L'anno scorso, di questi tempi, uno dei primi articoli "boom" del mio giovane blog fu quello dedicato ai grandi "esclusi" nella storia del Festival di Sanremo, ossia quei brani non ammessi a partecipare alla kermesse rivierasca ma che, in seguito, ebbero comunque modo di emergere e di farsi apprezzare, o comunque di far parlare di sé. Opere, insomma, che pur non superando l'esame delle varie commissioni esaminatrici, una piccola o grande traccia nella storia musicale italiana la lasciarono. Citai, fra le altre, "Il Riccardo" di Gaber, "Sangue al cuore" dei Nomadi, "Un'auto targata TO" di Dalla. Ma di materiale ce n'è in abbondanza per sfornare una seconda puntata di questa "passerella dei delusi".
Partiamo dal 1973, quando Sanremo mancò l'occasione di lanciare in orbita quello che sarebbe diventato uno dei più grandi cantautori dei successivi quarant'anni. Dopo il felice debutto a capo dei Delirium, dodici mesi prima (Jesahel è un evergreen festivaliero), il giovane Ivano Fossati si presentò come solista, con "Vento caldo", ma non convinse la commissione selezionatrice.
Saltiamo fino al 1981. Curiosa la vicenda che coinvolse il complesso "La Bottega dell'arte", già in gara al Festival l'anno precedente, nella categoria Big. Inserito inizialmente nell'elenco dei partecipanti con il brano "Vecchio rock", che si stacca un po' dal loro consolidato stile, il gruppo fu poi costretto a rinunciare "per ragioni discografiche" (così almeno scrissero i giornali dell'epoca) e venne sostituito da Orietta Berti. Sarà stato un caso o forse no, ma da quel forfait per "La Bottega" iniziò la parabola discendente.
Ed ecco una delle esclusioni ancora oggi più discusse e contestate. Tante le richieste di partecipazione al Festival dell'85 e molti i nomi illustri che rimasero fuori: fra questi, Mia Martini, che dovette accontentarsi di essere nominata "riserva", insieme a Bobby Solo, Sergio Caputo e i Passengers. Una scelta considerata da molti delittuosa: il suo pezzo, "Spaccami il cuore", è indubbiamente una composizione raffinata ed elegante, che porta la firma di Paolo Conte, nientemeno. In realtà, si tratta di una canzone che necessita di numerosi ascolti prima di far breccia, e che personalmente, nonostante il prestigioso autore, a tutt'oggi non mi sento di considerare come una delle migliori del repertorio della compianta interprete calabrese. Va però anche detto che, visti certi brani mediocri invece accettati in gara quell'anno (in primis "Notte serena" di Christian), questo avrebbe letteralmente giganteggiato. Mia potè poi presentare "Spaccami il cuore" ad altre due manifestazioni organizzate da Gianni Ravera, l'inedita "Poker di maggio" (proprio al teatro Ariston, fra l'altro: kermesse a squadre che si svolse solo quell'anno) e la classica "Saint Vincent estate".
Ancora un bel salto, stavolta fino al 1993. Dopo due secondi posti nel girone dei giovani, Irene Fargo, voce avvolgente e stile originale, tentò l'iscrizione fra i Big, ma la sua "Non sei così" non superò l'ultima selezione. Un testo rabbioso contro un uomo arido, senz'anima, forse anche crudele, dal quale non si può che fuggire.
Anche nel 1994 i selezionatori, capitanati dal nuovo direttore artistico Pippo Baudo, fecero "strage" di nomi illustri e di proposte tutt'altro che modeste, come "La sua figura" di Giuni Russo.
Nello stesso anno, ci provò Little Tony con un pezzo forse non del tutto nelle sue corde. "Dentro ad ogni cosa" ha spessore e una scrittura non banale: raggiungerà comunque il successo negli anni successivi, proposto direttamente dagli autori, il gruppo degli Audio 2, in un'incisione impreziosita addirittura dalla voce di Mina.
Nel 2002, ennesima delusione per Marcella, che da anni tentava un ritorno all'Ariston (e ci riuscirà, come concorrente, solo nel 2005, dopo un'ospitata nel 2004). Non male davvero questa "La regina del silenzio", griffata Renato Zero.
Altra sfilza di musi lunghi nel 2003. Scatenò non poche polemiche l'esclusione dei Velvet con "Miss America", brano con un sottotesto politico nemmeno troppo mascherato (e particolarmente coraggioso in quel periodo: ricordiamo che eravamo nell'epoca delle Torri gemelle e delle successive guerre in Afghanistan e Iraq), un rock ottimamente costruito, dall'impianto contemporaneo e di notevole impatto.
Nello stesso anno, rimase fuori anche Mietta, il cui pezzo, "Abbracciati e vivi", pop moderno dalle sonorità elettro - dance, non avrebbe certo sfigurato.
Siamo al 2009, l'inizio di una nuova era per Sanremo, dopo il fallimento (in termini di audience) dell'edizione 2008 che aveva addirittura messo a repentaglio la sopravvivenza stessa della kermesse. Il duo Bonolis - Mazzi riuscì a risollevare e a svecchiare la manifestazione, ma rimango dell'idea che si potesse far meglio nell'allestimento del cast dei Big, ad esempio dando spazio a questa intensa "Se veramente Dio esisti", composizione degli Avion Travel, i quali dopo la sorprendente vittoria del 2000 non hanno più trovato spazio all'Ariston.
Chiudiamo con un "jolly": Don Backy, già altre volte citato su questo blog, assente da Sanremo dai primi anni Settanta. Più volte ha tentato di rimettervi piede, e mai le sue proposte sono state prese in considerazione. Nel 1995 arrivò addirittura al punto di inscenare una clamorosa protesta pubblica: nudo davanti al Colosseo, in segno di ribellione nei confronti di quello che riteneva un inspiegabile ostracismo decretato nei suoi confronti dalla Rai. Di certo c'è che questo cantante e autore dalla sensibilissima vena poetica non ha potuto usufruire di tutti gli spazi mediatici che altri artisti suoi contemporanei hanno continuato ad avere, anche quando il loro astro era ormai irrimediabilmente in declino. Fra i vari pezzi presentati da Don Backy alle selezioni per il Festival, ricordiamo "Se io fossi amore", che nel 2002 avrebbe dovuto interpretare in coppia con Milva. Brano di stampo tradizionale ma di indubbio effetto.
Partiamo dal 1973, quando Sanremo mancò l'occasione di lanciare in orbita quello che sarebbe diventato uno dei più grandi cantautori dei successivi quarant'anni. Dopo il felice debutto a capo dei Delirium, dodici mesi prima (Jesahel è un evergreen festivaliero), il giovane Ivano Fossati si presentò come solista, con "Vento caldo", ma non convinse la commissione selezionatrice.
Saltiamo fino al 1981. Curiosa la vicenda che coinvolse il complesso "La Bottega dell'arte", già in gara al Festival l'anno precedente, nella categoria Big. Inserito inizialmente nell'elenco dei partecipanti con il brano "Vecchio rock", che si stacca un po' dal loro consolidato stile, il gruppo fu poi costretto a rinunciare "per ragioni discografiche" (così almeno scrissero i giornali dell'epoca) e venne sostituito da Orietta Berti. Sarà stato un caso o forse no, ma da quel forfait per "La Bottega" iniziò la parabola discendente.
Ed ecco una delle esclusioni ancora oggi più discusse e contestate. Tante le richieste di partecipazione al Festival dell'85 e molti i nomi illustri che rimasero fuori: fra questi, Mia Martini, che dovette accontentarsi di essere nominata "riserva", insieme a Bobby Solo, Sergio Caputo e i Passengers. Una scelta considerata da molti delittuosa: il suo pezzo, "Spaccami il cuore", è indubbiamente una composizione raffinata ed elegante, che porta la firma di Paolo Conte, nientemeno. In realtà, si tratta di una canzone che necessita di numerosi ascolti prima di far breccia, e che personalmente, nonostante il prestigioso autore, a tutt'oggi non mi sento di considerare come una delle migliori del repertorio della compianta interprete calabrese. Va però anche detto che, visti certi brani mediocri invece accettati in gara quell'anno (in primis "Notte serena" di Christian), questo avrebbe letteralmente giganteggiato. Mia potè poi presentare "Spaccami il cuore" ad altre due manifestazioni organizzate da Gianni Ravera, l'inedita "Poker di maggio" (proprio al teatro Ariston, fra l'altro: kermesse a squadre che si svolse solo quell'anno) e la classica "Saint Vincent estate".
Ancora un bel salto, stavolta fino al 1993. Dopo due secondi posti nel girone dei giovani, Irene Fargo, voce avvolgente e stile originale, tentò l'iscrizione fra i Big, ma la sua "Non sei così" non superò l'ultima selezione. Un testo rabbioso contro un uomo arido, senz'anima, forse anche crudele, dal quale non si può che fuggire.
Anche nel 1994 i selezionatori, capitanati dal nuovo direttore artistico Pippo Baudo, fecero "strage" di nomi illustri e di proposte tutt'altro che modeste, come "La sua figura" di Giuni Russo.
Nello stesso anno, ci provò Little Tony con un pezzo forse non del tutto nelle sue corde. "Dentro ad ogni cosa" ha spessore e una scrittura non banale: raggiungerà comunque il successo negli anni successivi, proposto direttamente dagli autori, il gruppo degli Audio 2, in un'incisione impreziosita addirittura dalla voce di Mina.
1997, primo anno del dopo Baudo. Il cast dei Big risultò un po' debole sul piano dei nomi (mentre molti brani si riveleranno inaspettatamente validissimi e destinati a durare nel tempo), e una composizione delicata come "Piano inclinato" di Mariella Nava ci sarebbe stata senza scandalo.
Nel 2002, ennesima delusione per Marcella, che da anni tentava un ritorno all'Ariston (e ci riuscirà, come concorrente, solo nel 2005, dopo un'ospitata nel 2004). Non male davvero questa "La regina del silenzio", griffata Renato Zero.
Altra sfilza di musi lunghi nel 2003. Scatenò non poche polemiche l'esclusione dei Velvet con "Miss America", brano con un sottotesto politico nemmeno troppo mascherato (e particolarmente coraggioso in quel periodo: ricordiamo che eravamo nell'epoca delle Torri gemelle e delle successive guerre in Afghanistan e Iraq), un rock ottimamente costruito, dall'impianto contemporaneo e di notevole impatto.
Nello stesso anno, rimase fuori anche Mietta, il cui pezzo, "Abbracciati e vivi", pop moderno dalle sonorità elettro - dance, non avrebbe certo sfigurato.
Siamo al 2009, l'inizio di una nuova era per Sanremo, dopo il fallimento (in termini di audience) dell'edizione 2008 che aveva addirittura messo a repentaglio la sopravvivenza stessa della kermesse. Il duo Bonolis - Mazzi riuscì a risollevare e a svecchiare la manifestazione, ma rimango dell'idea che si potesse far meglio nell'allestimento del cast dei Big, ad esempio dando spazio a questa intensa "Se veramente Dio esisti", composizione degli Avion Travel, i quali dopo la sorprendente vittoria del 2000 non hanno più trovato spazio all'Ariston.
Chiudiamo con un "jolly": Don Backy, già altre volte citato su questo blog, assente da Sanremo dai primi anni Settanta. Più volte ha tentato di rimettervi piede, e mai le sue proposte sono state prese in considerazione. Nel 1995 arrivò addirittura al punto di inscenare una clamorosa protesta pubblica: nudo davanti al Colosseo, in segno di ribellione nei confronti di quello che riteneva un inspiegabile ostracismo decretato nei suoi confronti dalla Rai. Di certo c'è che questo cantante e autore dalla sensibilissima vena poetica non ha potuto usufruire di tutti gli spazi mediatici che altri artisti suoi contemporanei hanno continuato ad avere, anche quando il loro astro era ormai irrimediabilmente in declino. Fra i vari pezzi presentati da Don Backy alle selezioni per il Festival, ricordiamo "Se io fossi amore", che nel 2002 avrebbe dovuto interpretare in coppia con Milva. Brano di stampo tradizionale ma di indubbio effetto.
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