Si chiude un anno difficile, per me, ed è dunque quantomai necessario riservare qualche riga a un bilancio personale. Sì, lo so, era mia intenzione originaria, e lo avevo già spiegato, dare pochissimo spazio sul blog a digressioni di natura strettamente privata, ma in questo caso l'eccezione è doverosa.
Chi ha avuto la bontà di leggere questo post, o comunque di seguirmi su Facebook, sa che ho avuto problemi di salute a partire da quest'estate, tali da costringermi per qualche tempo a sospendere l'attività qui su "Note d'azzurro". Fra sintomi inquietanti e primi esami ancor più inquietanti, che portarono alla luce linfonodi notevolmente ingrossati a livello toracico, per alcuni mesi la mia vita è stata letteralmente sconvolta. La mia e quella dei miei cari. Mi si parlava apertamente, mettendomelo anche per iscritto (sulla cartella clinica), di "sospetto linfoma", qualcuno già si rivolgeva a me come paziente "sospetto oncologico", già si parlava di chemioterapia e probabilmente a questo scopo si era provveduto a farmi impiantare nel petto un CVC, un catetere venoso centrale che si sarebbe dovuto utilizzare principalmente per le infusioni di farmaci...
ANGOSCIA E SOLLIEVO - Insomma, mi avevano quasi persuaso: stavo già cercando di entrare nell'ordine delle idee di essere un malato serio, e di preparare psicologicamente in tal senso i miei genitori. Rassegnato, a inizio novembre sono entrato in ospedale per un breve ricovero, necessario per l'effettuazione della "mediastinoscopia", intervento chirurgico per l'asportazione di alcuni dei linfonodi sospetti che nel mio caso, per l'appunto, si trovavano nel mediastino, una cavità al centro del torace. L'operazione, in anestesia totale, è filata via abbastanza liscia, a parte gli ovvi dolori dei giorni successivi nella zona "tagliuzzata". A quel punto non mi restava che aspettare l'esito dell'esame istologico sui linfonodi. Visto come si erano sbilanciati i medici che mi seguivano, nutrivo ormai scarse speranze che fosse qualcosa di diverso da un tumore, e invece.... Sorpresa! "Buone notizie, signor Calabrò!", mi telefonano dall'ospedale: non ci sono cellule maligne, niente linfoma, ma solo una malattia benigna, ancora da accertare del tutto (sto concludendo l'iter diagnostico), ma nulla di terribile.
MESI DIFFICILI - Eccomi dunque riemergere, all'improvviso, da tre mesi d'inferno, e lo dico senza alcuna esagerazione. Fra i più brutti della mia vita, senza ombra di dubbio. Soprattutto le prime settimane sono state terribili: non tanto per i sintomi (un po' di tosse, un po' di febbre, poco altro), tutto sommato sopportabili, ma per la terribile angoscia, l'incertezza derivante da una diagnosi non ancora definitiva eppure sbandieratami davanti senza tanti giri di parole, il terrore di dover affrontare qualcosa di tanto più grande di me. La paura per il mio futuro, ma soprattutto l'inaccettabile sensazione di rabbia di fronte all'evenienza che i miei genitori, anziani e acciaccati, dopo una vita non certo semplice dovessero sopportare anche questo ulteriore affronto del destino ed inventarsi assistenti per me, andando incontro a ulteriore logorio psico - fisico.
Notti insonni, all'inizio, poi il sonno è in parte tornato (giocoforza, altrimenti mi sarei ridotto a uno straccio), c'è stato il faticoso tentativo di riprendere una parvenza di vita normale, ma alla fine di ogni giornata ricompariva sempre quell'ombra nera, l'ombra della malattia, e sentivo salire dentro me una sensazione di malinconia infinita, una voglia di piangere che da tempo non provavo.
Ero tornato a scrivere sul blog, per reazione a tutto questo, pochi giorni prima del mio ingresso in ospedale. E dopo un'attesa snervante di altri venti giorni, la citata "buona nuova", che però, può sembrare assurdo e sciocco ma è così, lì per lì non son riuscito a godermi appieno, con la gioia dovuta: mi sentivo svuotato da settimane vissute sotto la cappa di uno stress assurdo, e anche un po' disorientato perché, come detto, l'animo era già predisposto a una "sentenza" medica tutt'altro che benevola.
Bene, ora tutto è passato, o quasi, perché, come detto, gli esami non sono ancora finiti, e in più mi ritrovo sempre in corpo quel fastidioso catetere, a cui spero di dire addio con l'anno nuovo. Non finirò mai di ringraziare le persone che, "dal vivo" o anche solo virtualmente, mi sono state vicine in queste durissime settimane con telefonate, sms, messaggi. Non lo dimenticherò, mai. Ora la vita sta lentamente riprendendo: una piccola collaborazione giornalistica, e il piacevole impegno del blog.
NOTE D'AZZURRO: BILANCIO - Già, il blog. Nel precedente post "personale" mi ero rammaricato di come la mia forzata assenza e la conseguente mancanza di aggiornamenti avessero, probabilmente, fatto perdere quota a questa mia creatura, facendo fuggire visitatori che ad un certo punto potevano anche essersi stancati di passare di qua trovando tutto fermo. Ebbene, posso dire con un pizzico di soddisfazione che l'handicap è stato in parte superato: gli internauti sono tornati gradualmente ad affluire da queste parti, probabilmente qualcuno si è perso per strada ma qualcun altro si è anche aggiunto al mio piccolo circolo di aficionados.
Non siamo in tanti, certo, i blog campioni del web sono altri, distanti anni luce e irraggiungibili, ma poche settimane fa ho superato le 10mila visite e ora stiamo marciando insieme, a grandi passi, verso le 11mila. Sono numeri piccoli, me ne rendo conto: si può e si deve migliorare, ma in poco più di un anno di attività credo sia un risultato comunque accettabile: perché il mio è un blog amatoriale, oltretutto un blog spesso difficile da... digerire perché, come ho precisato in home page, è fatto con stile "cartaceo", ossia con commenti e approfondimenti piuttosto lunghi, in netta controtendenza con le usanze della rete, che richiedono articoli brevi per non far fuggire il lettore a gambe levate. Ma io... nacqui giornalista da carta stampata, e poi mi piace sviluppare ogni tematica nella maniera più dettagliata possibile.
DIFFICOLTA' E SODDISFAZIONI - Ma le difficoltà per emergere sono tante altre: questo è un blog che non fa parte di nessuna piattaforma professionale di settore, tipo Blogosfere per intenderci, che deve guadagnarsi visibilità e credito giorno per giorno, post dopo post, con la qualità della scrittura, l'appeal degli argomenti affrontati e, diciamolo pure, un buon lavoro di pubbliche relazioni, ossia essenzialmente frequentando e commentando su altri blog. Ed è terribilmente difficile, non si può mai mollare la presa e spesso vien da chiedersi se ne valga davvero la pena.
Bene, accertato che un blog, soprattutto un blog come questo, non dà né darà mai guadagni né popolarità, la risposta è che sì, al momento ne vale la pena. Perché mi piace scrivere, perché c'è gente che mi segue e a cui va tutta la mia gratitudine (un attestato di stima e di affetto particolari, non me ne vogliano tutti gli altri, lo merita l'amico Gianni Gardon del blog "PELLEeCALAMAIO", che mi segue con assoluta costanza fin dall'inizio e che mi ha riservato bellissime parole anche nel corso della sua trasmissione "Out of time" sulla web emittente radiofonica "Yastaradio"). Ne vale la pena, last but not least, perché la crescita di Note d'azzurro, nato a fine estate 2011 e vissuto per alcuni mesi in una sorta di... semiclandestinità (tradotto: non se lo filava nessuno, o quasi), è stata una delle poche cose belle capitatemi in un 2012 da dimenticare, fra perdita di lavoro e salute messa a repentaglio. Una mia piccolissima creatura di cui vado orgoglioso, ebbene sì. E finché avrò tempo ed energia da dedicarle, non la mollerò. Sereno 2013 a tutti voi.
NOTE D'AZZURRO: BILANCIO - Già, il blog. Nel precedente post "personale" mi ero rammaricato di come la mia forzata assenza e la conseguente mancanza di aggiornamenti avessero, probabilmente, fatto perdere quota a questa mia creatura, facendo fuggire visitatori che ad un certo punto potevano anche essersi stancati di passare di qua trovando tutto fermo. Ebbene, posso dire con un pizzico di soddisfazione che l'handicap è stato in parte superato: gli internauti sono tornati gradualmente ad affluire da queste parti, probabilmente qualcuno si è perso per strada ma qualcun altro si è anche aggiunto al mio piccolo circolo di aficionados.
Non siamo in tanti, certo, i blog campioni del web sono altri, distanti anni luce e irraggiungibili, ma poche settimane fa ho superato le 10mila visite e ora stiamo marciando insieme, a grandi passi, verso le 11mila. Sono numeri piccoli, me ne rendo conto: si può e si deve migliorare, ma in poco più di un anno di attività credo sia un risultato comunque accettabile: perché il mio è un blog amatoriale, oltretutto un blog spesso difficile da... digerire perché, come ho precisato in home page, è fatto con stile "cartaceo", ossia con commenti e approfondimenti piuttosto lunghi, in netta controtendenza con le usanze della rete, che richiedono articoli brevi per non far fuggire il lettore a gambe levate. Ma io... nacqui giornalista da carta stampata, e poi mi piace sviluppare ogni tematica nella maniera più dettagliata possibile.
DIFFICOLTA' E SODDISFAZIONI - Ma le difficoltà per emergere sono tante altre: questo è un blog che non fa parte di nessuna piattaforma professionale di settore, tipo Blogosfere per intenderci, che deve guadagnarsi visibilità e credito giorno per giorno, post dopo post, con la qualità della scrittura, l'appeal degli argomenti affrontati e, diciamolo pure, un buon lavoro di pubbliche relazioni, ossia essenzialmente frequentando e commentando su altri blog. Ed è terribilmente difficile, non si può mai mollare la presa e spesso vien da chiedersi se ne valga davvero la pena.
Bene, accertato che un blog, soprattutto un blog come questo, non dà né darà mai guadagni né popolarità, la risposta è che sì, al momento ne vale la pena. Perché mi piace scrivere, perché c'è gente che mi segue e a cui va tutta la mia gratitudine (un attestato di stima e di affetto particolari, non me ne vogliano tutti gli altri, lo merita l'amico Gianni Gardon del blog "PELLEeCALAMAIO", che mi segue con assoluta costanza fin dall'inizio e che mi ha riservato bellissime parole anche nel corso della sua trasmissione "Out of time" sulla web emittente radiofonica "Yastaradio"). Ne vale la pena, last but not least, perché la crescita di Note d'azzurro, nato a fine estate 2011 e vissuto per alcuni mesi in una sorta di... semiclandestinità (tradotto: non se lo filava nessuno, o quasi), è stata una delle poche cose belle capitatemi in un 2012 da dimenticare, fra perdita di lavoro e salute messa a repentaglio. Una mia piccolissima creatura di cui vado orgoglioso, ebbene sì. E finché avrò tempo ed energia da dedicarle, non la mollerò. Sereno 2013 a tutti voi.