Argentina '78: allora come oggi, girone di ferro per gli azzurri
E' lecito discutere della bontà o della crudeltà di un sorteggio mondiale, quando quattro anni fa la spompatissima Italia di Lippi, da campione in carica, riuscì nella stratosferica impresa di arrivare ultima in un girone di pasta frolla con Paraguay, Slovacchia e Nuova Zelanda, col riprovevole ruolino di marcia di due pareggi e un ko? Ragionevolmente no, così come non sono ammesse troppe recriminazioni sulla qualifica di testa di serie negata alla nostra rappresentativa: bastava battere l'Armenia, ciò che una Nazionale come quella di Prandelli, per caratura tecnica (lasciamo perdere il blasone) dovrebbe essere in grado di fare sempre, quasi per dovere morale. E dunque, non è il girone di ferro toccatoci in sorte (Uruguay e Inghilterra, con la novità Costarica) a fare rabbia, quanto l'odiosa mossa geopolitica che ha consentito alla Francia di reinserirsi in una fascia di squadre che non le spettava, essendo risultata la peggiore europea sulla base del ranking FIFA di ottobre (considerato invece Vangelo assoluto per la designazione delle teste di serie): per ripescare i transalpini, due giorni prima della composizione dei gironi, si sono inventati un'urna europea di nove squadre (dovevano invece essere otto), con conseguente pre - sorteggio per escluderne una e spedirla nella fascia più debole, quella che sarebbe dovuta toccare "di diritto" ai Bleus; l'ulteriore giro di bussolotti ha penalizzato gli azzurri, costretti a scendere di un'altra posizione nelle gerarchie non per proprio demerito, ma per una forzatura senza alcun fondamento logico che dovrebbe destare scandalo e indignazione fra gli amanti di questo sport.
COME NEL '78 - Alla Francia, arrivata al Mundial brasiliano per il rotto della cuffia dopo un affannoso playoff con l'Ucraina, è così toccata in sorte una partenza soft con Svizzera, Ecuador e Honduras. Per l'Italia, l'atmosfera al calor bianco di un girone di ferro che da tempo, in sede iridata, non respiravamo. Era stato piuttosto duro l'avvio di Germania 2006, contro Ghana, Stati Uniti e Repubblica Ceca (soprattutto africani e cechi all'epoca schieravano formazioni di altissimo spessore), ma per trovare una prima fase così impegnativa occorre risalire, nientemeno, ad Argentina '78, quando l'urna ci recapitò assieme alla Francia dell'astro nascente Platini, all'Ungheria degli spauracchi Nyilasi e Torocsik e ai padroni di casa, predestinati al trionfo. All'indomani di quel verdetto, all'apparenza infausto, il Guerin Sportivo titolò: "Gloria a chi vince - Un girone difficile ma anche affascinante", schierando in copertina una Gloria Guida vestita d'azzurro. Le cose andarono decisamente bene, ed è giusto ripetere oggi l'auspicio, anche se cullarsi sulla convinzione che l'Italia dia sempre il meglio contro le squadre forti potrebbe essere pericoloso: del gruppo di Prandelli abbiamo diffusamente parlato in questi anni, "Note d'azzurro" ne ha a lungo esaltato i pregi e ne ha dovuto registrare, negli ultimi mesi, il progressivo appannamento.
MOLTO DA LAVORARE - Ci sarà ampiamente modo, nei prossimi mesi, di tornarvi sopra, ora vale solo la pena sottolineare che la squadra ha manifestato limiti di varia natura (squilibri tattici, difesa esposta alle intemperie, scarsa tenuta fisica e psicologica, discontinuità nella manovra, regresso sul piano della qualità di gioco) tali da non poterci far dormire sonni tranquilli: allo stato delle cose, un esordio contro l'Inghilterra è una delle cose peggiori che potessero capitarci, così come va sottolineato che, se i nostri sapranno recuperare la brillantezza messa in mostra fino a Euro 2012 (quando gli inglesi li prendemmo letteralmente a pallonate, passando però solo ai rigori) e in qualche sporadica occasione nell'ultimo anno e mezzo, il girone D lo si potrebbe addirittura vincere, perché le risorse di spirito, classe e personalità internazionale non ci fanno difetto. Dopodiché, superate queste terribili forche caudine, potrebbe toccarci un ottavo teoricamente morbido (proprio come in occasione del nostro ultimo alloro iridato, sette anni fa), andando a incrociare il gruppo C con Colombia, Grecia, Costa d'Avorio e Giappone (anche se i sudamericani si presenteranno con una delle formazioni più scintillanti della loro storia, e potrebbero essere una delle sensazioni della Coppa, assieme al rifiorito Belgio).
POCO RIGUARDO PER LE GRANDI - Sul resto del quadro uscito dall'inutilmente lunga cerimonia brasiliana, sorprende il trattamento riservato a tre delle quattro favorite della vigilia: la Spagna campione in carica dovrà addirittura esordire ripetendo la finalissima di quattro anni fa con l'Olanda, schiacciasassi in fase di qualificazione, mentre Cile e Australia non possono certo considerarsi comodi materassi. La Germania aprirà le danze col Portogallo di un Cristiano Ronaldo all'apice della carriera (meglio avere lui che il sopravvalutato Ibra al Mondiale, non ci sono dubbi) e poi dovrà vedersela con Stati Uniti e Ghana, mine vaganti che negli ultimi tornei sono state capaci di regalare exploit clamorosi anche contro avversarie più reputate. E lo stesso Brasile non ha la strada spianata verso il secondo turno, perché Croazia, Messico e Camerun non vanno a formare un percorso cosparso di rose: squadre solide ma non eccezionali, del tipo di quelle che, consapevoli dei loro limiti, danno il massimo nelle prime gare, rischiando di far saltare il banco (l'Italia ne sa qualcosa, basti ricordare le sofferenze patite proprio contro croati e messicani al mondiale nippo - coreano del 2002).
Insomma, sulla carta ci è andata male ma siamo in buona compagnia e la sensazione è che nessuna delle grandi (la Francia, al momento, non lo è) possa sentirsi totalmente al sicuro. Ecco, l'unico aspetto positivo di questo sorteggio rivoluzionato, con teste di serie del tutto inedite, è forse questo: non ci sono più intoccabili, non basta più cullarsi sugli allori passati, bisogna stare sempre "sul pezzo", dare il massimo anche nelle partite di qualificazione in apparenza scontate, e nelle amichevoli (quelli che scrivevano "non servono a niente, se non per interrompere il campionato" ora sono serviti). Metodo discutibile e non privo di controindicazioni (vedasi il generale squilibrio nei giorni di questa Coppa del Mondo, con il citato gruppo C, il gruppo E della Francia o l'H con Belgio, Algeria, Russia e Corea del Sud, o ancora l'Argentina alle prese con Bosnia, Iran e Nigeria), però almeno quello del ranking è un criterio che si fonda su parametri oggettivi, laddove in passato le teste di serie venivano designate secondo criteri piuttosto ballerini: l'albo d'oro, il piazzamento nel precedente Mondiale, i risultati nelle qualificazioni... Il Brasile, per dire, ha continuato ad essere testa di serie ininterrottamente anche nei 24 anni, dal '70 al '94, in cui non ha più vinto la Coppa: non il massimo della giustizia. Solo che il ranking è stato tradito col discutibile trattamento riservato alla Francia, e allora...
A parte che io uno Zlatan al Mondiale me lo sarei gustato molto volentieri, per il resto sono d'accordissimo su tutto... Ma quindi il ranking ora tiene conto anche delle amichevoli? Scelta un po' discutibile, io sarei per contare solo i match "ufficiali": comunque almeno mi spiego il motivo per cui siamo scivolati in seconda fascia (poi diventata quarta per la citata mafiata filofrancese)... Mi resta un dubbio atroce: se ora siamo settimi nel ranking, e due settimane fa eravamo ottavi, perché al sorteggio eravamo la nona testa di serie?
RispondiEliminaNico
Ciao Nico, contava il ranking del 17 ottobre, cioè alla fine della fase eliminatoria prima dei playoff europei: all'epoca eravamo ottavi, però un posto spettava di diritto al Brasile che in quel momento era addirittura undicesimo, quindi... All'epoca, la Francia era nientemeno che ventunesima, ultima delle europee qualificate, ma nel suo caso, evidentemente, il ranking non valeva una mazza.
EliminaAh ok, non mi tornavano i conti perché, sbagliando, davo per scontato il Brasile nelle Top 8 del ranking...
EliminaVorrei evitare commenti sulla bontà del sorteggio e lamentele di sorta.
RispondiEliminaCi sto a dire che in fondo nessuna delle "grandi" è stata fortunata, eccetto l'Argentina (nonostante Nigeria e Bosnia abbiano diverse frecce al loro arco).
Per quanto riguarda gli azzurri il punto chiave è proprio quello che hai sottolineato, cioè che c'è da lavorare visto il recente appannamento.
Però si può essere fiduciosi perché in fondo è una nazionale validissima (4 o 5 le selezioni con qualcosa in più effettivo per quanto mi riguarda) e Uruguay e Inghilterra sono forti ma un gradino sotto (spero)
C'è un fattore che nel complesso può fare la differenza a mio parere, e questo è il clima.
Favoriti o no per il girone e le partite successive il rischio di vedere una squadra irriconoscibile c'è. Possiamo estendere il discorso a tutta la competizione.
Non mi sorprenderei di vedere un Mondiale pieno di sorprese, con squadre di alto livello sbattute fuori da avversari ben più che "alla portata" ma decisamente più freschi.
Da questo punto di vista... sia benedetta la Confederations
Dici bene Ale, la Confederations ci ha lasciato un grande insegnamento in questo senso, e la speranza è che lo staff azzurro ne abbia fatto tesoro: a giugno eravamo la formazione più in difficoltà fisicamente, arrivare in fondo fu quasi un miracolo.
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