Quest'anno la marcia di avvicinamento al Festivalone sarà meno lunga del solito. Il sipario dell'Ariston si alzerà il 1° febbraio 2022, bisogna risalire al 1982 per trovare una partenza più "precoce": all'epoca, l'edizione numero 32 della rassegna prese il via il 28 gennaio. Ormai recuperata appieno la collocazione storica dell'evento (quella "marzolina" del 2021 non è stata un unicum, ma ha rappresentato comunque un'eccezione causata dalla pandemia), si può dunque cominciare a discutere del Sanremo prossimo venturo, anche perché l'estate ha portato con sé diverse novità riguardo alle "sembianze" che assumerà la manifestazione.
GIUSTA CONFERMA PER AMA DOPO UN FESTIVAL DI SUCCESSO - Novità si fa per dire, beninteso: la prima è stata la conferma di Amadeus, che a Festival numero 71 appena concluso aveva più o meno radicalmente escluso il tris, ma tant'è: il periodo è delicato e quindi conviene andare sul sicuro. Perché è un fatto che il flop di audience dell'ultima kermesse sia stato molto più teorico che reale (e ingigantito da certa stampa), e a botta calda avevamo già spiegato il perché. Da allora, poi, sono successe cose importanti: è cioè successo che il tanto bistratto Sanremo '21 abbia partorito i vincitori dell'Eurovision, quei Maneskin che ora stanno mietendo trionfi su scala planetaria (no, non è un'esagerazione); ed è accaduto, anche, che il pacchetto canzoni di quest'ultima edizione abbia riscosso lusinghieri consensi, con un successo che si è prolungato fino alla stagione calda, consacrando nuovi personaggi e lasciando in eredità brani destinati a farsi ricordare. Sul piano della proposta musicale, dunque, era difficile fare meglio, ancor di più se si pensa alle scelte spiazzanti (per la platea mainstream) operate dal direttore artistico, e questo è stato uno dei motivi, certo non l'unico, che ha spinto la Rai a cercare la continuità, senza ulteriori salti nel buio.
LISTONE UNICO: POLLICE VERSO - E qui siamo alla seconda novità, tra virgolette, perché come primo atto della sua terza gestione Amadeus non ha trovato nulla di meglio che ripescare la formula del Baglioni bis 2019, ossia il listone unico di concorrenti con conseguente abolizione della gara delle Nuove Proposte, che scompare nuovamente dalla rassegna di febbraio per essere relegata al solo appuntamento pre natalizio. Ecco, se devo essere sincero, non mi sembra un punto di partenza entusiasmante. Dopo un duro lavoro di rivalutazione della categoria, portato avanti nell'ultimo decennio soprattutto da Carlo Conti, con la ricollocazione in apertura delle serate e la riproposizione della selezione televisiva autunnale, i Giovani, intesi come sezione in concorso, sono tornati ad essere la pecora nera del Sanremo. Due soli dei dodici finalisti otterranno l'ammissione allo show di inizio febbraio: certo, sull'altro piatto della bilancia c'è la possibilità, per quei due, di battersi ad armi pari coi "famosi" potendo puntare alla vittoria (impresa riuscita a Mahmood proprio nel '19), ma il gioco non vale la candela, gli emergenti hanno più da perdere che da guadagnare da questo format.
SANREMO HA BISOGNO DELLE NUOVE PROPOSTE - E' la storia degli ultimi quarant'anni a dirlo, non solo io: il Festival, dopo la crisi dei Settanta, si risollevò alla grande anche perché puntò massicciamente sul proprio vivaio, che dall'80 in poi ha immesso continuamente linfa verde nelle vene della kermesse ligure e contribuito in buona misura al periodico rinnovamento e ricambio generazionale di tutta la musica leggera italiana. Sul "settore Primavera" del Sanremone scrivo queste cose più o meno da quando è nato Note d'azzurro, e probabilmente a qualcuno saranno venute a noia, ma se lo faccio è perché i giovani, ossia l'anello debole di Sanremo, sono stati troppo spesso sotto attacco. Certo, quest'anno c'è la giustificazione del fallimento totale dell'ultima edizione e di quello parziale della penultima, sotto il profilo degli esiti commerciali dei dischi: due anni fa il vincitore Leo Gassman non ha sfondato e se l'è cavicchiata Fasma, quest'anno è stato un disastro, nonostante buoni talenti e discrete canzoni, nonostante Davide Shorty e Wrongonyou, Gaudiano e Folcast, Greta Zuccoli e Avincola.
RIFORMARE LA CATEGORIA GIOVANI, NON RIDIMENSIONARLA - Chiaro, qualcosa è andato storto, ma non è che risolvi il problema facendo piazza pulita della categoria. Da Amadeus, tanto coraggioso e rivoluzionario quando si tratta di comporre il cast dei Big, quanto prudente fino all'autolesionismo nella gestione del caso Nuove Proposte, mi sarei aspettato un tentativo di riforma creativa della sezione, non un mero ridimensionamento operato oltretutto ripescando l'idea di un predecessore. Perché le Nuove proposte si possono salvare e rilanciare, ma vanno adeguatamente valorizzate, attraverso vari step. Il primo sarebbe quello di creare un format di selezione nuovo e originale, che non scimmiotti e riproponga il solito schema trito e ritrito dei talent, coi giurati che fanno spettacolo e che valutano in diretta, e via dicendo.
BATTERE IL TERRITORIO, E RITORNO AGLI INEDITI - Rimango poi del parere che ci vorrebbe una commissione ad hoc, stabilmente insediata, che nel corso dell'anno facesse il giro delle città, dei locali, per scovare solisti e band alle prese con la gavetta per segnalarli alla direzione artistica. Altro punto chiave: ripristinare l'inedito da portare in gara a febbraio (quest'anno avverrà per ovvi motivi di lotta ad armi pari con gli altri componenti del "listone"). Tenere in ghiaccio per due o tre mesi i brani lanciati nella disfida dicembrina per poi ripresentarli all'Ariston ha funzionato all'inizio, poi decisamente meno, e in linea di massima non mi pare una grande idea, perché quelle canzoni rischiano di arrivare al Festival già vecchie, "masticate", sentite e strasentite, mentre il Festival è soprattutto la celebrazione del pezzo nuovo.
CENTRALITA' ANCHE A FEBBRAIO, CON FINALE AL SABATO - Dulcis in fundo, e torniamo al punto di partenza, va restituita centralità alla gara dei "pulcini" all'interno del Festival vero e proprio, e in questo caso ritengo che quantità faccia rima con qualità e con rilevanza, nel senso che i classici otto partecipanti degli ultimi tempi sono pochi; oltretutto, la collocazione in apertura di ogni serata, il cui intento iniziale era di incrementare la visibilità della loro gara, sul piano pratico si è tradotta in un frettoloso "sbrighiamo la pratica e passiamo alle cose importanti dello show", aggravato dalla modalità degli scontri diretti applicata fino al 2020, che rendeva la sfida troppo rapida, vorticosa, veloce, al punto che a metà puntata te l'eri quasi già dimenticata. In soldoni, far aprire le serate ai debuttanti non basta, occorre che la loro presenza sia massiccia, si faccia sentire, deve essere parte importante dello spettacolo: in tale ottica, riportarne lo scontro finale al gala conclusivo del sabato sarebbe secondo me un'altra mossa vincente.
PER IL 2022, PERCHE' SOLO DUE EMERGENTI? - Discorsi che, per il prossimo Sanremo, vengono portati via dal vento, per via della "riformina". Anche su questo fronte, tuttavia, si poteva fare qualcosina in più: perché solo due ragazzi promossi da dicembre a febbraio? Nel quasi nulla a cui è stato ridotto il comparto giovani, anche solo un posticino in più non avrebbe spostato gli equilibri della gara dei "grandi" e, anzi, avrebbe dato chances di visibilità a un altro emergente. Insomma, perché mortificare un questo modo un vivaio che ogni anno richiama centinaia di domande di partecipazione? Nel 2020 le richieste furono poco meno di mille, un'enormità: cavare solo due nomi da questo immenso serbatoio è quasi offensivo verso i tanti che, anche negli anni Venti del ventunesimo secolo, continuano a vedere nel "vecchio" Festivalone la via principale verso il successo o anche solo verso la speranza del successo.
QUANTI CANTANTI NEL LISTONE? - Spezzata con convinzione una lancia a favore dei giovani, parliamo dunque di questa categoria unica. Non essendo ancora uscito il regolamento della gara di febbraio, possiamo solo azzardare supposizioni: quanti saranno i cantanti ammessi? Nel 2019, unico termine di paragone plausibile visto che la formula della competizione era la stessa, furono 24: possibile che il numero sia il medesimo quest'anno. Per il Sanremo 71 Amadeus esagerò portando 26 vip, soluzione che io avevo caldeggiato nei mesi precedenti, parlando della necessità di un Festival allargato e partecipato per dare sollievo agli artisti dopo il terribile periodo della pandemia. Ora non siamo fuori pericolo, ma diciamo che la fase di più acuta emergenza dovrebbe essere alle spalle, e del resto lo stesso direttore artistico aveva detto, a posteriori, che 26 erano troppi. Ma quest'anno non ci sarà il concorso dei Nuovi, quindi il problema dei tempi televisivi non si porrebbe: anche perché, diciamolo, la dilatazione delle ultime edizioni non è stata dovuta certo alla competizione, quanto alle tante ospitate e a siparietti spesso evitabili.
PRIME CONSIDERAZIONI SUI PAPABILI - Ovviamente è presto per parlare di papabili, ma neanche tanto. La scelta verrà compiuta a dicembre e verosimilmente resa nota in occasione della finale dei Giovani: nel frattempo si possono già fare alcune parziali valutazioni legate alle risultanze discografiche di questi mesi. In sintesi: capire chi potrà tornare in competizione dall'ultima edizione, chi dalle edizioni immediatamente precedenti, chi potrebbe proporsi dopo gli ottimi riscontri estivi, quali volti nuovi o parzialmente nuovi potrebbero essere lanciati in orbita per creare gli eredi di Colapesce-Dimartino, Coma_Cose, Rappresentante di Lista e via dicendo. E poi ci sarà da capire cosa accadrà nei mesi autunnali: molti big escono con nuove produzioni, ma come andranno? Perché se le vendite non saranno all'altezza delle aspettative, sorgerà l'immediata necessità di una spinta promozionale con conseguente repackaging del disco...
SIGNORE E SIGNORI, IL BORSINO - Insomma, una miriade di fattori, molti dei quali volatili, aleatori, soprattutto scrivendo in questo momento. Cerco comunque di azzardare un primo, parzialissimo borsino dei papabili partecipanti, dividendoli, in base a considerazioni soggettive e oggettive, fra probabili, possibili (ma meno probabili), difficili, con un capitolo a parte per i veterani. Diciamo subito che fra i primi avrei inserito sicuramente Levante, la quale però, si è appreso in questi giorni, è in dolce attesa, e il lieto evento dovrebbe verificarsi proprio in febbraio. Per contro, non avevo finora preso in considerazione Francesco Gabbani, che ha appena pubblicato un bel singolo, "La rete", ma che in una recente ospitata a "Domenica in" non ha escluso il ritorno. Fra i possibili un nome curioso, quello di Bianca Guaccero, che sa cantare e che, nell'ultimo numero di Sorrisi, ha dichiarato che non disdegnerebbe affatto una partecipazione. Ed eccolo dunque, il borsino:
PROBABILI
Elodie, Diodato, Giusy Ferreri, Nek, Fabrizio Moro, The Kolors, Boomdabash, Mahmood, Simona Molinari, Nina Zilli, Sangiovanni, Aka7even, Carl Brave, Fred De Palma, Rkomi, Michele Bravi, Casadilego, Iosonouncane, Federico Rossi, Rocco Hunt e Ana Mena, Wrongonyou, Mara Sattei, Maria Antonietta, Margherita Vicario, Gazzelle, Calcutta, Brunori Sas, Mannarino, Irama, Coma_Cose, Gaia Gozzi, Fulminacci, Tommaso Paradiso, Ariete
POSSIBILI
Francesco Gabbani, Cristiano Malgioglio, J-Ax, Chiara Galiazzo, Dolcenera, Emma, Modà, Greta Zuccoli, Clementino, Samuele Bersani, Tiromancino, Sottotono, Capo Plaza, Anna, Blanco, Mr. Rain, Davide Shorty, Baby K, Lorenzo Fragola, Shade, Federica Carta, Emis Killa, Tecla, Bianca Guaccero
DIFFICILI
Carmen Consoli, Luca Carboni, Alessandra Amoroso, Ultimo, Ghali, Zibba, Niccolò Agliardi, Alberto Bertoli, Lorenzo Baglioni, Mirkoeilcane, Gaudiano, Motta, Bianca Atzei, L'Aura, La Rua, Eugenio in Via di Gioia, Marianne Mirage, Alberto Urso, Giordana Angi, Roberta Giallo, Erica Mou, Le Deva, Matteo Faustini, Negramaro, Marco Mengoni, Jack Savoretti, Niccolò Fabi
VETERANI: PROBABILI...
Gigliola Cinquetti, Ricchi e Poveri, Lisa, Paolo Vallesi, Mietta, Syria, Francesca Alotta, Sergio Cammariere, Marcella, Nomadi, Erminio Sinni, Mariella Nava-Grazia Di Michele-Rossana Casale, Silvia Mezzanotte-Carlo Marrale, Rettore, Marina Rei
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.. E POSSIBILI
Alice, Teresa De Sio, Eduardo De Crescenzo, Jalisse, Danilo Sacco, Matia Bazar, Massimo Ranieri
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