Gli storici del Festival di Sanremo parlano, non a torto, degli anni Duemila come dell'epoca in cui, all'interno delle kermesse rivierasca, l'aspetto televisivo ha preso nettamente il sopravvento su quello più squisitamente musicale, che dovrebbe invece rappresentare l'essenza della manifestazione. Ciò non ha impedito che in gara, in questo decennio, venissero presentate canzoni di elevata qualità, in qualche caso gioielli autentici: purtroppo, il nuovo format dell'evento, il cui l'obiettivo finale è principalmente l'Auditel e in cui pertanto la fanno da padroni ospiti non cantanti, lustrini, paillettes e accessori vari, ha fatto il più delle volte passare in secondo piano tali perle.
Con questo post, e con quello successivo, intendo quindi rendere giustizia a tali composizioni, con l'ovvia premesse che la scelta effettuata è strettamente personale (ho sempre pensato che le bellezza di una canzone sia frutto di una valutazione al 70 - 80 per cento soggettiva e solo per la restante percentuale fondata su valutazioni eminentemente tecniche).
Partiamo dal 2000, il secondo Festival dell'era Fabio Fazio, considerato uno dei migliori di sempre sul piano della proposta musicale, con un cast molto più vicino alla realtà del mercato discografico italiano di quanto non lo sia stato in diverse altre edizioni a carattere più marcatamente "nazionalpopolare". Desidero riportare alla memoria proprio la proposta di una delle cantanti più "commerciali" dell'epoca, e quindi alla fine un po' penalizzata nella classifica finale. Mietta era ancora una delle artiste italiane più amate e popolari, una che tuttavia non amava fossilizzarsi in un solo genere, per quanto remunerativo, e che non si è mai tirata indietro di fronte alla possibilità di sperimentare vie nuove, anche a scapito delle vendite di dischi. Quell'anno presentò un pezzo orecchiabilissimo e ben strutturato, "Fare l'amore".
Nel 2001 i Bluvertigo ci regalarono un autentico tuffo negli anni Ottanta: la loro "L'assenzio" risente fortemente, volutamente, quasi a mo' di citazione, di certo sound d'Oltremanica del periodo eighties, e il richiamo ai Depeche Mode è evidente.
Nello stesso anno, Syria, sempre bistrattatissima dalla critica, e non sempre a ragione, sorprese con un pezzo struggente, dedicato a una persona amata che purtroppo non è più su questa terra. Sound trascinante anche se non propriamente originale, ma testo di una delicatezza e di una poesia che andrebbero assolutamente rivalutate. Ecco "Fantasticamenteamore".
2002: riflettori su Mariella Nava, cantautrice sempre ispirata, apprezzatissima da tanti colleghi che hanno beneficiato dei suoi testi. Da un po' di tempo lontano dalla grande ribalta, e qualche anno fa minacciò addirittura il ritiro dopo l'ennesima esclusione da un Sanremo. Quell'anno cambiò pelle rispetto al suo stile sempre delicato e soffuso, si presentò con un'immagine più frizzante e con una ballata autobiografica e dal sound movimentato e allegro.
Stesso anno, e fra i Big comparvero per la prima e unica volta i Gazosa, vincitori fra i Giovani l'anno precedente. Dopo il tormentone estivo "www.mipiacitu" non ci si aspettava granché, invece ecco arrivare questa "Ogni giorno di più" tutt'altro che banale. Verrà anche usata per una pubblicità, se non sbaglio, di un prodotto per bambini.
2003: un cast ottimo penalizzato da ascolti non all'altezza (frutto di unì'impostazione spettacolare troppo dispersiva). Fra i Big, Nino D'Angelo, all'apice della maturità artistica, offrì al pubblico questo drammatico brano dall'insolita costruzione, dialogo fra un camorrista e la sua coscienza.
Ancora 2003, per un intenso e ispirato duello fra Andrea Mirò e il compagno Enrico Ruggeri: "Nessuno tocchi Caino" è un inno per nulla retorico contro la pena di morte.
Chiudiamo l'ampia panoramica su questa edizione con l'addio alle scene (e alla vita) di Giuni Russo, con una elegante e sofisticata "Morirò d'amore".
ciao Carlo, sempre competenti i tuoi post sanremesi.. tra l'altro proprio oggi anch'io nel mio blog ho parlato diffusamente del Festival che attendo con trepidazione.
RispondiEliminaTuttavia dissento da alcuni tuoi giudizi, specie su Syria e Mietta, ma siamo sul piano dei gusti personali.. a mio avviso gli anni duemila hanno regalato autentiche perle, penso a Bersani (che infatti aspetto con ansia, perchè è un grandissimo artista), Gazzè, la Consoli, Silvestri e molti molti altri.
ciao amico!
Gianni Gardon
Gianni!! Non sai come son felice di sentirti!! Bentornato, e grazie di cuore.
RispondiEliminaCome detto, i giudizi musicali li ritengo in larghissima parte personali,e sono convinto che anche in quelli dei grandi critici (facciamo pure i nomi: Luzzatto Fegiz, Venegoni, ecc...) i gusti individuali facciano sovente aggio sulle considerazioni tecnico - artistiche. Io per Mietta ho un debole autentico, lo ammetto, riguardo a Syria quel brano mi colpì parecchio proprio per il contenuto non del tutto usuale nella storia della musica italiana.
Preciso che avrei inserito volentieri altre canzoni del decennio, ma alla fine lo spazio è quello che è; riguardo a quelli che hai citato, Bersani, Gazzè, Consoli e Silvestri nelle loro apparizioni all'Ariston hanno comunque ricevuto, chi più chi meno, riconoscimenti e gratificazioni, sul posto o successivamente (in questi giorni il brano del 2000 di Bersani è gettonatissimo su FB, e anch'io attendo con ansia il suo nuovo pezzo), mentre quelli inseriti, per un verso o per l'altro, sono stati alla lunga un po' trascurati, almeno per quel che mi ricordo.