Le pre - convocazioni di Cesare Prandelli in vista di Euro 2012 sono state qualcosa di più di un semplice primo elenco di... "papabili azzurrabili". Forse a qualcuno è sfuggito, ma si è trattato di un passaggio autenticamente epocale per il nostro calcio. Un listone azzurro così spiazzante, rivoluzionario, evocativo di scenari futuri non lo si vedeva da tempo: non fu tale nemmeno quando, invece, tutti si aspettavano un qualcosa di sconvolgente, un taglio radicale col passato, ossia dopo il disastro lippiano di Sudafrica 2010.
Spiego meglio: con questa "convocatoria" (come si dice in Spagna), Prandelli ha lanciato un messaggio fondamentale, un messaggio che vale in parte per l'ormai prossimo impegno in Polonia ed Ucraina, ma che al contempo lo supera, proiettandosi ben oltre. Il messaggio è che, per il calcio italiano, è davvero giunta l'ora di svoltare, di costruire il futuro. E costruire un futuro degno, per un movimento come il nostro, in flessione tecnica, in crisi finanziaria e del tutto allo sbando sul piano logistico e organizzativo, significa prima di tutto spalancare le porte ai giovani, e farlo davvero, non con contentini e spezzoni di partita, ma costruendo una Nazionale nuova, fresca, piena di benzina verde.
VOLTI NUOVI PER L'OGGI E PER IL DOMANI - Ecco, nei convocati per lo stage pre - Europeo c'è quella che, nelle intenzioni del cittì e nei voti di tutti, sarà l'ossatura della Nazionale da settembre in poi, quella che dovrà sgomitare in un difficile girone di qualificazione (da molti sottovalutato, ma ne riparleremo) per farsi largo fino a Brasile 2014. Compaiono dunque nomi che si potevano prevedere, come quelli di Ogbonna, già da diverse partite nel giro azzurro, e di Borini, la rivelazione stagionale in Serie A, uno che potrebbe recitare un ruolo di rilievo già nella manifestazione continentale di giugno; ma, al loro fianco, fanno capolino volti che pensavamo di trovare in gruppo solo dopo l'estate: Schelotto e Destro, certo, ma soprattutto il nome più spiazzante, più sorprendente in assoluto.
VERRATTI, CASO UNICO - E già, perché alzi la mano chi si attendeva la chiamata del pescarese Marco Verratti. Già da qualche anno, la presenza sempre più invasiva di stranieri nei nostri club di A (stranieri in larga parte modesti, non mi stancherò mai di sottolinearlo) ha costretto i selezionatori della rappresentative giovanili a rivolgersi, per la formazione delle loro squadre, al torneo di B, dove spesso e volentieri trovano posto e minuti per giocare i ragazzi italiani chiusi nelle gerarchie interne delle compagini di vertice. Prandelli ha fatto un passo oltre, sdoganando questo forzato modus operandi ed estendendolo anche alla Selezione maggiore. E lo ha fatto sapendo bene che con ciò non arrecherà alcun nocumento alla solidità tecnica del gruppo: perché Verratti milita in cadetteria, certo, ma le cronache raccontano che è già giocatore da grandi palcoscenici. Ne parlano come un possibile nuovo Pirlo, ma a noi questi paragoni scomodi e ingombranti mai sono piaciuti: diciamo che si tratta di un "cervello" del centrocampo con le stimmate del grande, personalità, intelligenza tattica e versatilità, piedi estremamente sensibili, e per ora fermiamoci qui.
I PRECEDENTI - Scelta comunque rivoluzionaria, si diceva: certo, nel passato più o meno recente altri giocatori "cadetti" hanno provato l'ebbrezza della convocazione in azzurro, ma erano casi diversi e meno "radicali". Ricordiamoci di Collovati, che nell'80-81 giocò in Nazionale e contemporaneamente in B col Milan, ma faceva parte del gruppo di Bearzot già da un paio d'anni; e ancor prima, Fulvio Bernardini avviò la sua selezione post Mondiale '74 convocando una marea di elementi, fra i quali tre militanti in B (Bertuzzo, Pirazzini e Facchi) e persino uno in C (Martelli), ma furono convocazioni un tantino provocatorie, quasi a voler "urlare" in modo clamoroso la necessità di svecchiare un gruppo ancora troppo legato alle stanche glorie di Messico '70; e furono, soprattutto, chiamate che, come era logico, non ebbero seguito.
Ci fu poi il caso degli juventini di Serie B, nel 2006/07, ma quella fu proprio una situazione particolare: sappiamo infatti che quei giocatori si erano ritrovati in seconda divisione a causa di Calciopoli, ma erano campioni d'Italia e del Mondo. E c'è stato, infine, il caso di Ogbonna, che però è entrato nel giro azzurro dopo aver già debuttato nella massima divisione. Calcio di Serie A che invece Verratti non ha ancora mai visto, così come ha solo appena assaggiato la Nazionale Under 21: ecco quindi la portata epocale di una convocazione che segna davvero un punto di svolta per il prosieguo della storia azzurra.
Mattia Destro, grande stagione a Siena
PERCHE' SOLO ADESSO - In molti, come detto, si attendevano che Prandelli innovasse profondamente i ranghi già dopo il citato disastro sudafricano. Non ha potuto né voluto farlo: non ha potuto perché, soprattutto nel suo primo anno di gestione, troppo pochi sono stati i giovani capaci di emergere in maniera così prepotente da meritare di esser presi in considerazione; non ha voluto, perché comunque capì che il fallimento mondiale non era stato dovuto alla mediocrità del materiale umano a disposizione di Lippi: c'erano buoni giocatori che non erano in forma (fisica e psicologica) o che vennero stati usati male, ce n'erano altri (giovani e meno giovani) estremamente validi che il precedente tecnico aveva ingiustamente lasciato a casa, e con quelli si poteva cominciare a ricostruire qualcosa di positivo in chiave Europeo, come poi è effettivamente avvenuto.
Ma ora il vento è cambiato: le ultime edizioni di Serie A e Serie B hanno regalato una discreta fioritura di campioncini in sboccio, ed è giusto che ad essi venga subito data la possibilità di accumulare esperienza internazionale, per far sì che non si ripeta ciò che è avvenuto nell'ultimo decennio di calcio italiano, ossia ritrovarsi giocatori di 25 - 26 anni che vengono ancora considerati "promesse" e che si sono intristiti e ingrigiti in anni di panchina e di mancati contatti col football d'oltrefrontiera.
Per tutto questo, quelle di Verratti, Schelotto e Destro non rimarranno convocazioni premio: magari non andranno in Polonia, ma li ritroveremo più avanti, così come ad occhio e croce dovremmo ritrovare El Shaarawy, Astori (se già non farà parte del gruppo per Euro 2012), mentre potrebbero entrare in lizza i vari Bonaventura, Paloschi, Poli, quel Marrone che ha trovato pochissimo spazio nella Juve scudettata, ma che quando è stato chiamato in causa da Conte ha risposto alla grande e, tanto per gradire, ha chiuso la stagione con un gol nel giorno della festa; e ancora, dalla B, Insigne, Immobile, Florenzi, Donati, Capuano.... Tutta gente che deve dimostrare tantissimo, ma alla quale, lo ripetiamo, occorre dar fiducia da subito. Solo così il calcio italiano potrà tornare a fiorire.
Ci fu poi il caso degli juventini di Serie B, nel 2006/07, ma quella fu proprio una situazione particolare: sappiamo infatti che quei giocatori si erano ritrovati in seconda divisione a causa di Calciopoli, ma erano campioni d'Italia e del Mondo. E c'è stato, infine, il caso di Ogbonna, che però è entrato nel giro azzurro dopo aver già debuttato nella massima divisione. Calcio di Serie A che invece Verratti non ha ancora mai visto, così come ha solo appena assaggiato la Nazionale Under 21: ecco quindi la portata epocale di una convocazione che segna davvero un punto di svolta per il prosieguo della storia azzurra.
Mattia Destro, grande stagione a Siena
PERCHE' SOLO ADESSO - In molti, come detto, si attendevano che Prandelli innovasse profondamente i ranghi già dopo il citato disastro sudafricano. Non ha potuto né voluto farlo: non ha potuto perché, soprattutto nel suo primo anno di gestione, troppo pochi sono stati i giovani capaci di emergere in maniera così prepotente da meritare di esser presi in considerazione; non ha voluto, perché comunque capì che il fallimento mondiale non era stato dovuto alla mediocrità del materiale umano a disposizione di Lippi: c'erano buoni giocatori che non erano in forma (fisica e psicologica) o che vennero stati usati male, ce n'erano altri (giovani e meno giovani) estremamente validi che il precedente tecnico aveva ingiustamente lasciato a casa, e con quelli si poteva cominciare a ricostruire qualcosa di positivo in chiave Europeo, come poi è effettivamente avvenuto.
Ma ora il vento è cambiato: le ultime edizioni di Serie A e Serie B hanno regalato una discreta fioritura di campioncini in sboccio, ed è giusto che ad essi venga subito data la possibilità di accumulare esperienza internazionale, per far sì che non si ripeta ciò che è avvenuto nell'ultimo decennio di calcio italiano, ossia ritrovarsi giocatori di 25 - 26 anni che vengono ancora considerati "promesse" e che si sono intristiti e ingrigiti in anni di panchina e di mancati contatti col football d'oltrefrontiera.
Per tutto questo, quelle di Verratti, Schelotto e Destro non rimarranno convocazioni premio: magari non andranno in Polonia, ma li ritroveremo più avanti, così come ad occhio e croce dovremmo ritrovare El Shaarawy, Astori (se già non farà parte del gruppo per Euro 2012), mentre potrebbero entrare in lizza i vari Bonaventura, Paloschi, Poli, quel Marrone che ha trovato pochissimo spazio nella Juve scudettata, ma che quando è stato chiamato in causa da Conte ha risposto alla grande e, tanto per gradire, ha chiuso la stagione con un gol nel giorno della festa; e ancora, dalla B, Insigne, Immobile, Florenzi, Donati, Capuano.... Tutta gente che deve dimostrare tantissimo, ma alla quale, lo ripetiamo, occorre dar fiducia da subito. Solo così il calcio italiano potrà tornare a fiorire.
sono contentissimo di queste convocazioni, davvero! abbiamo giovani interessanti e mi pare giusto, anche se coraggioso, puntare pure sui talenti della B, mai come quest'anno così fulgidi e numerosi. Però... davvero, ci voleva Prandelli per far aprire gli occhi agli scettici? Ora tutti i grandi club si accorgeranno che forse vale la pena dare più fiducia a Giovinco, reduce da una stagione super, a Destro e Borini, a Verratti e Ogbonna (quest'ultimo insuperabile, e io le partite del Toro le seguo con molta attenzione)? Meglio tardi che mai, bravo mister per come ha agito, premiando anche quei giocatori che hanno disputato un eccellente torneo, come i ritrovati Cigarini, Diamanti... e poi o la va o la scappa ma io a uno come Di Natale non rinuncerei, anche se ha già fallito in una grande competizione
RispondiEliminaDi Natale ci sarà, vai tranquillo, ed è giusto così. E' la sua ultimissima occasione e non la sprecherà. Riguardo ai tanti giovanotti, penso che solo un paio, massimo tre, partiranno per la Polonia, mentre per tutti gli altri l'ora X giungerà da agosto - settembre in poi. E sono convinto che sarà un'ora bella, come quelle che seguiranno!
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