Powered By Blogger

lunedì 31 dicembre 2012

BILANCI DI FINE ANNO: LA MIA SALUTE E... UNDICIMILA (O QUASI) RINGRAZIAMENTI


Si chiude un anno difficile, per me, ed è dunque quantomai necessario riservare qualche riga a un bilancio personale. Sì, lo so, era mia intenzione originaria, e lo avevo già spiegato, dare pochissimo spazio sul blog a digressioni di natura strettamente privata, ma in questo caso l'eccezione è doverosa.
Chi ha avuto la bontà di leggere questo post, o comunque di seguirmi su Facebook, sa che ho avuto problemi di salute a partire da quest'estate, tali da costringermi per qualche tempo a sospendere l'attività qui su "Note d'azzurro". Fra sintomi inquietanti e primi esami ancor più inquietanti, che portarono alla luce linfonodi notevolmente ingrossati a livello toracico, per alcuni mesi la mia vita è stata letteralmente sconvolta. La mia e quella dei miei cari. Mi si parlava apertamente, mettendomelo anche per iscritto (sulla cartella clinica), di "sospetto linfoma", qualcuno già si rivolgeva a me come paziente "sospetto oncologico", già si parlava di chemioterapia e probabilmente a questo scopo si era provveduto a farmi impiantare nel petto un CVC, un catetere venoso centrale che si sarebbe dovuto utilizzare principalmente per le infusioni di farmaci... 
ANGOSCIA E SOLLIEVO - Insomma, mi avevano quasi persuaso: stavo già cercando di entrare nell'ordine delle idee di essere un malato serio, e di preparare psicologicamente in tal senso i miei genitori. Rassegnato, a inizio novembre sono entrato in ospedale per un breve ricovero, necessario per l'effettuazione della "mediastinoscopia", intervento chirurgico per l'asportazione di alcuni dei linfonodi sospetti che nel mio caso, per l'appunto, si trovavano nel mediastino, una cavità al centro del torace. L'operazione, in anestesia totale, è filata via abbastanza liscia, a parte gli ovvi dolori dei giorni successivi nella zona "tagliuzzata". A quel punto non mi restava che aspettare l'esito dell'esame istologico sui linfonodi. Visto come si erano sbilanciati i medici che mi seguivano, nutrivo ormai scarse speranze che fosse qualcosa di diverso da un tumore, e invece.... Sorpresa! "Buone notizie, signor Calabrò!", mi telefonano dall'ospedale: non ci sono cellule maligne, niente linfoma, ma solo una malattia benigna, ancora da accertare del tutto (sto concludendo l'iter diagnostico), ma nulla di terribile. 
MESI DIFFICILI - Eccomi dunque riemergere, all'improvviso, da tre mesi d'inferno, e lo dico senza alcuna esagerazione. Fra i più brutti della mia vita, senza ombra di dubbio. Soprattutto le prime settimane sono state terribili: non tanto per i sintomi (un po' di tosse, un po' di febbre, poco altro), tutto sommato sopportabili, ma per la terribile angoscia, l'incertezza derivante da una diagnosi non ancora definitiva eppure sbandieratami davanti senza tanti giri di parole, il terrore di dover affrontare qualcosa di tanto più grande di me. La paura per il mio futuro, ma soprattutto l'inaccettabile sensazione di rabbia di fronte all'evenienza che i miei genitori, anziani e acciaccati, dopo una vita non certo semplice dovessero sopportare anche questo ulteriore affronto del destino ed inventarsi assistenti per me, andando incontro a ulteriore logorio psico - fisico. 
Notti insonni, all'inizio, poi il sonno è in parte tornato (giocoforza, altrimenti mi sarei ridotto a uno straccio), c'è stato il faticoso tentativo di riprendere una parvenza di vita normale, ma alla fine di ogni giornata ricompariva sempre quell'ombra nera, l'ombra della malattia, e sentivo salire dentro me una sensazione di malinconia infinita, una voglia di piangere che da tempo non provavo. 
Ero tornato a scrivere sul blog, per reazione a tutto questo, pochi giorni prima del mio ingresso in ospedale. E dopo un'attesa snervante di altri venti giorni, la citata "buona nuova", che però, può sembrare assurdo e sciocco ma è così, lì per lì non son riuscito a godermi appieno, con la gioia dovuta: mi sentivo svuotato da settimane vissute sotto la cappa di uno stress assurdo, e anche un po' disorientato perché, come detto, l'animo era già predisposto a una "sentenza" medica tutt'altro che benevola. 
Bene, ora tutto è passato, o quasi, perché, come detto, gli esami non sono ancora finiti, e in più mi ritrovo sempre in corpo quel fastidioso catetere, a cui spero di dire addio con l'anno nuovo. Non finirò mai di ringraziare le persone che, "dal vivo" o anche solo virtualmente, mi sono state vicine in queste durissime settimane con telefonate, sms, messaggi. Non lo dimenticherò, mai. Ora la vita sta lentamente riprendendo: una piccola collaborazione giornalistica, e il piacevole impegno del blog.
NOTE D'AZZURRO: BILANCIO - Già, il blog. Nel precedente post "personale" mi ero rammaricato di come la mia forzata assenza e la conseguente mancanza di aggiornamenti avessero, probabilmente, fatto perdere quota a questa mia creatura,  facendo fuggire visitatori che ad un certo punto potevano anche essersi stancati di passare di qua trovando tutto fermo. Ebbene, posso dire con un pizzico di soddisfazione che l'handicap è stato in parte superato: gli internauti sono tornati gradualmente ad affluire da queste parti, probabilmente qualcuno si è perso per strada ma qualcun altro si è anche aggiunto al mio piccolo circolo di aficionados.
Non siamo in tanti, certo, i blog campioni del web sono altri, distanti anni luce e irraggiungibili, ma poche settimane fa ho superato le 10mila visite e ora stiamo marciando insieme, a grandi passi, verso le 11mila. Sono numeri piccoli, me ne rendo conto: si può e si deve migliorare, ma in poco più di un anno di attività credo sia un risultato comunque accettabile: perché il mio è un blog amatoriale, oltretutto un blog spesso difficile da... digerire perché, come ho precisato in home page, è fatto con stile "cartaceo", ossia con commenti e approfondimenti piuttosto lunghi, in netta controtendenza con le usanze della rete, che richiedono articoli brevi per non far fuggire il lettore a gambe levate. Ma io... nacqui giornalista da carta stampata, e poi mi piace sviluppare ogni tematica nella maniera più dettagliata possibile.
DIFFICOLTA' E SODDISFAZIONI - Ma le difficoltà per emergere sono tante altre: questo è un blog che  non fa parte di nessuna piattaforma professionale di settore, tipo Blogosfere per intenderci, che deve guadagnarsi visibilità e credito giorno per giorno, post dopo post, con la qualità della scrittura, l'appeal degli argomenti affrontati e, diciamolo pure, un buon lavoro di pubbliche relazioni, ossia essenzialmente frequentando e commentando su altri blog. Ed è terribilmente difficile, non si può mai mollare la presa e spesso vien da chiedersi se ne valga davvero la pena.
Bene, accertato che un blog, soprattutto un blog come questo, non dà né darà mai guadagni né popolarità, la risposta è che sì, al momento ne vale la pena. Perché mi piace scrivere, perché c'è gente che mi segue e a cui va tutta la mia gratitudine (un attestato di stima e di affetto particolari, non me ne vogliano tutti gli altri, lo merita l'amico Gianni Gardon del blog "PELLEeCALAMAIO", che mi segue con assoluta costanza fin dall'inizio e che mi ha riservato bellissime parole anche nel corso della sua trasmissione "Out of time" sulla web emittente radiofonica "Yastaradio"). Ne vale la pena, last but not least, perché la crescita di Note d'azzurro, nato a fine estate 2011 e vissuto per alcuni mesi in una sorta di... semiclandestinità (tradotto: non se lo filava nessuno, o quasi), è stata una delle poche cose belle capitatemi in un 2012 da dimenticare, fra perdita di lavoro e salute messa a repentaglio. Una mia piccolissima creatura di cui vado orgoglioso, ebbene sì. E finché avrò tempo ed energia da dedicarle, non la mollerò. Sereno 2013 a tutti voi. 

6 commenti:

  1. grazie amico della citazione e delle belle parole spese. Hai raggiunto un bel traguardo... si deve sempre progredire, migliorare, partendo dal basso, a volte dal nulla, e salendo gradini. Credo che con l'impegno, unito alla tua estrema competenza ed efficacia nella scrittura, riuscirai ad ampliare ulteriormente il giro dei tuoi lettori, sei sulla strada giusta. Per il resto, ci siamo già scritti e sostenuti a vicenda, specie nei momenti bui, pertanto non mi rimane che ribadirti i miei migliori auguri per un felice 2013. Gianni G

    RispondiElimina
  2. Eccoci dunque nel 2013! Ce li siamo già fatti in abbondanza ma, visto come sono andate le cose nell'anno appena trascorso, un augurio in più non fa certo male... E allora: buon anno, Gianni, a te e a tutti i tuoi cari! Per quanto riguarda il blog, spero davvero possa crescere ancora, io come vedi ce la metto tutta, nei limiti del possibile... Ancora auguri e a presto.

    RispondiElimina
  3. Che dire, Carlo... Ogni riferimento al passato sarebbe irrilevante: tu stesso non ami rivangare le cose che sono già accadute. E però, ogni volta che penso al mio (lungo) periodo di "abusivato" in redazione, non posso far altro che pensare - con immenso piacere - agli anni trascorsi con te, gomito a gomito. Ed è il ricordo più piacevole che conservo della mia esperienza all'interno del quotidiano che mi ha fatto da... "prima scuola editoriale".
    Parto da qui - esaurendo almeno per adesso l'argomento legato a ciò che abbiamo vissuto e non tornerà più - per riflettere ancora una volta sulle parole che hai scritto.
    Raramente mi sono trovato di fronte a una disamina lucida e nello stesso tempo "serena" (permettimi il termine, concedigli i benefici relativamente lati del suo significato) delle vicende umane; questo ti denota giornalista. In tutto e per tutto, al di là della tua avventura professionale ed... economica. E giornalista coraggioso, e Umano (con la "U" maiuscola), perché penso sia facile trattare questi argomenti se si parla di terze persone; molto più difficile farlo se ci si rivolge al proprio essere.
    Quanto, poi, allo stile, non farti problemi: questo è uno spazio tuo, che appartiene alla tua coscienza. Roba tua, dunque: e i paladini del Web e del "SEO" sono pregati di non rompere le scatole (lo dico anch'io, tutti i giorni, ai miei editori Web, che mi rimproverano di continuo uno stile ancora troppo "cartaceo": ma anch'io giornalista su carta sono nato, e tale rimango: posso limare, sì, ma l'anima e la scuola non cambiano).
    Continua così, dunque! Intanto, "Note d'Azzurro" continuerà ad avermi affezionato lettore di questo spazio onesto e pulito, e continuerà ad insegnarmi "come si scrive un pezzo" (tu sei sempre stato tanto più bravo di me!).
    So che il 2012 non potrà essere lasciato del tutto alle spalle; cerchiamo, almeno, che il 2013 sia - scusami la ripetizione - onesto e pulito. In fondo, lo dobbiamo ai nostri lettori, no?!, ... e anche un po' a noi stessi.
    Auguri, amico mio, per tutto! Buona vita, buon lavoro (poi spero ci dirai dove possiamo leggerti, al di là di "Note d'Azzurro" e Facebook; se tu lo avessi già comunicato, scusami ché deve essermi sfuggito); buon tutto.
    Francesco

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Fra, ti ringrazio innanzitutto per le tante belle parole spese nei miei confronti, in parte però immeritate. Non è vero che nello scrivere i pezzi io sia "sempre stato tanto più bravo" di te: ognuno ha il suo stile, dipendente anche dal "campo di azione giornalistico": all'epoca della nostra comune militanza tu eri più un "animale da cronaca" mentre io mi specializzai in argomenti più "tranquilli", ma entrambi scrivevamo cose che, mi pare, si facevano leggere dignitosamente.
      Del resto, per anni i nostri articoli hanno affollato quelle pagine, fossero stati modesti li avrebbero cestinati. Il fatto che poi altri abbiano messo radici lì dentro e, diciamo così, fatto carriera, è argomento che, come dici giustamente, è fuori luogo e tutto sommato sterile rivangare oggi.
      Casomai, questo sì, vorrei un giorno poter rivangare l'amara fine della mia seconda esperienza giornalistica di un certo livello, anche qui con una parte di strada che abbiamo percorso insieme. Non è ancora tempo, ma conservo e conserverò a lungo il ricordo di tutte le pagine nere che caratterizzarono gli ultimi anni di vita di quella coraggiosa realtà editoriale (nella sua prima e più bella versione), e prima o poi bisognerà aprire il libro su certe cose che mi sono rimaste sul gozzo... Forse un giorno troverò il modo di farlo.
      Rimane l'amara constatazione di vedere come oggi quella realtà editoriale, ancora esistente, non conservi quasi più nulla dello spirito originale che noi e altri cercammo di onorare con passione, genuino entusiasmo, voglia di sfondare, attraverso tanta fatica, orari impossibili e pochissimi guadagni(anzi, in buona sostanza rimettendoci). E' un'altra cosa, anche se con lo stesso nome, e sono contento di non farne parte. Ma la nostra "creatura" meritava miglior sorte: ciascuno di noi ha commesso errori, ma le vere colpe, quelle più grandi, non le abbiamo né io né tu, ne sono convintissimo.
      Riguardo alle mie vicissitudini personali, mi accorgo in effetti che la ricostruzione lucida e oggettiva ha il difetto di non far trasparire tutta l'angoscia che ho vissuto in questi mesi: ad esempio il momento più brutto, la scena che mi trovai di fronte all'uscita dalla sala operatoria dopo il primo dei due interventi, quello per l'impianto del CVC: i miei genitori in piedi in corridoio, pallidi, magri e preoccupati. In quel momento ho provato rabbia infinita: "Non ha senso che alla fine di un anno di merda accada pure questo - mi dicevo - Non ha senso che loro due debbano farmi da assistente, stare qui a trepidare e a rodersi per me, mentre dovrei essere io a prendermi cura di loro". Comunque è andata, spero di non dover più scrivere alcunché su questo argomento: per scadere nella più trita banalità, "l'importante è poterle raccontarle, certe cose". Si dice così no?
      Infine, per soddisfare la tua curiosità riguardo a questa "collaborazione giornalistica" di cui altri mi hanno chiesto, non è in realtà nulla di nuovo: ti ricordi la mitica Agenda di Zerbini? Comunque è già qualcosa, visto che a novembre ero ancora in alto mare. Per come si erano messe le cose, avevo già fatto sapere che non sapevo se sarei riuscito ad onorare i miei impegni, invece mi sono rimesso in carreggiata. Riguardo ad altri contatti giornalistici, per ora buio totale, e questo mi rode, perché, pur senza fare lo "splendido", penso che in 10 e passa anni di attività nel settore qualcosa sia riuscito a dimostrarlo.
      Ho provato un po' a sondare il terreno nell'ambito dell'editoria web, ma il panorama è piuttosto sconfortante: da più parti si ragiona secondo le logiche medesime dei media tradizionali, se non peggiori. Sorvolando sul fatto che di scrivere per la gloria, nella speranza che, forse, chissà, magari un giorno... ne ho fin sopra i capelli, e a certe condizioni non mi prendono più. Ho lavorato gratis per fin troppo tempo, tu lo sai... Grazie di tutto e un sincero augurio di buon 2013!

      Elimina
  4. Ci siamo "conosciuti" fugacemente ai tempi del post sul desaparecido Pagine 70, e anche dopo che il sito menzionato è tornato in attività non ho perso l'abitudine di fare una visitina da queste parti di quando in quando.
    Ma a prescindere da tutto, l'occasione di leggere queste "note rosee" (cambiando per un momento genere alla titolazione del tuo blog) mi spingono con piacere a tornare a inquinare la tua zona commenti per dedicarti un sincero augurio.
    Ciao ciao, un anonimo di nome David

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao David, è superfluo dire che non c'è alcun... fattore inquinante nei tuoi commenti (come in quelli della stragrande maggioranza degli utenti che passano di qui, del resto). Continua a visitarmi quando vuoi. Sono ovviamente contento che il discorso Pagine 70 si sia risolto per il meglio, personalmente non credo di avere avuto alcuna utilità nel determinare la svolta positiva, ma almeno ho contribuito a mantenere accesa l'attenzione sulla questione, anche se ho avuto sentore che non tutti, con mio rammarico, hanno apprezzato. Pazienza. Grazie ancora delle belle parole riservatemi, e auguri anche a te di un sereno 2013.

      Elimina