Candreva: migliore in campo a Reggio Emilia
La disfatta del Bernabeu ha lasciato il segno, ed era ovvio. L'ampiezza del risultato, ma soprattutto il divario abissale sul piano del gioco, non potevano non minare profondamente le certezze di una squadra, quella azzurra, in fase di formazione e di crescita. Ci vorrà del tempo per assorbire il colpo e rimettersi in carreggiata, e nel frattempo non resta che limitare i danni vincendo, in un modo o nell'altro. Considerazioni lapalissiane che anche il pubblico di uno stadio dovrebbe comprendere: magari provvedendo prima a riempirlo, codesto stadio (affollare l'impianto di Reggio Emilia non mi pare sia impresa titanica...), e poi evitando di fischiare la squadra di casa dopo appena dieci - quindici minuti balbettanti. Perché i milioni, quelli del conto in banca dei calciatori, in campo scompaiono, contano invece le emozioni, la tensione, la paura di sbagliare, che ieri erano al diapason dopo l'infernale notte madrilena.
LA MATURITA' DEL PUBBLICO - Un pubblico maturo lo capisce, e il bell'inizio dell'Italia, con quell'azione in velocità Insigne - Darmian e il tiro di Belotti a lato di un soffio, avrebbe dovuto rappresentare un ulteriore stimolo a fornire un sostegno inesausto alla spaurita truppa di Ventura. Non è accaduto, e se dopo i primi errori e i primi impacci ti rendi conto di giostrare in un ambiente freddo quando non ostile, tutto diventa più difficile. Insomma, so bene che i problemi del calcio italiano e della rappresentativa sono altri, ma ogni tanto prendersela coi tifosi, col loro modo di approcciare l'evento, ha un suo perché: chi sta sugli spalti dovrebbe forse immedesimarsi maggiormente con chi sta in campo, invece di bearsi di cori idioti come quello che, ormai da anni, accompagna dalle nostre parti i rilanci dei portieri avversari. Passiamo oltre.
PRIMO TEMPO... A LUCI ROSSE - La prestazione del Club Italia è stata... quel che è stata. Primo tempo inguardabile, si diceva, al netto dell'occasione iniziale di Belotti e di quella finale di Insigne, che ha calciato sul portiere da distanza ravvicinata. Fra le due palle gol, meglio Israele, in un paio di ripartenze fulminanti e un tiro dalla distanza di Cohen sventato in angolo da Buffon. Un buon saggio di calcio all'italiana in versione modernizzata, quello dei ragazzi di Levy: difesa chiusa a doppia mandata, persino troppo in certe fasi del match, ma non del tutto passiva, con veloci contropiede che hanno mandato in affanno i nostri. Una tattica che è risultata redditizia anche perché l'Italia l'ha facilitata, con la sua esasperante lentezza nella tessitura della manovra, e certi squilibri che portavano la squadra ad essere troppo schiacciata in avanti, facendo mucchio nella metà campo avversaria e lasciando zone scoperte dietro.
TANTE OCCASIONI - Un disastro, insomma, del quale non aveva alcuna colpa la precaria condizione fisica settembrina, tanto strombazzata. Lo ha dimostrato il secondo tempo, quando è bastato alzare un tantino il ritmo e cominciare a giostrare con discreta rapidità per mettere in ambasce gli orientali. Pur senza miracol mostrare, sono scaturite palle gol in quantità apprezzabile: Immobile il più incisivo, con un'inzuccata fuori di poco e un tiro angolatissimo deviato in corner. Giusto quindi che fosse il laziale, del resto protagonista di un ottimo avvio di stagione in maglia Lazio, a siglare il punto decisivo, con un perfetto colpo di testa su traversone di Candreva. Poi ci hanno provato Zappacosta e Verratti da fuori, Belotti due volte (la prima di testa con prodezza del portiere Harush, la seconda con un destro di prima intenzione su assist di Candreva ribattuto dall'estremo ospite), e persino Barzagli con un tocco sotto misura. Qualche altro rischio, sulle controffensve israeliane sempre più sporadiche, ma sullo scatenato Ben Chaim salvavano prima Zappacosta con un prodigioso recupero, e poi Buffon neutralizzandone il tentativo di pallonetto.
CONTI, ZAPPACOSTA E DARMIAN - La ripresa, insomma, dava un po' di colore alla pallida prestazione azzurra, tanto che alla fine l'1-0 poteva perfino considerarsi troppo avaro per i nostri. Restituito tono alla manovra, rimanevano però imprecisione e precipitazione al momento conclusivo a spegnere ulteriori sogni di gloria. Ventura ha riproposto, incrollabile, il contestatissimo 4-2-4. Di certo ha avuto più senso farlo con Israele che non con la Spagna, e se non ha funzionato, nel primo tempo, è stato soprattutto per la scarsità di idee e il minimo apporto fornito da alcuni elementi tatticamente importanti. Astori, ad esempio, ha provato a fare il Bonucci, avanzando e tentando di dire la sua in impostazione, ma non è proprio cosa, mentre dalle fasce non è arrivato l'atteso contributo in fase di spinta. Fra Conti e Darmian meglio comunque il primo, più propositivo e utilissimo in ripiegamento, in particolare con una chiusura in extremis su Kabha a un passo da Buffon. L'ingresso di Zappacosta ha portato maggior brio, col neo acquisto del Chelsea che ha saputo far bene sia in copertura che nelle proiezioni offensive, cercando anche il tiro in porta. E Candreva ha confermato il suo buon feeling con l'azzurro, conquistando la palma di migliore in campo: oltre a quello decisivo per Immobile, una serie di altri assist al bacio non sfruttati da Insigne e Belotti (due volte) e una presenza costante al cross: è stato alla fine il più cercato dai compagni, un approdo sicuro per il pallone, l'unico vero ispiratore delle nostre iniziative d'attacco.
IMMOBILE E BELOTTI, SERVE PIU' EFFICACIA - Questo ha dunque detto la serata emiliana. Che l'Italia di Ventura pende... a destra, ben coperta da Zappacosta e Conti dietro e da Candreva in avanti. Che al centro della difesa ci vogliono alternative più affidabili di Astori (Rugani e Romagnoli sono pronti); che Insigne è ancora troppo fumoso e impreciso in azzurro; che Immobile - Belotti è la coppia gol ideale, ma i due devono affinare la mira; che, infine, Verratti in un contesto simile fatica a prendere in mano le redini del gioco e a imprimere la sua firma sul centrocampo, affiancato da un De Rossi non più fulmine di guerra e da incursori non sempre attenti al lavoro di filtro. Si deve così limitare a compiti di interdizione riservandosi pochi lampi al momento di costruire. Storia vecchia, alla quale bisognerà prima o poi porre rimedio. Lo si potrà fare in discreta tranquillità nelle prossime due gare, con la qualificazione ai playoff ormai ipotecata, anche se occorre continuare a far punti per evitare brutti (ma improbabili) scherzi in tema di classifica delle migliori seconde.
secondo me da salvare è solo, oltre ovviamente al risultato, l'ottima intesa a destra tra Candreva e Zappacosta... si cercavano,duettavano, si trovavano ad occhi chiusi, giocando in velocità, di prima,davvero lodevoli. A sinistra non era possibile, anche perchè c'erano improvvisati interpreti.. Insigne, potenzialmente uno dei migliori, non può giocare larghissimo a sinistra... Non ha il passo, è rapido ma non velocissimo sullo slancio (e poi il 99% dei difensori lo sovrasterebbe fisicamente, basta sbilanciarlo un attimo in fondo). Nel tridente invece a tratti è devastante. Con le debite proporzioni, mettessimo Neymar larghissimo a sinistra, inciderebbe in egual modo di quando gioca attaccante esterno? Darmian non mi dispiace ma credo in prospettiva vedremo Spinazzola, in questo periodo però ancora "frastornato". Ovviamente escludo De Sciglio, il cui approdo alla jUVE a quanto pare vale solo per nutrire il parco riserve. Poi continuo a pensare che Belotti e Immobile non rendano al massimo insieme. In precedenza sembravano ben assortiti ma in questa ultime due partite non si sono mai cercati nè trovati... il centrocampo però è la vera nota dolente. In attesa che Verratti diventi, non dico decisivo, ma almeno incisivo in azzurro (gli alibi stanno terminando, gli rimane quello meramente tattico, non è adatto a una mediana a due, in carriera da professionista ha sempre giocato a tre in mezzo...) Alibi però che sinceramente lascia il tempo che trova, ieri ad esempio avrebbe potuto osare di più, non aveva davanti iniesta, busquets e soci. Sono molto scettico e mi auguro che nel corso del torneo emergano elementi nuovi.. non mi pare di buon auspicio il fatto che zappacosta sia andato a infoltire la rosa del chelsea anche se in cuor mio sono convinto che il nostro terzino potrebbe stupire in Premieri, me lo auguro davvero... Anche Bernardeschi rischia di rallentare paradossalmente la sua corsa. Se alla Juve nemmeno Douglas Costa sta vedendo il campo, credo sarà impresa anche per lui trovare spazio tra i titolari, nonostante le tante competizioni. In difesa poi qualcuno tra caldara, rugani e romagnoli deve dare garanzie anche in azzurro coi "grandi". Forza Azzurri sempre ma quest'anno rischiamo di grosso mi sa
RispondiEliminaCondivido in linea di massima le tue posizioni. Riguardo a De Sciglio, spero che faccia come altri calciatori che, una volta indossata la maglia della Juve, hanno visto impennare il loro rendimento. Del resto, se non è il fenomeno che si pensava potesse diventare, è comunque un laterale che può figurare dignitosamente anche a livello internazionale, come ha più volte dimostrato in azzurro anche in occasioni importanti. Su Verratti è d'obbligo la pazienza: certo deve osare di più, ma è un ragazzo che da anni è titolare in uno dei top club europei; se poi arriva in Nazionale e fa il compitino mi porrei qualche domanda, principalmente di origine tattica. Belotti e Immobile secondo me possono funzionare insieme, alla fine anche in una partita modesta come quella contro Israele entrambi hanno avuto numerose occasioni, pur senza contare su un appoggio costante del centrocampo.
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