Verso Sanremo 2015 a ritmo blando, che più blando non si può. Le informazioni trapelano col contagocce, anche da parte di quelle testate solitamente prodighe di anticipazioni più o meno succose e più o meno attendibili; i nomi dei big papabili sono sempre gli stessi (molto pochi) da diverse settimane a questa parte; nella rosa delle possibili co-presentatrici gravitano personaggi di notevole appeal ma piuttosto prevedibili (Cuccarini, Ambra, Incontrada), mentre Carlo Conti smentisce, depista e dice: "Vi stupirò" (starà forse pensando alla poliedrica, fresca vincitrice di "Tale e quale", Serena Rossi?); buio assoluto sul fronte ospiti, al di là del tormentone Al Bano & Romina e di qualche desiderata del direttore artistico (Pink Floyd? Beh, se Fazio può permettersi gli U2 per "Che tempo che fa", perché non sognare in grande?). Riguardo al "totocast", per chi non è strettamente "addetto ai lavori" risulta oltremodo difficile reperire indiscrezioni: gli stessi cantanti, che fanno tanto sfoggio di mentalità 2.0 con una presenza massiccia sui social network, se interrogati in merito ignorano semplicemente le domande, manco custodissero un segreto di Stato...
RITORNI - Pazienza: faccio da me, cercando di orientarmi tra i pochissimi rumors e formulando ipotesi costruite su ragionamenti che ritengo sufficientemente lineari. Partiamo dalle poche certezze: i Dear Jack sembrano proprio cosa fatta, del resto il loro nome è stato il primo a venire fuori, addirittura l'estate scorsa, così come quelli di Alessandra Amoroso, sulla cui presenza si sono però addensati diversi dubbi (ma questo potrebbe essere davvero l'anno buono, per lei), e di Dolcenera, la cui candidatura rimane invece ben solida. Per il resto, un criterio credibile da seguire è quello di guardare alle ultime edizioni del Festival. Difficile rivedere in gara qualche big presente nel 2014, forse l'unico a poter trarre vantaggio da una nuova presenza sarebbe il solo Renzo Rubino, per completare un percorso triennale di maturazione e consolidare i buoni risultati ottenuti nelle prime due partecipazioni, mentre Rocco Hunt alla fine potrebbe essere della partita, dopo aver manifestato iniziale scetticismo su un suo ritorno a stretto giro di posta.
Andando a ritroso, è plausibile che chi è sceso in campo negli anni immediatamente precedenti decida di presentare domanda, per rinfrescare la propria visibilità o per lanciare con più forza progetti discografici prossimi alla pubblicazione: ecco quindi che dal 2013 potrebbero riemergere Annalisa Scarrone, Malika Ayane, Chiara Galiazzo (magari con un repackaging del recente album) e Simona Molinari, oltre ad Antonio Maggio, che quell'anno vinse fra i Giovani e che nel 2014 si è confermato su buonissimi livelli (sua la sigla del "Processo del Lunedì" di Rai Sport, suo il gradevole brano estivo "Stanco").
Dopo l'esperienza del 2012, i tempi sono nuovamente maturi per Nina Zilli, oltreché per Irene Fornaciari e Pierdavide Carone; mancano dal 2011 Luca Barbarossa e Anna Tatangelo, nomi fatti in questi giorni come quelli di Irene Grandi ed Enrico Ruggeri, la cui ultima partecipazione risale invece al 2010. Rrouge avrebbe proposto un brano assai ispirato, dedicato ad alcuni artisti scomparsi (Gaber, Jannacci, Faletti). Altro nome piuttosto gettonato è quello di Marco Masini, sei anni dopo la buona performance del 2009 con la non del tutto compresa "L'Italia", e di quella edizione targata Bonolis (che segnò il rilancio della manifestazione dopo la profonda crisi del 2008) potremmo ritrovare in gara anche Sal Da Vinci.
ANNI NOVANTA - Secondo news raccolte in rete, sarebbero in lizza diversi esponenti della bistrattata generazione anni Novanta, che ho spesso strenuamente difeso su questo blog: da Mietta a Syria fino a Massimo Di Cataldo, riemerso da una dolorosa vicenda giudiziaria (con "mostro" regolarmente sbattuto in prima pagina...) e desideroso di riguadagnare il terreno perduto. Mesi fa, gli Zero Assoluto ebbero parole di stima per la kermesse rivierasca, e quell'endorsement portò molti media a ipotizzare un loro ritorno all'Ariston: non so se la cosa abbia un qualche fondamento, ma di certo il duo romano avrebbe bisogno di una grossa ribalta, dopo alcuni anni trascorsi un po' sottotraccia in fatto di presenze sui canali "generalisti". Sicuro è il tentativo di partecipazione di Goran Kuzminac, una sfida difficile da vincere ma che merita tutto il nostro appoggio; meno convincente la coppia Alessandro Safina - Luisa Corna, di cui molto si è scritto.
REDUCI DALL'ESTATE E GIOVANI RAMPANTI - Ci sarebbe da pescare del buono fra i protagonisti dell'estate canora 2014, contraddistinta da una buona fioritura di canzoni orecchiabili e di facile impatto: da Gianluca Grignani a Nek (il cui ritorno alla kermesse ligure è atteso ormai da ben diciotto anni), da Deborah Iurato all'eccentrico Paolo Simoni, un ragazzo che ha fatto centro con "Che stress" e "15 agosto". A proposito di freschi virgulti della nostra musica leggera, sarebbe interessante rivedere qualcuna delle Nuove Proposte dell'anno passato, come Zibba e quel Diodato che è oggi un volto piuttosto popolare, grazie alle partecipazioni al citato show di Fazio e al recente album di cover anni Sessanta. Andando più indietro, perché non puntare su Erica Mou, voce fra le più interessanti e originali prodotte di recente dal vivaio del Festival, o su Giua, alle prese con la realizzazione di un disco attraverso la strada del crowfunding? Per non parlare degli eternamente bistrattati Jalisse, che una chance prima o poi dovranno pur meritarla... Scommetto qualche spicciolo sul fatto che tenteranno la riscossa recenti vincitori sanremesi amatissimi dal pubblico giovane, come Valerio Scanu (forte delle convincenti performance a "Tale e quale show"), Marco Carta e Alessandro Casillo.
VETERANI DA SCEGLIERE CON CURA... - Per il resto, detto di un Mario Biondi nuovamente accostato al Festivalone (ove finora non si è mai visto, come concorrente: sarà la volta buona?), ci sono almeno altri tre grandi gruppi in cui pescare: il mondo rap - hip hop, con i vari Moreno e Clementino (ma il vero colpo sarebbe Emis Killa, fresco di tormentone Mundial), i tanti che negli ultimi anni hanno tentato, stando ai giornali, la via dell'Ariston senza fortuna (da Alex Britti ad Alexia, da Paolo Vallesi a Tosca, solo per citarne alcuni), e l'immenso bacino dei veterani, che solitamente presentano domanda in massa: ne fa parte il menzionato Kuzminac, ne fanno parte nomi fin troppo presenti in Riviera nelle più recenti edizioni (su tutti Loredana Bertè, le cui quotazioni vengono date in rialzo). Personalmente, auspico che Conti e la sua commissione artistica si allontanino dal "già visto", dando invece spazio a "grandi vecchi" che, in questo primo scorcio di secolo, di opportunità ne hanno avute ben poche, dai personaggi più nazionalpopolari (Riccardo Fogli, Don Backy) a quelli più "sofisticati" (Eduardo De Crescenzo, Teresa De Sio, Alice...).
INDIPENDENTI E STRANIERI - Necessaria, inoltre, una maggiore attenzione a quel mondo indipendente che nelle ultime stagioni ha ottenuto riscontri di pubblico non indifferenti: un Brunori Sas o un Dente, ad esempio, porterebbero una bella ventata di freschezza. Mentre, se si vuole cercare il colpaccio, sfumata l'ipotesi Carmen Consoli (con album in uscita a gennaio, ossia poche settimane prima della kermesse, e un singolo rilasciato giusto ieri: peccato davvero), perché non puntare su due grandi rentrée per Negramaro e/o Raf? Personalmente, poi, apprezzerei molto la presenza di Niccolò Fabi e di Neffa, cantautori di valore mai adeguatamente valorizzati dalla rassegna ligure.
Infine, il discorso stranieri in gara: con sedici posti, ossia sempre pochi, penso che si debba dare la precedenza agli artisti di casa nostra (sarebbe diverso già con sole due caselle in più da riempire), in ogni caso non mi scandalizzerebbe vedere un grande nome internazionale scendere nell'arena: magari uno Stromae, il quale l'anno scorso, ospite all'Ariston, affermò che non si sarebbe tirato indietro di fronte alla possibilità di competere, oppure star onuste di gloria in qualche modo legate all'ex Bel Paese come Anggun, Mick Hucknall, Amii Stewart, o ancora vedettes più o meno sulla cresta dell'onda (Iglesias jr., John Legend...) che accettassero la scommessa di cantare in italiano, cosa che un tempo avveniva con un certa frequenza mentre oggi è rarità assoluta.
bell'articolo Carlo, ma perchè non ti candidi tu a direttore artistico? Battute a parte sono certo che ne nascerebbe un bellissimo Festival, molto eterogeneo e interessante. Che dire? 16 nomi sono molto pochi, tu stesso quasi senza accorgertene ne hai citati di più.. personalmente non mi dispiacerebbe rivedere Nek o Di Cataldo (meno il Grigna, che di partecipazioni ne ha già diverse alle spalle), lo stesso Scanu che ho avuto modo di apprezzare anch'io nel programma di Conti. Direi poi che dopo i vari Afterhours, Marlene, Almamegretta e di recente Perturbazione (coloro che in fondo maggiormente hanno beneficiato della vetrina del Festival) qualche nome indie ci potrebbe stare... ma forse Dente e Brunori, età a parte, se la giocherebbero in popolarità con Zibba e The Niro dello scorso anno, insomma... in ambito indie sono notissimi e hanno pure fatto capolino nelle charts ma non so quanto credito possano avere da big tout court... poi fosse per me farei sempre una rassegna coi vari sinigallia, perturbazione, colapesce, dimartino ecc ma si sa che non è possibile. Magari andasse la bella e brava Thony che adoro, o i Virginiana Miller, fantastici e che propongono da vent'anni dischi di indubbia qualità, nell'ambito di una musica d'autore ma molto vicina al pop. Spiace per la Consoli mentre credo sarà impossibile rivedere Neffa, Fabi o meno ancora i Negramaro. Poi sinceramente, con Conti prevedo che di questi nomi in realtà non andrà nessuno ma si pescherà sul super commerciale o sul già visto, non dico che andranno metà dei concorrenti di tale e quale show ma vedrai che poco ci mancherà :-) Gianni G.
RispondiEliminaPuff, pant... Eccomi! :D Di "indie" ne sai incomparabilmente più di me; io ho citato, non a caso, due nomi che, nei mesi scorsi, hanno conosciuto anche una popolarità più "commerciale", e che quindi a Sanremo avrebbero un loro senso, come e più dei bravissimi Perturbazione dell'anno scorso (a proposito, ho letto delle vicissitudini e dei cambiamenti in seno all'organico del gruppo). E' un mondo che merita visibilità, e comunque la mia filosofia sanremese è quella omnicomprensiva di Baudo, cioè dare spazio al maggior numero di generi possibile, anche se televisvamente parlando può risultare una strategia perdente (con la scusa di voler raggiungere tutti i "pubblici", scontenti tutti: capitò con gli ultimi Festival ecumenici del buon Pippo).
EliminaBeh io guarderò Sanremo ,ma sarò sempre PERUFFO COL CIUFFO .questa è felicità
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