Diamanti: suo il rigore decisivo
Poiché la giustizia non è di questo mondo, tantomeno del mondo del calcio, non era affatto scontato che gli azzurri, dopo aver dominato gli inglesi 110 minuti su 120, trovassero nella giostra finale dei penalty (che è una lotteria, sebbene qualcuno si ostini ad affermare il contrario) l'imprimatur ufficiale a un successo largamente meritato nei tempi di gioco. Eupalla, la dea del pallone secondo Gianni Brera, non si è girata dall'altra parte: del resto, la sua punizione ce l'aveva già inflitta trascinando la partita fino al penultimo tiro dal dischetto. Colpa nostra: il mal di gol continua ad essere devastante, e così i ragazzi di Prandelli hanno mancato di chiudere i conti con largo anticipo, come avrebbero dovuto, scialacquando occasioni su occasioni.
Poiché la giustizia non è di questo mondo, tantomeno del mondo del calcio, non era affatto scontato che gli azzurri, dopo aver dominato gli inglesi 110 minuti su 120, trovassero nella giostra finale dei penalty (che è una lotteria, sebbene qualcuno si ostini ad affermare il contrario) l'imprimatur ufficiale a un successo largamente meritato nei tempi di gioco. Eupalla, la dea del pallone secondo Gianni Brera, non si è girata dall'altra parte: del resto, la sua punizione ce l'aveva già inflitta trascinando la partita fino al penultimo tiro dal dischetto. Colpa nostra: il mal di gol continua ad essere devastante, e così i ragazzi di Prandelli hanno mancato di chiudere i conti con largo anticipo, come avrebbero dovuto, scialacquando occasioni su occasioni.
INGHILTERRA, ANTICALCIO E BARRICATE - Insomma, si è sfiorata una beffa che sarebbe stata autenticamente epocale: sbattuti fuori da Euro 2012 dopo aver giocato forse la nostra miglior partita internazionale dell'ultimo quinquennio. Non è accaduto perché la decenza ha alfine reclamato i suoi diritti: quella decenza che gli inglesi hanno lasciato evidentemente in terra d'Albione, poiché indecente è stata la loro prestazione. Si è parlato spesso, anche su questo blog, della Grecia e del suo calcio difensivo, del contenimento come unica arma da opporre ad avversari ben più dotati sul piano della classe e dell'esperienza. Ma il team di Hodgson è andato oltre, praticando un catenaccio interpretato nella sua forma più deteriore (perché il catenaccio originario, il "verrou" nato negli anni Trenta, era modulo con una sua dignità e non necessariamente nemico dello spettacolo), retriva, quasi antisportiva. Una difesa di massa, tutti dietro al pallone, a fare mucchio, ostruzionismo, continuamente, senza altra idea se non quella di distruggere il gioco, di impedire agli avversari di fare calcio, e rifiutandosi essi stessi di farlo.
NON E' FOOTBALL ALL'ITALIANA - E' quasi offensivo, nei confronti del nostro movimento calcistico e della sua storia, dire che l'Inghilterra, soprattutto in seguito alla gestione Capello, abbia tratto insegnamento da noi. La rappresentativa azzurra non gioca un calcio di stampo difensivo da almeno trent'anni, se non di più (diciamo pure dall'inizio dell'era Bearzot). E se qualche volta (molto raramente, ma è accaduto) si è dovuta rintanare dietro le barricate, lo ha fatto perché vi si è trovata costretta in corso d'opera dalle preponderanti forze nemiche (come contro l'Olanda, semifinale di Euro 2000), non certo per scelta premeditata. Ergo, non vengano a raccontarci fandonie, i sudditi di Sua Maestà: con la prestazione di ieri sera, tutta in trincea e quasi totalmente rinunciataria, hanno sporcato una gloriosissima tradizione calcistica, fatta di arrembaggi generosi anche se a volte scriteriati.
AZZURRI BENE, MA IL MAL DI GOL CONTINUA - Va da sé che, contro compagini chiuse a riccio come questa triste Inghilterra 2012, giocare bene e produrre occasioni diventa estremamente difficile. Da questo punto di vista, l'Italia merita solo elogi: dopo un inizio folgorante (ah, quel palo di De Rossi su schioccante conclusione dalla distanza...), ci sono stati dieci minuti di sofferenza acuta e inspiegabile, con i britannici rapidi, pronti a ripartire e aggressivi, capaci di andare vicini al gol per due volte, prima con il difensore Johnson in mischia (prodezza di Buffon) e poi con un'inzuccata alta di Rooney.
Insomma, i pronostici della vigilia, quelli che parlavano di un indecifrabile 50 e 50, sembravano dover essere rispettati in pieno, con continui scambi di colpi. Macché: l'Italia ha superato la buriana con personalità e maturità tattica, e ha avviato l'assedio: nonostante gli spazi si intasassero sempre di più, i nostri riuscivano ad arrivare un considerevole numero di volte nei pressi d Hart, e in questo brillava particolarmente Balotelli, propositivo e ficcante ma, ahinoi, ben poco preciso al momento di cogliere i frutti del buon lavoro svolto.
Insomma, i pronostici della vigilia, quelli che parlavano di un indecifrabile 50 e 50, sembravano dover essere rispettati in pieno, con continui scambi di colpi. Macché: l'Italia ha superato la buriana con personalità e maturità tattica, e ha avviato l'assedio: nonostante gli spazi si intasassero sempre di più, i nostri riuscivano ad arrivare un considerevole numero di volte nei pressi d Hart, e in questo brillava particolarmente Balotelli, propositivo e ficcante ma, ahinoi, ben poco preciso al momento di cogliere i frutti del buon lavoro svolto.
Eccoci di nuovo al punto dolente: questa "Azzurra" versione Prandelli, l'ho scritto mille volte, è compagine che ha il gusto del gioco, manovriera a centrocampo, sostenuta da una discreta spinta sui lati, capace di assumere l'iniziativa anche contro avversarie di alto lignaggio e di creare un buon numero di palle gol. Ma non concretizza se non in minima parte la mole di lavoro prodotta. Mole di lavoro che ieri è stata davvero mastodontica, in rapporto alle difficoltà offerte da una compagine barricadera e ostruzionistica, nella quale ha se non altro brillato un Terry all'altezza della sua fama: ma con pazienza e con una circolazione di palla a tratti "spagnoleggiante", i nostri infine i varchi li hanno trovati: detto delle occasioni mancate da De Rossi e Supermario nel primo tempo, nella ripresa ancora De Rossi sprecava da pochi metri, poi il solito Balo non sfruttava una corta respinta di Hart e si faceva di nuovo deviare il tiro, prima che Montolivo si lanciasse sul pallone scagliandolo di poco al di sopra della traversa. E, nel finale, Johnson si produceva in un miracoloso recupero su Nocerino, contrandone un tiro diretto probabilmente in fondo al sacco.
MONTOLIVO, PECCATO! - Alla lunga, la stanchezza per il lungo forcing e alcune impreviste défaillance fisiche (De Rossi, Abate) hanno appannato la manovra dei nostri, che comunque hanno continuato a premere e a cercare il gol della vittoria incessantemente, fino all'ultimo secondo dei supplementari. Ai rigori i rabbiosi Balotelli e Nocerino, un Pirlo che ha ritrovato il gusto per la follia dei fuoriclasse (gol in pallonetto come Totti nel 2000), un Buffon glaciale e un Diamanti niente affatto a disagio di fronte al momento più delicato e importante della sua quasi vergine carriera internazionale, hanno rimediato all'errore di Montolivo, che non meritava il peso della responsabilità di un'eventuale sconfitta, avendo interpretato la gara con grande umiltà e acume tattico, dannandosi l'anima per cercare spiragli in quell'ammucchiata umana dalle maglie bianche e sacrificandosi anche con puntuali rientri.
De Rossi e Buffon, due protagonisti
De Rossi e Buffon, due protagonisti
MESSAGGIO - Fra gli altri italiani, la coppia Bonucci - Barzagli ha avuto ben pochi cedimenti: tempista ed efficace sia di testa che di piede, con l'ex barese abile ad uscire a testa alta per cercare di riavviare l'azione. Abate ha brillato più in retroguardia che in fase di spinta, eccezion fatta per la mezz'ora precedente la sua uscita forzata, mentre Balzaretti è stato il consueto stantuffo, ma non sempre confortato da adeguata misura nei cross e nei passaggi.
De Rossi - Pirlo è tornata una cerniera di valore mondiale, incredibile il numero di palloni lavorati, il fervore nelle due fasi, l'agonismo, mentre Marchisio ha fatto un bel po' di "legna" nel mezzo, correndo per due, e spinto con continuità senza però trovare gli spunti giusti per sfondare le retrovie britanniche, e in attacco è parso sotto il suo standard Cassano, scarsamente ispirato nelle iniziative personali e un po' smarrito nella gabbia difensiva allestita da Hodgson. Ma, al di là delle valutazioni sui singoli, tutta la squadra ha fornito una prova da incorniciare, nel senso del messaggio lanciato all'Europa e al mondo del pallone: la vittoria va inseguita attraverso le vie del gioco, se se ne hanno le potenzialità tecniche e tattiche. L'Italia queste potenzialità le ha, e giustamente cerca di valorizzarle e sfruttarle; ma le ha, anche se forse leggermente meno rispetto a noi, anche l'Inghilterra, e per questo il suo atteggiamento "perdente" deve suscitare scandalo.
E SE BALOTELLI... - Un messaggio di speranza che va al di là del valore effettivo della nostra rappresentativa e delle sue prospettive in questo Europeo: perché le lacune nella concretizzazione, diciamo pure la sterilità strisciante, chiederanno il conto al cospetto di una Germania che, ora come ora, si para innanzi a Buffon e compagni come un baluardo oggettivamente insormontabile. Ma nelle battute conclusive di questi tornei, quando la qualità delle squadre non è più il solo valore di riferimento, ma ad esso vanno sovente a sommarsi altri parametri, altri fattori che determinano il risultato finale, non è il caso di fasciarsi la testa prima che sia rotta.
Un problema come quello del gol non si risolve in pochi giorni: mancano i Toni e i Gilardino dei bei tempi, tanto per restare ad esempi recenti. Scartata ormai l'ipotesi del lancio di Borini, e dopo aver preso seriamente in considerazione il ripescaggio di Di Natale o anche dello sgusciante Giovinco, che potrebbe far ammattire le panzerdivisionen, è chiaro che il perno attorno al quale ruotano tutte le nostre speranze offensive è Balotelli: che nella settimana di Europeo rimasta il nostro golden boy possa finalmente riuscire a raddrizzare la mira, "annusando" il peso del grosso traguardo a portata di mano, è ipotesi tutt'altro che campata per aria. Al momento, però, le mie percentuali sono orientate verso un 65 Germania e 35 Italia: ma sono le stesse percentuali che, fossi stato già allora un appassionato di calcio, avrei dato per Italia - Brasile dell'82, a favore degli auriverdes. E anche all'epoca c'era un attacco che, inizialmente, faticava non poco a finalizzare, prima che esplodesse un certo Pablito Rossi...
A scanso di equivoci, comunque, il sottoscritto considera già un traguardo eccezionale l'ingresso nel ristrettissimo circolo delle quattro grandi d'Europa. Ricordiamoci da dove siamo partiti, ossia da Sudafrica 2010: e guardiamo dove siamo adesso. Il football nostrano non è poi tanto male, no? E, soprattutto, lo ripeterò fino alla noia, il difensivismo fine a se stesso non abita più qui. Se lo mettano bene in zucca, i giornalisti e tutti gli addetti ai lavori stranieri.
Un problema come quello del gol non si risolve in pochi giorni: mancano i Toni e i Gilardino dei bei tempi, tanto per restare ad esempi recenti. Scartata ormai l'ipotesi del lancio di Borini, e dopo aver preso seriamente in considerazione il ripescaggio di Di Natale o anche dello sgusciante Giovinco, che potrebbe far ammattire le panzerdivisionen, è chiaro che il perno attorno al quale ruotano tutte le nostre speranze offensive è Balotelli: che nella settimana di Europeo rimasta il nostro golden boy possa finalmente riuscire a raddrizzare la mira, "annusando" il peso del grosso traguardo a portata di mano, è ipotesi tutt'altro che campata per aria. Al momento, però, le mie percentuali sono orientate verso un 65 Germania e 35 Italia: ma sono le stesse percentuali che, fossi stato già allora un appassionato di calcio, avrei dato per Italia - Brasile dell'82, a favore degli auriverdes. E anche all'epoca c'era un attacco che, inizialmente, faticava non poco a finalizzare, prima che esplodesse un certo Pablito Rossi...
A scanso di equivoci, comunque, il sottoscritto considera già un traguardo eccezionale l'ingresso nel ristrettissimo circolo delle quattro grandi d'Europa. Ricordiamoci da dove siamo partiti, ossia da Sudafrica 2010: e guardiamo dove siamo adesso. Il football nostrano non è poi tanto male, no? E, soprattutto, lo ripeterò fino alla noia, il difensivismo fine a se stesso non abita più qui. Se lo mettano bene in zucca, i giornalisti e tutti gli addetti ai lavori stranieri.
D'accordissimo con quanto hai scritto e, a quanto pare, concordano con te anche quelli del Guardian e di altre testate inglesi. Davvero troppo rinunciataria la squadra di Hodgson (d'altronde, non è che uno cambia il suo credo calcistico a 70 anni).. attenuanti possono essere i tanti forfait dell'ultima ora che hanno privato l'Inghilterra di una buona dose di qualità ma l'Italia ha strameritato e per una volta lasciamelo dire.. io che sono tra coloro che giustificano spesso Balotelli, in quanto considerato il più fulgido talento italiano... Bhe, non può Mario mandare in malora tutte quelle occasioni, specie quella regalata da un pregevole assist di Montolivo nel primo tempo.. sembra sempre sconcentrato, poco reattivo, mai sul pezzo. Boh, godiamoci la vittoria e crediamoci fino in fondo, anche contro chi vuole e reclama ad alta voce la rivincita (di quale partita? messico 70? spagna 82? germania 2006?.. insomma, mi pare che abbiamo un buon bilancio contro gli spocchiosi tedeschi! :-) ).
RispondiEliminaInfatti, e temo che prima o poi anche per loro scoccherà l'ora della rivincita. Ciò che penso della partita di giovedì l'ho scritto in chiusura: tutto può essere nel calcio, ma stavolta sarebbe veramente un'impresa epocale. Vedremo...
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