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venerdì 14 settembre 2012

IL TKC TEATRO DELLA GIOVENTU' RIAPRE I BATTENTI CON "RUMORS" DI NEIL SIMON

                                         La The Kitchen Company in "Rumors" 

Riecco il Teatro della Gioventù! Si riapre domani, 15 settembre, con un originale aperitivo musicale e, a seguire, l'anteprima di "Rumors", celeberrima commedia "eighties" del grande Neil Simon. I giovani attori del teatro di via Cesarea, zona centralissima di Genova, tornano dunque in scena dopo una pausa che, quest'anno, è stata insolitamente breve. Il TKC Teatro della Gioventù ha infatti allestito una stagione estiva, prima esperienza del genere in Italia, sulla scia di ciò che avviene già da tempo in molte parti del mondo: dal 16 giugno al 5 agosto, come avevamo raccontato qui, la The Kitchen Company ha sfidato la canicola offrendo al pubblico lo spettacolo "Le conquiste di Norman", per la bellezza di 51 repliche. 
STAGIONE ESTIVA, CHE SUCCESSO! - Un esperimento ardito, un'audacia premiata: la risposta del pubblico è stata eccellente, alle rappresentazioni hanno assistito oltre 5mila spettatori. Eccellente ma, in fondo, non sorprendente, visto che in questo primo anno della "nuova gestione" targata Massimo Chiesa, Eleonora D'Urso (i due direttori) e, appunto, The Kitchen Company, il Teatro della Gioventù ha saputo, grazie a una linea artistica ben definita e allo spirito brillante e sbarazzino dei suoi giovani protagonisti, fare breccia nel cuore di una "platea" decisamente ampia: "Dall'inizio dell'attività nel gennaio di quest'anno, fino all'esperienza estiva - spiega Massimo Chiesa - abbiamo registrato quasi 30mila presenze, raggiungendo nel complesso una percentuale di riempimento del teatro del 50 per cento". 
30mila persone per 5 spettacoli allestiti, e messi in scena in 174 repliche: "Questa è una nostra peculiarità - dice ancora Chiesa - Pochi spettacoli replicati più volte: ritengo sia la strada più efficace laddove, in linea generale, il teatro italiano si caratterizza purtroppo per l'eccessivo numero di spettacoli e il numero limitato di repliche: in questo modo, oltre a calare la qualità, crescono anche le spese". Già: un modus operandi che il mondo teatrale nostrano non può più permettersi, e che il TKC Teatro della Gioventù tenta di rivoluzionare e capovolgere. "Il nostro - prosegue il direttore artistico - è un teatro di sola produzione, attraverso la compagnia TKC: in questo modo si crea affezione presso il pubblico, si crea lavoro e si riesce a operare un controllo ottimale sulla qualità di ciò che facciamo. Certo, inutile sottolineare che le difficoltà economiche non mancano; c'è ad esempio il problema delle sovvenzioni ministeriali, il fondo a noi spettante per il 2012 come impresa di produzione privata è stato deliberato solo a luglio ed è ammontante a 480mila euro, oltre 100mila euro in meno di ciò che pensavano ci arrivasse. Ma il problema è ampio e non riguarda solo noi: occorre aumentare il FUS, il Fondo unico per lo spettacolo, altrimenti i tempi si faranno sempre più duri per enti come il nostro". 
In ogni caso, il TKC Teatro della Gioventù è ben deciso a proseguire, con sempre crescente entusiasmo, la propria avventura: e ci mancherebbe altro, aggiungiamo noi, perché una struttura che lancia messaggi artistici così innovativi, e che, soprattutto, punta con tale decisione sulle nuove leve (sul palco e "dietro le quinte") merita tutta la fortuna del mondo, e anche un po' di più...

                                             Ancora i protagonisti di "Rumors"

RUMORS - Torniamo alla riapertura della stagione del TKC (che, al contrario di quanto viene fatto dagli altri teatri italiani, si sviluppa seguendo il corso dell'anno solare, cioè partendo a gennaio e chiudendosi a dicembre). Dopo l'aperitivo musicale al TKC Bistrot (degustazione di cibi tipici artigianali con le note del giovane pianista e cantautore genovese Michele Savino), toccherà a "Rumors" di Neil Simon, una delle commedie più popolari e rappresentate nel mondo. Scritta nel 1988, è uno sguardo ironico, sarcastico, spietato sull'alta borghesia di New York, mette in scena un'umanità interiormente povera, vuota, uomini piccoli e meschini nonostante i ruoli di altissima responsabilità sociale e professionale che essi ricoprono. Una satira dalla dirompente forza comica, per una storia che parte nella lussuosa casa del vice sindaco di New York, dove dovrebbe svolgersi la festa per l'anniversario di matrimonio dello stesso ma i due festeggiati sono assenti, lui colpito ad un orecchio da un proiettile, la moglie introvabile. L'arrivo degli invitati, quattro coppie di amici, e successivamente di due poliziotti, scatena una farsa grottesca e paradossale, senza soste e dai ritmi sostenuti. Nutritissimo il cast: TKC schiera Eleonora D'Urso (direttrice artistica del teatro e anche attrice), Daria D'Aloia (che è anche aiuto regista), Giovanni Prosperi, Nicola Nicchi, Marco Zanutto, Giulia Santilli, Fabrizio Careddu, Elisabetta Becattini, Carlo Zanotti e Valentina Persico. Regia di Massimo Chiesa, che qualche anno fa rappresentò questa commedia con la stessa D'Urso e con Zuzzurro e Gaspare. Lo spettacolo è in programma dal 15 settembre al 14 ottobre.
BENEFICENZA - Da segnalare, per questa fase autunnale del Teatro della Gioventù, anche due iniziative benefiche: il 28 settembre alle 21 una delle repliche di "Rumors" sarà a favore dell'Associazione Ligure Ipoudenti, mentre l'8 ottobre alle 17 ci sarà una festa per nonni e bambini pro Unicef. Per ogni ulteriore informazione sull'attività del teatro, ecco il sito web: http://www.tkcteatrodellagioventu.it/

domenica 2 settembre 2012

LE PAGELLE DEL MERCATO - TERZA PARTE: DAL PARMA ALL'UDINESE

                                              Destro, nuovo asso romanista

PARMA - Non condivido questo dilagante ottimismo attorno alla campagna acquisti del Parma. Che, non dimentichiamolo, ha perso Giovinco, ossia il 70 - 80 per cento del suo potenziale offensivo e uomo assolutamente decisivo nello strepitoso finale di campionato della scorsa primavera. E non ci sarà più nemmeno Floccari, che pur fra alti  e bassi i suoi otto centri in stagione li aveva messi a segno. A far gol, in vece dei partenti, dovranno pensare Amauri, le cui polveri bagnate sono ormai proverbiali, e il dotato ma incostante e sovente confusionario Biabany, mentre il colombiano Pabon è per ora soltanto una delle tante scommesse esterofile dei nostri club, che potrebbe risultare vincente ma anche un tremendo buco nell'acqua: auguri. 
Le certezze arrivano soprattutto dal settore di centro, dove Acquah e Parolo sono due rinforzi autentici, in grado di aumentare il tasso di qualità della manovra, di portare idee in fase di costruzione e di far filtro con profitto se ve n'è la necessità. Soprattutto dall'ex cesenate ci si aspetta molto, dopo che due anni fa era giunto fino all'azzurro: il suo senso tattico e le sue botte dalla distanza saranno soluzioni offensive in più per Donadoni, che ne avrà bisogno. I polmoni e la verve agonistica di Galloppa e Gobbi completano un reparto che rappresenterà l'arma vincente dei Ducali. Immutata la difesa, con Mirante, cresciutissimo nelle ultime stagioni, a fare buona guardia fra i pali coadiuvato dai collaudati Zaccardo (sempre ad altisimi livelli in quel di Parma) e Ale Lucarelli, con Santacroce pronto a riprendere il filo di un discorso interrotto quando, pochi anni fa, sembrava destinato a diventare uno dei giovani d'oro del nostro football. Non è ancora tardi, ma occorre darsi una mossa. 
PESCARA - Ahi ahi. La squadra che ha trionfalmente conquistato la promozione, di fatto, non esiste più, questo è un altro Pescara, che ben poco ha a che fare con l'armata dei sogni di Zeman, quel team dal gioco irresistibile che, mia convinzione personale, avrebbe ottenuto ottimi risultati anche nella massima serie, magari piazzandosi fra le prime dieci. Persi Verratti, Insigne, Sansovini e Immobile, il cielo si è fatto cupo. Può sembrare assurdo scriverlo dopo i sei gol subiti nelle prime tre gare, ma il reparto meglio attrezzato sembra la difesa: il giovanissimo Perin è un estremo difensore dal futuro garantito, Terlizzi un centrale collaudato e sovente mortifero negli inserimenti in avanti, e al suo fianco giostrerà Capuano, difensore fra i più promettenti del panorama italiano, così come Romagnoli (entrambi fanno parte dell'Under 21). 
Il centrocampo si aggrappa all'uomo ovunque Cascione, inesauribile e tatticamente preziosissimo, mentre esistono perplessità sulla tenuta fisica di Giuseppe Colucci e soprattutto di Blasi. Bjarnasson è tutto da verificare in un torneo pur sempre difficile come la nostra Serie A, mentre il duttile slovacco Weiss dovrebbe assicurare peso e personalità al reparto di mezzo. In avanti si punta quasi tutto sulla classe di Caprari, mentre Jonathas pare un po' troppo leggerino per il massimo campionato e Abbruscato a certi livelli non ha mai inciso. Stroppa in panca rappresenta un salto nel buio. La sensazione è che salvarsi sarà estremamente problematico. 
ROMA - Il passo in avanti rispetto all'ultima stagione pare evidente, a partire dalla panchina: Zeman finalmente torna dove merita, cioè fra i grandi, dopo aver dimostrato a Pescara che la sua idea di buon calcio è tutt'altro che passata di moda. Squadra migliorata in tutti i reparti: la difesa, che ha sempre in Burdisso un perno inamovibile, trova lo svettante Castan e la furia bionda Balzaretti, protagonista a Euro 2012, attento in copertura e travolgente nelle volate sulla fascia sinistra. A centrocampo, è rimasto De Rossi nonostante i tanti pretendenti: il  formidabile motore del reparto nevralgico sarà affiancato da giovani del calibro di Tachtsidis, regista arretrato dai piedi buoni, Florenzi, formidabile tuttofare, abile in interdizione e in fase di spinta, settepolmoni micidiale negli inserimenti in avanti, uno dei boom dell'ultima cadetteria, e Pjanic, piedi fatati e rifinitore coi fiocchi. E c'è anche Bradley, gregario illuminato, altro giocatore dal gran fisico e dalla resistenza agli sforzi notevole, l'ideale per Zeman. 
In avanti, attesissimo Destro, attaccante di buona tecnica, dalla prolificità in crescita e dalla personalità sempre più in rilievo. Accanto a lui, una batteria di punte di grande efficacia che spazia da Osvaldo a Lamela, passando per un Totti che, magari anche solo part time, saprà di certo regalare ancora qualche prodezza sotto porta. Insomma, una Roma che, se il gioco zemaniano verrà adeguatamente digerito senza provocare troppi scompensi difensivi, si candida, ebbene sì, come anti Juventus di tutto rispetto.

                                             Poli: rientro alla Samp per stupire

SAMPDORIA - La base era la squadra che aveva centrato affannosamente la promozione, dopo un sesto posto in B e il piazzamento playoff acciuffato anche grazie all'inopinato crollo finale del Padova. Poca cosa, quindi, a parte Romero (portiere comunque non esente da strafalcioni anche in cadetteria), l'ottimo centrale Gastaldello e i centrocampisti di quantità Munari e Obiang. A potenziare il reparto arretrato è arrivato Simon Poulsen, ed è il colpo migliore del mercato blucerchiato, ammirato al'Europeo come difensore di grande applicazione, tempista e puntuale nei recuperi. Meno fiducia ho in De Silvestri, eterna promessa di fascia destra il cui credito è vicino ad esaurirsi, se non compirà finalmente quest'anno il salto di qualità. La perdita di Volta potrebbe farsi sentire.
Nel mezzo, è alfine rimasto Poli ed è grasso che cola, il ragazzo ha grande eclettismo, buona tecnica e intelligenza tattica sufficiente per prendere in mano il gioco e far girare i compagni. Sopravvalutato l'arrivo di Maresca, centrocampista di grande spessore ma che, dopo aver raggiunto il top del rendimento cinque - sei anni fa, sembra aver imboccato la parabola discendente. La velocità e le incursioni di Estigarribia verranno utili, ma il giocatore è al momento un mistero, nella sua prima annata italiana è stato poco impiegato e ha fatto vedere poco o nulla. In avanti, è arrivato Maxi Lopez, che è buon attaccante ma che dalle nostre parti, al di là di una mezza stagione monstre a Catania, non ha mai fatto strage di portieri. Alza comunque il tasso di pericolosità di una prima linea che rischiava di aggrapparsi ai soli Eder e Pozzi, mortiferi in B ma da sempre assai "leggeri" al piano superiore. In definitiva, per i blucerchiati una salvezza tranquilla dovrebbe essere alla portata, ma pensare a qualcosa in più pare al momento eccessivamente ottimistico. 
SIENA - Permanenza da inseguire con enormi affanni, per via della pesante penalizzazione e di una rosa che appare inferiore a quella dell'anno passato. L'indebolimento parte dalla panchina dove, con tutto il rispetto, Cosmi non vale Sannino. Sul campo, gli addii di Brkic, Rossettini e soprattutto Destro si faranno sentire. La porta, fra Pegolo e Campagnolo, non ha al momento un custode valido al cento per cento, ma Paci, Dellafiore, Rubin, Contini e Terzi innervano un reparto che, quantomeno negli scontri diretti, dovrebbe garantire discreta protezione alla squadra. 
Al centro Coppola e Mannini portano tanto fervore, anche se raramente illuminato, Valiani cerca quella costanza di rendimento e quella "decisività" che raramente ha trovato agli alti livelli. Ci si affida soprattutto a D'Agostino, che deve ritrovare gli estri di un tempo, quelli che l'avevano portato in Nazionale e che gli consentivano di diventare autentico uomo squadra, prendendo per mano i compagni e accendendo girandole offensive altamente spettacolari e redditizie. Ci si attende un contributo più cospicuo da Bolzoni, centrocampista pochi fronzoli e tutta sostanza, e  si guarda con speranza a Verre, prodotto del vivaio romanista, piedi fatati e cervello fino. Perplessità anche in avanti: ci si affida ancora alle alterne lune di Bogdani e all'indecifrabile Zé Eduardo, disastroso a Genova la stagione passata ma parso rigenerato nel pre campionato rossoblù. L'unica certezza è Calaiò, ma saprà ripetersi sui livelli dell'anno scorso? In Serie A non sempre è stato un cannoniere inesorabile... 
TORINO - Dopo un avvio di mercato in tono minore, alla fine è venuto fuori un Toro coriaceo, che dovrà lottare per salvarsi ma che ha tutto per centrare l'obiettivo con discreto anticipo. C'è una piccola colonia di ex bandiere baresi (lo è stato anche mister Ventura), formata dal portiere Gillet, ormai una certezza, e dal roccioso centrocampista Gazzi, l'uomo giusto, col suo spirito indomito, per le sfide al calor bianco dei bassifondi. E' arrivato il veterano ex Cagliari Agostini a rimpolpare una difesa che avrà il suo perno nel giovane Ogbonna, sicuro e autoritario anche nei primi approcci con la maglia azzurra, e che potrà contare, fra gli altri, sul polacco Glik, uno dei protagonisti della promozione. 
Nel mezzo, a parte il citato Gazzi, fosforo e ordine in quantità da parte di Brighi, rapidità, fisico e colpi di genio per un Birsa che al Genoa è rimasto un oggetto misterioso, ma che ha le doti per ben figurare nel campionato italiano. E attacco interessentatissimo, con un Cerci che se in giornata di luna buona può mettere a soqquadro qualsiasi difesa, un Bianchi deciso a dimostrare di essere fromboliere di vaglia anche nella massima serie e  un Sansone la cui versatilità tattica sul fronte offensivo allarga ulteriormente il ventaglio di strade che conducono al gol, rendendo l'attacco granata uno dei più interessanti e imprevedibili della categoria. Squadra da tenere d'occhio...

                                          Armero, uno dei big rimasti all'Udinese

UDINESE - Pozzo sta tirando un po' troppo la corda, col suo "modello Udinese". E questa volta ha forse esagerato: via in un colpo Handanovic, Isla, Asamoah, e poi Cuadrado, Floro Flores, Pazienza, Torje, Ferronetti... Tutto nell'anno della seconda qualificazione consecutiva ai preliminari di Champions, un traguardo e un impegno che meritavano ben altra considerazione. Il risultato non poteva che essere quello maturato sul campo, ossia l'eliminazione e il declassamento in Europa League, e non è un buon viatico per la stagione appena iniziata. 
La squadra appare vistosamente indebolita, non sempre Guidolin potrà fare i miracoli, Di Natale non è eterno, e non è detto che ogni anno dal mazzo dei tanti giovani reclutati in giro per il mondo esca fuori il fuoriclasse di turno. Brkic è un portiere di discreto livello ma che ancora non vale Handanovic, e in Coppa ha alternato prodezze autentiche a perniciosi black out. Domizzi e Pasquale, dall'alto della loro esperienza, terranno insieme la difesa coadiuvati da un Benatia in crescita, mentre dovrebbero trovare spazio il giovane Faraoni e Andrea Coda, buon rincalzo. Nel mezzo fondamentali saranno la "legna" di Pinzi, le sgroppate di Armero, l'imprevedibilità di Lazzari, l'applicazione e la continuità nelle due fasi di Basta. L'attacco, come detto, chiederà ancora a Totò di gettare il cuore oltre l'ostacolo rappresentato dall'anagrafe, mentre dovrà ritagliarsi più spazio il jolly Fabbrini, esploso prepotentemente nel finale della stagione passata grazie alla sua classe, all'inventiva e alle ficcanti iniziative offensive. Attesa attorno allo sgusciante Muriel, ma, oggi, non mi  sento di pronosticare un altro torneo d'avanguardia per questa Udinese. (3 - FINE).  

LE PAGELLE DEL MERCATO - SECONDA PARTE: DALL'INTER AL PALERMO

                                       Palacio, subito protagonista nell'Inter

INTER - Indecifrabile. Doveva cambiare molto e l'ha fatto, ma non sempre nella maniera giusta: era proprio necessario disfarsi di Julio Cesar per affidarsi a un portiere buono ma che non vale il brasiliano, come Handanovic? Bene l'innesto dell'impeccabile Silvestre in terza linea (dove si spera possa riavere una chance Ranocchia, ingiustamente emarginato dopo le prime incertezze, destino di tanti giovani italiani: ricordiamo che il ragazzo è stato, fino a pochi mesi fa, nel giro della Nazionale), Alvaro Pereira è un buon difensore, ma è uno di quei giocatori destinati a non spostare più di tanto gli equilibri ai massimi livelli. Centrocampo molto fisico con Guarin e Gargano ad affiancare l'eterno Cambiasso, con in più il coriaceo Mudingayi (che però non pare giocatore da grandissime ribalte). Le cose migliori dovrebbero arrivare dalla trequarti in su: Snejder diventerà ancor più il fulcro della manovra, chiamato a fabbricare palle gol e a inserirsi per conclusioni micidiali, Cassano è pronto ad accendere saltuarie luminarie, Milito e il guizzante Palacio assicurano gol in quantità, Coutinho, dopo i timidi approcci del passato, reclama spiccioli di gloria non effimeri. In definitiva, una buona squadra, ma che non mi pare attrezzata per puntare al bersaglio grosso. 
JUVENTUS - i Campioni d'Italia hanno aumentato il vantaggio nei confronti delle concorrenti. Sull'inaffondabile telaio dell'anno passato, gli innesti degli ex friulani Isla e Asamoah accrescono ulteriormente il tasso tecnico della squadra e il ventaglio di soluzioni tattiche, così come la straripante vitalità di Giovinco rappresenterà un'arma offensiva di notevole importanza, ancor più dal momento che il tanto sospirato top player in avanti non è arrivato e ci si è dovuti accontentare del danese Bendtner, discreto attaccante ma non certo l'uomo in grado di far fare il salto di qualità a un team in cerca di gloria internazionale. Per il resto, poco da dire: la squadra non ha punti deboli e in Italia può fare il vuoto, col suo gioco aggressivo e propositivo sostenuto da interpreti di livello assoluto: da Buffon a Lichtsteiner, da Marchisio a Pirlo, da Chiellini a Vidal. Bastano i nomi...  
LAZIO - Ha iniziato bene, ma è una squadra che non suscita in me grandi entusiasmi. Si affida, soprattutto in retroguardia, a giocatori buoni ma non eccelsi, che nelle ultime due stagioni si sono costantemente espressi molto al di sopra delle rispettive potenzialità: penso ai vari Dias, Diakitè, Biava, Konko; Marchetti è invece una garanzia, ed è pronto a sfoderare prodezze per tornare nel gruppo della Nazionale. Centrocampo di spessore grazie al collaudato regista Ledesma, alla lucida applicazione e al contributo in fase creativa di Candreva, alle giocate di alta classe di Hernanes e ai mortiferi inserimenti di Mauri, mentre c'è attesa attorno al talentuoso brasiliano Ederson. L'attacco è ben attrezzato solo sulla carta: nella realtà, dovrà sperare che Klose non avverta troppo l'usura degli anni e gli acciacchi, così come Rocchi, che Zarate acquisisca un minimo di costanza di rendimento in più (giocatore dalle possibilità enormi ma sfruttate sin qui non più del 10 - 20 per cento) e che Floccari e Kozak si mostrino un po' più incisivi rispetto ai loro standard (soprattutto il secondo). Insomma, non scommetterei sull'ennesimo torneo di alto livello dei romani...


                              Miro Klose: la Lazio affida a lui le sue chance offensive

MILAN - Perdere Thiago Silva, Nesta e Ibra in un sol colpo significa ridimensionamento, poche storie. Comunque, qualcosa di buono è arrivato: soprattutto là dove il gioco prende forma, con la possanza di De Jong che va ad aggiungersi a quella dei vari Ambrosini, Nocerino e Boateng, per un reparto fisicatissimo in grado di incidere anche in zona gol con tiri dalla distanza e incursioni devastanti. A portare classe e inventiva dovrà pensare Montolivo, reduce da un buon Europeo e finalmente chiamato alla prova su un grande palcoscenico metropolitano.
Difesa, invece, un po' ridotta all'osso: Acerbi è difensore di sicuro avvenire, ma inizialmente il paragone con gli illustri partenti rischierà di essere impietoso. Abate torna da Euro 2012 più maturo e sicuro di sé, c'è il giovanissimo De Sciglio in rampa di lancio (e già beneficiato di una convocazione prandelliana) e Bonera, la cui dedizione alla causa è encomiabile ma che ha il sapore del ripiego. L'attacco, si diceva, parte senza lo svedesone capriccioso: sul piano dei comportamenti e dell'educazione, non mancherà di certo al campionato italiano. Allegri dovrà inventarsi nuovi schemi di attacco, e il materiale per farlo non gli manca: dai frombolieri Pato, Robinho e Pazzini, ai tecnicissimi e poliedrici El Shaarawy e Bojan, due ragazzi in grado di sparigliare le carte offensive con una varietà di movimenti e soluzioni da far impazzire gli avversari (ma il secondo è ancora troppo intermittente). Insomma, un Milan, tutto sommato, più modesto ma non così dimesso come potrebbe sembrare. 
NAPOLI - Un mercato intelligente, che ha accresciuto le alternative per dare fiato agli elementi chiave della rosa, costantemente a rischio spremitura (con conseguenti drastici cali fisici sul finire di stagione), aumentando di fatto la cerchia dei "titolari". Ecco quindi, per la difesa, il contesissimo brasiliano Uvini e la sicurezza rappresentata dall'esperto Gamberini (con in più l'ex genoano Mesto, non sempre preciso ma in grado di offrire corsa, polmoni, sgroppate su e giù per il campo e qualche buona incursione in area), Behrami e la promessa El Kaddouri per il centrocampo e, soprattutto, Insigne, l'uomo che dovrebbe rendere indolore la partenza del bravo ma sopravvalutato Lavezzi, un concentrato di classe, fantasia e concretezza per lanciare i compagni e concludere egli stesso, un potenziale fuoriclasse che andrà atteso con la pazienza che meritano i veri talenti. E' un Napoli in grado, più di Inter e Milan, di entrare in competizione diretta con la Juve per il titolo, e di cercare un'affermazione in Europa League che sarebbe importante per tutto il calcio italiano.

                                          Insigne: dal Pescara al Napoli

PALERMO - Organico vistosamente indebolito rispetto alla passata stagione, ma con un Sannino in più nel motore, uno di quei tecnici in grado di portare un autentico valore aggiunto con le sue idee e la capacità di metterle in pratica. La difesa ha trovato in Ujkani un portiere di buon rendimento, ma ha perso due grossi calibri come Silvestre e Balzaretti, mentre Von Bergen e Morganella sono elementi di profilo medio - basso che ad occhio e croce faranno acutamente rimpiangere i partenti. Il centrocampo si affida alla sostanza di Arevalo Rios, abile a rompere e a costruire, e di Donati, che cercherà di portare generosità e geometrie nel cuore del gioco. Ci si attende molto dai giovani Viola, piedi buoni e grinta a tutto campo, e dal classico Ilicic, devastante agli esordi italiani e poi via via ridimensionatosi, meno dal cavallo di ritorno Brienza, che ci pare in fase discendente. L'attacco è aggrappato ai soliti estri di Miccoli, che dovrà cantare e portare la croce sperando che Hernandez esca dal bozzolo e regali gol e apporto offensivo all'altezza delle sue doti. Ma per restare su livelli dignitosi ci sarà da soffrire... (2 - CONTINUA). 

LE PAGELLE DEL MERCATO - PRIMA PARTE: DALL'ATALANTA AL GENOA

                         Il terzino atalantino Peluso, oggetto del desiderio di molte squadre

E' giunto dunque il momento di "pagellare" un calciomercato fra i più tristi e dimessi che il football italiano del dopoguerra ricordi. Ci si è accapigliati attorno a mezze figure e a campioni in declino spacciati per fuoriclasse (il caso Berbatov è stato emblematico, in tal senso), lo scambio Pazzini - Cassano è stato uno dei momenti salienti delle trattative, quando solo fino a pochi anni fa sarebbe stato un passaggio di secondo piano. I top player sono giunti giornalmente a vestire le gloriose casacche delle nostre squadre solo sulle pagine dei quotidiani sportivi, che, parere personale, andrebbero sanzionati per la marea di idiozie che spargono. E' anche vero che, finché esistono i sempliciotti che si bevono "notizie" del tipo "Cristiano Ronaldo all'Udinese" (e ci sono, purtroppo, basta farsi un giro per il web), ogni cosa è lecita, ma a tutto c'è un limite. Il giornalismo da calciomercato andrebbe abolito d'autorità, ecco. E ora via ai giudizi sulle Magnifiche (ehm) venti di A. 
ATALANTA - Si riparte, sostanzialmente, dalla squadra dell'anno scorso e da un impianto di gioco collaudato ed efficace. Su un telaio mostratosi già ampiamente affidabile, gli innesti di maggior rilievo sono quelli del difensore Stendardo e, al centro, di Biondini (inseguito a lungo dal Genoa e poi scaricato dopo pochi mesi: valli a capire, certi dirigenti...), in grado, se in condizione, di regalare podismo illuminato a un settore nevralgico di finissima qualità, fra Cigarini, regista coi fiocchi, lo straripante Schelotto sulla destra e il raffinato Bonaventura, positivo nella prima stagione in A.
Il team di Colantuono appare equilibrato e senza punti deboli: in difesa, i neo nazionali Consigli e Peluso (che sembrava destinato a lasciare il Brumana, e forse partirà a gennaio) e gli esperti Bellini e Manfredini vanno a formare un reparto scolpito nel granito, classe e muscoli al servizio della causa. L'incognita è in avanti: Denis saprà bissare la strepitosa stagione passata?Moralez acquisirà maggiore continuità? E il rampante De Luca, piedi buoni e discreto senso del gol, sarà in grado di ripetere ai piani alti le prodezze della cadetteria? In ogni caso, sembra un'Atalanta destinata a un torneo ricco di soddisfazioni, persino con qualche piccola ambizione europea (nel senso di Europa League). Ed è, soprattutto, un'Atalanta profondamente "italiana": solo per questo, merita simpatia incondizionata... 
BOLOGNA - Era nell'aria fin dall'inizio del mercato, e alla fine è accaduto: Ramirez, il nuovo beniamino del Dall'Ara, ha fatto in extremis le valigie per l'Inghilterra. Perdita da non sottovalutare, come quelle dello squalificato Portanova, bandiera e baluardo difensivo, e del bomber Di Vaio. Tuttavia a Pioli rimangono nella manica carte importanti da giocare: l'asse portante della squadra, rivoluzionato per tre quarti, è da medio - alta classifica: Natali a governare la terza linea, Pazienza a donare muscoli e fosforo nel mezzo, Diamanti, nuova stella azzurra, a inventare calcio di gran pregio per le proprie prodezze personali e per l'erede di Di Vaio, un Gilardino che a Genova, fin quando non è stato bloccato da un infortunio, aveva mostrato notevoli doti da attaccante completo, in grado di fare gioco e aprire varchi per i compagni.
Qualche perplessità sul da sempre sopravvalutato Curci a difesa della porta (Agliardi, pur non eccelso e ieri lo ha dimostrato, dà maggiori garanzie sul lungo periodo) e su due fulgide promesse del football nostrano di cui sinceramente ci siamo stufati di attendere la maturazione: il laterale destro Motta e Acquafresca. Per loro, o si esplode quest'anno, o addio sogni di gloria. Curiosità attorno al ritorno in Italia di Guarente, che se in condizione è centrocampista di spessore assoluto, in grado di coniugare qualità e quantità, e al bomberino Gabbiadini, atteso al decollo.

                                     Diamanti, attesissimo dopo il buon Europeo

CAGLIARI - Squadra che... si salva, non si cambia. Ecco dunque i sardi presentarsi ai nastri di partenza con un organico il larghissima misura invariato rispetto al 2011/12. C'è un nucleo storico, individuabile nel quintetto Agazzi - Astori - Conti - Nainggolan - Cossu, che garantisce personalità e continuità di rendimento. La difesa ha perso le bandiere Agostini e Canini, ma trova un Rossettini che è elemento affidabile, tanto da essere stato inseguito da più di una squadra. E in attacco, dopo le discutibili (e fallimentari) avventure esotiche degli ultimi anni, si punta finalmente su un prodotto indigeno, quel Sau che in cadetteria ha fatto sfracelli con la maglia della Juve Stabia, e che meritava una chance ai piani alti. Con Pinilla e con l'assistenza del genietto Cossu, va a formare una prima linea di indubbia pericolosità, che potrebbe essere l'arma in più dei sardi, al contrario di quanto avvenuto nel recente passato, nell'attesa che il cavallone Ibarbo dia maggior concretezza alle sue veementi incursioni. Compagine da salvezza tranquilla, come al solito. E se i veterani continuano a girare a mille, qualche soddisfazione in più potrebbe arrivare...
CATANIA - Altra squadra che si è limitata a movimenti di scarso rilievo, eccezion fatta per il porterino Frison, un prospetto di sicuro avvenire. Rimane il collaudatissimo telaio dell'ultima stagione, con un Legrottaglie rigenerato da un ottimo campionato e pronto a guidare la retroguardia da par suo, un Marchese ormai giunto alla piena maturità e, nel mezzo, un Lodi che, dovesse ripetere la mostruosa "temporada" passata, meriterebbe una chance in Nazionale: sa costruire, rifinire, concludere, è mortifero sulle punizioni e ha trovato anche carattere e personalità; è un giocatore da grande squadra, bravo il contestato (per motivi extracalcistici...) Pulvirenti a trattenerlo, così come ha fatto per un trio d'attacco che potrebbe mettere a soqquadro le gerarchie del campionato: la tecnica di Gomez, la rapidità di Barrientos, il pragmatismo di Bergessio, un tris argentino che ha tutto per proiettare gli etnei ben oltre l'obiettivo della permanenza. Occhio ai rossoazzurri...
CHIEVO - Anche in questo caso, pochissimi cambiamenti. L'impressione è che il Chievo abbia perso competitività rispetto all'ultima edizione, nonostante il buon avvio in campionato. Là dietro, un giovane rampante come Acerbi non si sostituisce facilmente, e il nuovo arrivato Papp, carneade assoluto ai grandi livelli, è la classica incognita straniera di cui i nostri club dovrebbero cominciare a fare a meno. Ad ogni modo Sorrentino, Frey e il sottovalutatissimo Sardo garantiscono una discreta tenuta al reparto.
Nella zona centrale, grave la perdita di Bradley, che sotto traccia reggeva le file della manovra senza fronzoli ma con grande efficacia; da seguire con interesse l'eclettico Cofie, prodotto del vivaio genoano, e soprattutto Marco Rigoni, giunto finalmente alla grande ribalta l'anno passato dopo una lunghissima anticamera. I suoi gol e le sue alzate di genio hanno impreziosito il torneo del Novara, e a Verona dovrebbe trovare l'ambiente ideale per continuare sull'ottima strada intrapresa. Perplessità su David Di Michele, reduce da una buona stagione ma con l'incognita dell'età, che potrebbe cominciare a presentare il conto del logorio e dell'usura. Rimane l'intramontabile Pellissier, e accanto a lui valide alternative come Thereau, Moscardelli e un Paloschi atteso finalmente all'esplosione definitiva, dopo le promesse degli esordi un po' annacquate da infortuni e impieghi part time. Sarà ancora lotta salvezza, più dura e affannosa rispetto al recente passato.
FIORENTINA - Ha cambiato tantissimo, la Viola, e sulla carta ha perso parecchio in linea tecnica. Solo sulla carta però, perché i vari Gamberini, Vargas, Behrami e Montolivo non parevano davvero più in grado di dare alla squadra quel sostanzioso contributo che la loro caratura avrebbe preteso. La rosa sembra comunque offrire discrete garanzie in tutti i reparti: Viviano tenterà di riprendersi la Nazionale, e  davanti a lui i vari Cassani, Camporese e Pasqual dovrebbero montare una accuratissima guardia.
Grande attesa attorno al poliedrico argentino Roncaglia, così come per lo spagnolo Borja Valero, che ha i mezzi per diventare uno dei califfi del centrocampo toscano. Un centrocampo di grandissimo spessore e ricco di alternative: c'è Aquilani che tenta l'ennesimo rilancio, ci sono gli ex palermitani Della Rocca e Migliaccio, quest'ultimo giocatore autenticamente universale, c'è Pizarro, regista fra i più continui ed efficaci dell'ultimo decennio di Serie A, e c'è Cuadrado, uno dei potenziali fenomeni scoperti dall'Udinese, che ha cercato invano di tenere a galla il Lecce nell'ultimo torneo. L'attacco, invece, peserà quasi interamente sulle spalle di Jovetic, e comunque non è poco, perché il montenegrino ha le stimmate del fuoriclasse; El Hamdaoui è tutto da scoprire, Ljajic, buon movimentatore del fronte offensivo, deve trovare continuità e carattere e far dimenticare la storiaccia del "duello" con Delio Rossi (per il quale è forse stato colpevolizzato oltre i demeriti), Toni è un'operazione nostalgia il cui significato tecnico francamente mi sfugge: il giocatore è un ex a tutti gli effetti da almeno tre anni. In riva all'Arno troverò l'elisir di eterna giovinezza? Ne dubito, ma mai dire mai, nel calcio...

                                    Jovetic, uno dei pochi fuoriclasse rimasti in Italia
                                       
GENOA - Il polverone estivo per certi versi drammatico, col divorzio fulmineo da Lo Monaco e l'annuncio di Preziosi di voler dire basta al calcio e al Genoa, sembrava preludere  a scenari drammatici. Invece, al tirar delle somme la squadra risulta potenziata rispetto all'ultima, disgraziata stagione. Innanzitutto c'è un tecnico pragmatico e capace di governare la barca anche nelle situazioni più tempestose, quel De Canio che non sarà un grandissimo ma che l'anno scorso ha condotto in porto una salvezza che, ad un certo punto, era parsa assai problematica. La difesa, tallone d'Achille dell'ultimo anno, si gioverà dell'innesto (fondamentale) del centrale Canini e di quello del roccioso e versatile Ferronetti (da verificare sul piano fisico), dei recuperi di Bovo e Antonelli (importanti anche nel rovesciare il fronte del gioco) e, soprattutto, del nazionale svedese Granqvist, per il quale Prez è sorprendentemente riuscito a resistere alle sirene laziali. Manca comunque almeno un'alternativa per il reparto: arriverà il referenziato Velazquez?
Centrocampo ricco di alternative: Kucka e Seymour assicurano grinta, muscoli e fosforo, Merkel genio e tecnica, Marchino Rossi la consueta poliedricità e dedizione alla causa, anche se ad autonomia forzatamente ridotta (già l'anno scorso ha vistosamente segnato il passo); Tozser ha disputato un precampionato sorprendente, Bertolacci, geometrie, generosità e micidiali inserimenti, vuol continuare a crescere, e poi c'è Vargas, che se in forma e motivato assicura rapidità, discese devastanti e cross al bacio. Attacco da tenere nella massima considerazione: accanto a Immobile, possente e guizzante, capocannoniere cadetto e subito a suo agio anche nella massima serie, c'è il cavallo di ritorno Borriello, che ha tutto per cercare di ripetere la strepitosa stagione 2007/08 e che con l'ex pescarese potrebbe formare una coppia potenzialmente devastante (stazza e tecnica in un mix sfizioso) per concretezza e varietà di soluzioni offensive, accresciute dalle invenzioni in verticale di Jorquera e dall'estroso ma incostante Jankovic, che nelle giornate di luna buona è immarcabile. Insomma, nonostante la scarsa considerazione da parte degli esperti di mercato, i rossoblù hanno tutte le carte in regola per centrare una salvezza assai più tranquilla rispetto a quella, rocambolesca, del maggio 2012.  (1 - CONTINUA)