, già c'erano: non si possono considerare tali i Pelù e i Gabbani, i Masini e le Grandi, fino all'Achille Lauro rivelazione del 2019? Sarebbe stato irrispettoso nei loro confronti creare un evento ad hoc per inserire nel gruppo due mega-assi che, automaticamente, avrebbero guadagnato i galloni dei favoriti e monopolizzato le luci dei riflettori. Quindi, niente Carmen Consoli o Gianna Nannini, niente Massimo Ranieri. Nessuna chance neppure per chi, come Bersani o i Kolors, qualche organo di stampa aveva dato in corsa fino all'ultimo. Sono arrivati due nomi inattesi e non certo destinati ad accendere fantasie ed entusiasmi.
BENE TOSCA, DUBBI SU RITA - Intendiamoci: Tosca è un'artista talentuosa, eclettica e in parte incompresa, la sua " Il terzo fuochista", presentata in concorso nel 2007, rimane uno dei gioielli più luccicanti (e purtroppo semi-dimenticati) della storia sanremese, la testimonianza di come su quel palco possano e debbano essere presentate anche opere destinate a non vendere dischi ma a emergere solo per le loro spiccate qualità. E' una presenza graditissima, insomma, e che, se guardiamo bene, si inserisce nella medesima linea artistica perseguita fin dall'inizio da Amadeus, una linea coraggiosa che ha badato poco ai nomi "da Rai 1", ai grandi classici che non fanno più cassetta, cercando in primis di avvicinarsi il più possibile ai gusti dei giovani e, in seconda battuta, di guardare più alla bontà delle proposte che alla fama di chi le ha presentate. Perché Tosca non è un'artista che muove legioni di fans o che fa parlare di sé, e perciò "deve" avere per forza un gran bel pezzo, e sono sicuro che la mia fiducia sia ben riposta.
Discorso un po' diverso per Rita Pavone, clamoroso repechage a distanza di quasi cinquant'anni (!) dall'ultima partecipazione in gara. Sinceramente una scelta difficile da comprendere, per una cantante con un grande, grandissimo passato dietro le spalle ma senza apprezzabili prospettive di mercato, sia in termini di vendite che di serate live. Una celebrazione di sicuro, magari anche una "convocazione" più "furba" che altro, per un personaggio comunque ancora popolarissimo presso il pubblico medio della rete ammiraglia. A questo punto sarebbe interessante, e sarebbe una decisione controcorrente da parte degli organizzatori, rendere noti quantomeno i nomi dei primi quindici - venti esclusi, come del resto è stato fatto tantissime volte in passato; e sarebbe estremamente interessante che le canzoni di questi esclusi venissero poi in qualche modo diffuse, dando al pubblico la possibilità di valutare la bontà della selezione effettuata. Lo aveva proposto, mi pare, Dario Salvatori una decina di anni fa, ma la cosa cadde nel vuoto.
IL PREZIOSO PAPIRO - Dunque, questa tempestosa antivigilia si chiude qui (forse). Un caos, lo ripetiamo, originato da una fuga di notizie resa possibile da un regolamento debole. Ma anche qui ci sarebbe da fare qualche considerazione: perché il primo listone, quello dei ventidue, era già in possesso di diversi giornalisti da qualche giorno, come qualcuno ha candidamente ammesso? Perché devono esserci questi "spifferi" informativi? Quale ne è l'utilità? Dopodiché, se il prezioso "papiro" prende a girare, è ovvio che qualcuno fiuti lo scoop e lo pubblichi: sbagliando solo se ha tradito un accordo. Ma l'errore alla base, gravissimo, è di chi ha fatto uscire la notizia dalle segrete stanze della Rai.
UN FESTIVAL STIMOLANTE - Nelle ultime ore non sono mancati gli strali velenosi verso Amadeus; io stesso, ripeto, non ho capito il gesto dell'annuncio anticipato con tutto ciò che ne è conseguito. Già se ne intona il de profundis sanremese, nel senso che difficilmente lo si immagina alla guida anche dell'edizione 2021. Su questo posso essere d'accordo, ma intanto direi di aspettare di vedere come sarà la kermesse ormai imminente. Al netto delle polemiche, politiche e giornalistiche, il cast dei Campioni ha comunque molto di interessante. Se non si è prigionieri della nostalgia, anzi, di materiale stimolante ce n'è a iosa: bisogna guardare avanti, aggiornarsi musicalmente, e lo si può fare anche ascoltando ciò che ci propongono volti nuovi come i Pinguini Tattici, Junior Cally (che si esibisce mascherato, non propriamente una novità, se ricordate The Bloody Beetroots nel 2014), Rancore, Anastasio. Su con la vita, dunque, e sguardo in avanti. Aspettiamo ora qualche grande voce straniera, di quelle che "Ama" aveva promesso, e co-conduttrici che siano professioniste dello spettacolo, showgirl autentiche, non sopravvalutate giornaliste prestate al palcoscenico. Intanto, il discusso anchorman ha portato a casa, ieri, una serata televisiva con ottimi ascolti, rafforzando la sua posizione in Rai a dispetto dei passi falsi.
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