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venerdì 1 febbraio 2013

GENOA E PALERMO, OVVERO COME SI PUO' FARE UN MERCATO INTELLIGENTE ANCHE A GENNAIO

                             Cassani, dalla Fiorentina al Genoa: ultimo colpo rossoblù

Considero la lunga finestra di mercato di gennaio una delle poche novità positive introdotte dal tanto esecrato (giustamente) "calcio moderno". E' giusto che, a metà di un percorso agonistico lungo un anno, venga data alle società la possibilità di rimediare agli errori commessi in estate, di colmare le lacune emerse nell'arco di sei mesi, di sistemare altrove atleti che, per i più svariati motivi, non si sono integrati o non si sono rivelati funzionali al progetto tecnico, rimpiazzandoli con altri più in linea con le esigenze della squadra e, perché no, con i dettami tattici degli allenatori nel frattempo subentrati. Certo, questo secondo round della campagna trasferimenti ha anche i  suoi lati negativi: uno su tutti, le squadre vanno impostate durante il mercato estivo, in inverno intervenire per aggiustare il tiro è decisamente difficile, le occasioni autentiche (nel senso di nomi altisonanti e di primo livello) sono pochissime e spesso si deve puntare su giocatori che nelle compagini di provenienza erano relegati ai margini del campo (anche se finire in panchina non è sempre sinonimo di carenza di doti: c'è chi fa da comparsa in un club e diventa protagonista in un altro). In seconda battuta, cambiare diversi elementi dell'organico in pieno inverno significa poi dover trovare l'amalgama e inserire i nuovi in tempi strettissimi, perché se si è cambiato molto vuol dire che la classifica piange e, quando si è con l'acqua alla gola, il tempo passa ancora più velocemente... 
MERCATO INTELLIGENTE - E', quest'ultimo, il caso del Genoa e del Palermo. Che però, in queste settimane, hanno anche fornito la dimostrazione di come, in quello che un tempo veniva chiamato mercato di riparazione, sia possibile operare con oculatezza ed efficacia. Rossoblù e rosanero si erano presentati ai nastri di partenza del torneo come due delle squadre più indebolite rispetto all'ultima stagione, fiaccate da un depauperamento tecnico che, oltre a metterne a repentaglio gli immediati destini in campionato, non faceva onore a un passato recentissimo che ha visto i due sodalizi emergere come due delle realtà più intriganti del nostro football, capaci di lanciare calciatori giovani di altissima qualità, di rilanciarne altri prima confinati in un cono di mediocrità, e di avvicinare spesso i quartieri nobili della massima serie (Genoa in lotta per un posto Champions nel 2009, come il Palermo nel 2010). Il campo, che solo di rado mente, si era incaricato di confermare le perplessità emerse in agosto, relegando i due team nei bassifondi. 
GENOA, FINALMENTE GLI INNESTI GIUSTI - Zamparini e Preziosi, per tanti motivi al centro delle contestazioni delle rispettive tifoserie, non sono rimasti insensibili ai campanelli d'allarme. E ciò deve andare a merito soprattutto del Joker, che, ricordiamolo, è proprietario disamorato in attesa di qualcuno di affidabile che gli subentri alla guida del Grifone (figura di imprenditore che, peraltro, non sembra volersi stagliare all'orizzonte). Da anni, il Genoa aveva la lacuna principale in una difesa colabrodo, e sei mesi fa, incredibilmente, non vi si era posto rimedio, se non con un Canini che sulla carta si presentava come un elemento di grana buona (il curriculum non mentiva) ma che, alla prova dei fatti, ha trapanato vistosamente l'acqua. Ebbene, sotto la Lanterna sono arrivati Manfredini, perno della terza linea atalantina, e Portanova, bandiera del Bologna e già al Genoa ai grigi tempi della gestione Scerni (ma era un ragazzino e nessuno ne avrebbe potuto pronosticare una carriera così lunga e fruttuosa). In più è rimasto Granqvist, nonostante le tante sirene, e anche questo rappresenta un bel cambio di rotta rispetto ai tempi recenti:  "Lo svedese, Borriello e Immobile non si muoveranno", aveva detto Prez pochi giorni fa, ed è quello che è successo. Pensando a certe cessioni repentine del passato, molti supporters non credono ai loro occhi...
RIECCO FLORO - Ancora: la fascia destra difensiva era rimasta completamente sguarnita a causa di infelicissime scelte di mercato, e in pratica affidata al solo Sampirisi, buon prospetto ma in evidenti difficoltà nel caos tecnico e tattico di questi primi mesi: ebbene, sono approdati in rossoblù prima Eros Pisano e, in extremis, nientemeno che Cassani, fino al 2011 nazionale azzurro e spesso titolare con Prandelli, comprimario nella nuova Fiorentina dei giovani e degli stranieri ma di certo ancora in grado di dire la sua. Mancava un centrocampista con fosforo, uno che dettasse geometrie e desse organizzazione, ed ecco arrivare i piedi buoni e il cervello fino di Matuzalem, "anziano ma sempre valido", come si diceva un tempo. Infine, serviva una pedina alternativa per l'attacco, ed è stato riportato in patria Floro Flores, mai abbastanza rimpianto da queste parti dopo l'exploit del 2011 sotto la guida di Ballardini (peccato per l'immediato infortunio, comunque non grave, dopodiché dovrà recuperare al più presto una condizione parsa finora assai approssimativa). Se entrambi, all'epoca, fossero restati in rossoblù, forse la storia recente del Grifone sarebbe stata diversa e più tranquilla: il napoletano aveva trovato in Liguria l'habitat ideale sul piano umano e calcistico, il trainer romagnolo aveva dato alla squadra un gioco senza fronzoli, non divertentissimo ma concreto ed essenziale, equilibrato, capace di produrre ottimi risultati soprattutto in casa. Infine, ciliegina sulla torta, un Marco Rigoni che a Chievo ha fallito, ma che rimane mezzala dalle intuizioni folgoranti, e che rappresenta un'alternativa di lusso, un asso nella manica per risolvere partite intricate. Il tutto, senza dimenticare l'eclettico ancorché discontinuo Olivera, altro cavallo di ritorno.

                                   Boselli e il suo famoso gol alla Samp, anno 2011

QUALITA' E... ARGENTINA PER IL NUOVO PALERMO - Il Palermo, adesso: dopo aver incautamente fondato la stagione su elementi gloriosamente retrocessi con la maglia del Novara, come Ujkani e Morganella, e su altri giocatori di scarso peso a livello di Serie A come Giorgi, in Sicilia si sono resi conto che occorreva rimpolpare l'organico sul piano della classe pura: lo stesso Gasperini, che pure è tecnico capace di trarre il 110 per cento dai suoi giocatori e di impostare squadre anche belle a vedersi, non poteva fare le nozze coi fichi secchi. Ebbene, ecco arrivare fra i pali Sorrentino, portiere completo, spesso decisivo, per continuità di rendimento e doti tecniche uno dei migliori numeri uno del torneo, e non da oggi, e per la terza linea c'è pure un Aronica che per anni ha fatto bene al Napoli e che ora è ansioso di riscatto, dopo le incertezze che ne hanno macchiato questi mesi in azzurro. 
Per la fascia sinistra è approdato in rosanero un Dossena che fino all'anno scorso era considerato uno dei tre migliori italiani nel ruolo, assieme a Criscito e Balzaretti, più volte provato anche in azzurro (già dai tempi di Lippi CT) per poi perdere considerazione in casa partenopea, scalzato da Zuniga. Magari può destare qualche perplessità l'arrivo, proprio dal Genoa, del centrocampista di quantità Anselmo, deludentissimo nella sua esperienza ligure, mentre oltremodo stuzzicanti risultano i "colpi" Formica, referenziatissimo centrocampista argentino di classe e sostanza, e di quel Boselli anch'esso legato a filo doppio ai destini recenti del Genoa: un suo gol in pieno recupero nel derby sancì virtualmente la retrocessione dei cugini sampdoriani, e gli guadagnò imperitura gratitudine da parte dei sostenitori del Grifo. Al di là di queste storie  di rivalità cittadine, è un attaccante coi piedi buoni, tecnico e potente, che a occhio e croce dovrebbe integrarsi a meraviglia con lo sgusciante e fantasioso Miccoli. Un Palermo molto argentino, in pieno stile Lo Monaco, contando anche l'arrivo di Sperduti e le incoraggianti prove fin qui fornite dal giovanissimo Dybala. E in chiusura, l'innesto di Fabbrini, che ad Udine fra la fine dello scorso torneo e la prima parte di quello in corso non stava facendo male, pur nell'ambito di un impiego contingentato, ma in Sicilia dovrebbe trovare più spazio per esprimere il suo talento e la sua fantasia di jolly offensivo. Nel suo caso, la continuità nello scendere in campo dovrebbe far rima con maggiore continuità di rendimento, perché le doti le ha e le ha già in parte mostrate. 
DALLA TEORIA ALLA PRATICA... - Non è poco. Chiaro che sono tutti discorsi sulla carta: le difficoltà non mancano, soprattutto, lo ripetiamo, quelle di inserimento dei nuovi in tempi limitatissimi, e a ciò va aggiunta una classifica che, per entrambe, è stata resa drammatica da una prima parte di cammino del tutto fallimentare, e che quindi consente ridottissimi margini di errore e moltiplica l'ansia di far risultato, che non è mai positiva. Però lo sforzo compiuto è stato grande da parte di entrambe le dirigenze, non lo si può negare, così come non si può negare che, stante il materiale non sempre esaltante proposto dal mercato invernale, gli elementi acquisiti siano di tutto rispetto, per qualità, esperienza, personalità e garanzia di rendimento. Ciò non vuol dire che Genoa e Palermo riusciranno a salvarsi, ma, a leggerne i nuovi organici, non paiono proprio due candidate alla retrocessione. 
IL MERCATO DELLE ALTRE - In breve le altre: nei quartieri alti, bene hanno fatto Milan (oltre Balotelli, Zaccardo è rinforzo di spessore per la difesa, e Salamon un buon investimento sul futuro) e Napoli (Armero è una garanzia, Calaiò il rincalzo che ci voleva in attacco, Rolando un difensore di statura internazionale); sufficiente il mercato dell'Inter (Kuzmanovic e soprattutto Schelotto sono due buoni colpi), mentre per la Juve più fumo che arrosto (Peluso è solo una buona alternativa, Anelka un giocatore in declino, oltretutto da sempre sopravvalutato). Nelle retrovie, incredibilmente indebolita pare l'Atalanta, soprattutto in difesa (via Manfredini e il citato Peluso, dentro il poco convincente Canini, di cui è si detto poco sopra, e due elementi del Siena ultimo in classifica, Contini e Del Grosso: auguri), mentre il Chievo si è mosso con oculatezza (Sampirisi e Acerbi, scottati dalle traumatiche esperienze a Genova e Milano, possono ritemprarsi nella tranquillità veronese, frutto anche di una classifica sorprendentemente solida, e in mezzo una roccia come Seymour può sempre servire); discrete mosse per il Siena: Uvini e il da sempre sottovalutato Terlizzi dietro (oltre alla conferma del ricercatissimo Neto), Della Rocca in mezzo e il fragile Pozzi in avanti, ma la perdita di D'Agostino è pesante, un D'Agostino su cui invece punta forte il Pescara: l'estro dell'ex nazionale è però un po' da riverniciare. 
Fra le squadre della fascia centrale, infine, da segnalare il Parma, che registra la grave perdita di Zaccardo ma che tutto sommato può consolarsi con elementi di sostanza come Coda, Mariga e Mesbah, soprattutto quest'ultimo in grado di innalzare ulteriormente il tasso qualitativo della bella compagine di Donadoni. I colpi migliori in assoluto? L'ho già fatto capire sul blog in queste settimane, Balotelli e Giuseppe Rossi, anche se quest'ultimo in prospettiva più che per il presente. E ora, la parola torna, definitivamente, al rettangolo verde. 

2 commenti:

  1. ottima disamina, sul'opera di riparazione adottata da Preziosi e Zamparini sono d'accordo con quanto hai scritto. La salvezza pare alla portata (sulla carta) ma purtroppo a volte le stagioni nascono male e finiscono peggio. Mi auguro ovviamente di no per due squadre che nell'ultimo quinquennio hanno saputo mostrare ben calcio, riportando agli onori delle cronache sportive due grandi città come Genova e Palermo, sfiorando grandi traguardi. Mi auguro tuttavia che questa tribolata stagione sia un monito per il futuro... certi errori sarà meglio evitarli. Unica annotazione a margine... anch'io sono ben felice per la conferma di Granqvist, che sta tirando la carretta in difesa, ma credo non sia scontato che rimanga al Genoa, così come pure Neto al Siena. Come sai, in Russia, il mercato termina fra circa un mese e molte trattative sono in stand-by. Proprio ieri il procuratore D'Amico si è lasciato candidamente scappare che per due dei suoi assistiti, i milanisti Abate e Antonini, sono ancora molto concrete le piste Zenit e Spartak... e poi ormai gli unici che hanno i soldi sono i russi (nonostante ciò comunque l'Anzhi di Eto'o non è riuscito a prendere nè Kakà, nè Willian) e i turchi (vedi i casi Snejider e Drogba)

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    1. Certamente è fondamentale che la lezione venga mandata a memoria: basta con le improvvisazioni e le navigazioni a vista. Tuttavia, visto che fino a poche settimane fa il clima attorno al Genoa era quasi di smobilitazione, c'è di che esser soddisfatti.
      Riguardo a Granqvist, può essere: sensazione personale, andrà comunque via ma a 'sto punto, vuoi per professionalità sua vuoi per una più oculata gestione societaria in sintonia col nuovo tecnico, credo si aspetterà giugno prima di lasciarlo partire. In ogni caso, ora Portanova e Manfredini sarebbero in grado di non farlo rimpiangere troppo...
      Comunque, ribadisco, salvezza tutta da conquistare, ci sarà da soffrire fino alla fine. E il Palermo, ora messo un tantino peggio, ha i mezzi per risollevarsi, anche se l'ultimo Malesani non ispira propriamente fiducia illimitata...

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