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giovedì 20 ottobre 2011

SANREMO: COME SARA' IL MORANDI BIS?

Dunque, tocca di nuovo a Morandi. Il padrone di casa del Festival di Sanremo sarà ancora lui. In attesa di vedere come sarà composto il gruppo di lavoro col quale il Gianni nazionale condividerà questa esperienza, ecco qualche valutazione in libertà. 
E' decisamente una scelta in controtendenza rispetto agli standard delle ormai numerose "gestioni Mazzi". I Festival svoltisi sotto l'egida dell'attuale direttore artistico si sono sempre contraddistinti per il vorticoso, continuo ricambio dei presentatori. Di più: non si trattava soltanto di cercare ogni anno un diverso anchorman (o anchorwoman), ma di trovare un personaggio e un'idea di conduzione e di spettacolo sempre nuova, sempre originale, sempre spiazzante anche solo rispetto all'anno precedente. Nulla di male, direte voi: l'effetto novità dev'essere alla base di ogni spettacolo televisivo. Certo, ma il Festival di Sanremo è uno spettacolo sui generis: almeno per noi nostalgici, il festivalone rimane essenzialmente una rassegna canora, una passerella competitiva di cantanti più o meno noti e più o meno giovani, una vetrina per la musica italiana. Tale dovrebbe essere anche oggi, anzi, a maggior ragione, essendo rimasto in pratica l'unico spazio televisivo di un certo spessore dedicato alla promozione della canzone leggera di casa nostra. E tuttavia, tocca accettare il fatto che, da quando la Rai ne cura direttamente l'organizzazione, e ancor più nell'ultimo decennio, l'aspetto spettacolare, le caratteristiche di show di matrice... catodica abbiano preso il sopravvento sulla tenzone canzonettistica. 
Quando Sanremo era veramente Sanremo, non era necessario cercare ogni anno una formula di conduzione diversa e sorprendente: potevano esserci dieci edizioni di seguito con Bongiorno o con Baudo, tanto ciò che contava era il contenuto musicale. Se proprio qualcosa di originale doveva essere inserita nello spettacolo, occorreva cercarla nell'allestimento del cast degli artisti in gara, andando ad esempio a pescare qualche nome distante dagli standard festivalieri. Ecco, la scelta effettuata quest'anno, cioè quella di confermare il mattatore del 2011, potrebbe anche essere incoraggiante in questo senso: meno tempo e meno risorse da impiegare per la scelta di un nuovo padrone di casa (anche se c'è da mettere insieme il suo gruppo di lavoro sul palco, collaboratori e collaboratrici, ma quello è il meno, se così si può dire), e più energie da rivolgere alla composizione di un cast di concorrenti qualitativo e in grado di reggere, da solo o quasi, la sfida dell'audience, anche alla luce di un regime di austerity economica della tv pubblica che, come già si era intuito l'anno passato, renderà assai difficile l'arrivo in forze di costosissime guest stars d'oltrefrontiera. 
Il cast, dunque. Da comporre pazientemente cercando di prendere il meglio delle ultime tre edizioni targate Mazzi, e colmando i buchi neri emersi. L'ultimo triennio della rassegna, che ha visto oltretutto un prepotente rilancio in termini di ascolti televisivi, si è caratterizzato in primis per una cospicua valorizzazione del vivaio sanremese: c'è stato il lancio di artisti di spessore come Arisa, Malika Ayane, Karima, Simona Molinari, Irene Fornaciari, Nina Zilli e Raphael Gualazzi (quest'ultimo addirittura secondo all'ultimo Eurofestival), e c'è stato il coraggio di proporre tanti giovani virgulti, sbocciati in un recente passato sul palco dell'Ariston, anche nella categoria regina del Festival, quella dei Big, fatto avvenuto in maniera massiccia nel 2010, con la partecipazione dei vari Cristicchi, Moro, Sonhora, Povia e le già citate Arisa e Malika. E se nell'ultimo anno sono ricomparsi volti un po' logori (un po' tanto, a dire il vero) come Al Bano e Patty Pravo, è anche vero che Morandi e il suo staff si sono riscattati portando a gareggiare cantautori solitamente allergici alle gare canore, come Vecchioni e Battiato (pur se quest'ultimo con una presenza piuttosto distaccata e sussiegosa e con la rimasticatura di un suo vecchio successo, cosa che personalmente non gli perdono). 
Ecco, questi sono i cardini su cui impostare l'allestimento di un buon "cartellone" per Sanremo 2012. Cercando al contempo di non ripetere gli errori commessi: la gara delle Nuove proposte relegata a orari impossibili e quasi clandestina, in mezzo ai vari momenti di spettacolo; il ricorso, cui si accennava poc'anzi, a cantanti, ci si consenta, passati di cottura, che sarebbero parsi fuori tempo massimo già in un Festival degli anni Ottanta, non dico nel Duemila. Tra l'altro, questa illimitata apertura di credito ai vari Leali, Zanicchi e Patty Pravo ha invece tolto spazio vitale a quella che io chiamo la generazione di mezzo, tutti quei cantanti saliti alla ribalta negli anni Novanta e agli inizi di questo secolo, i vari Di Cataldo, Vallesi, Groff e Salemi che avrebbero avuto, e hanno, tanto bisogno della kermesse rivierasca per mantenersi in quota. Ecco, la speranza è che fra poco più di quattro mesi si trovi un po' di spazio anche per loro.
Dovrebbe invece ridursi l'influsso dei talent, obiettivamente pesantissimo ed eccessivo nelle ultime edizioni.  Amici non ha proposto di recente alla ribalta sensazionali rivelazioni (casomai c'è da vedere se Alessandra Amoroso, talento vero, accetterà finalmente di mettersi in gioco all'Ariston), non si sa ancora quale impatto potrà avere X Factor nella nuova versione "satellitare", anche perché arriva subito dopo il clamoroso fallimento (dove il termine fallimento risulta riduttivo...) del suo erede targato Rai, Star Academy, chiuso per disperazione dopo tre puntate. E un ultimo consiglio: allargare, anche di poco, la schiera dei cantanti in gara (magari portando i Big da 14 a 16) e il numero di concorrenti partecipanti alla finale: l'anno scorso solo in dieci arrivarono al sabato, troppo pochi, e la serata venne riempita con momenti di spettacolo che in realtà lasciarono un grande vuoto (Ranieri bravissimo, per carità, ma inspiegabile la sua esibizione fiume, essendo un artista già massicciamente presente nel corso dell'anno sulla tv pubblica). Perché, ad esempio, non riservare all'atto conclusivo anche la gara finale fra i giovani, che così potrebbero contare su un bel po' di visibilità in più? 

2 commenti:

  1. ciao Carlo, concordo pienamente con quanto hai scritto! Io sono "giovane" ma seguo con interesse il Festival dal 1985, l'anno in cui spopolò Luis Miguel. Ho sempre guardato con attenzione alla kermesse, soprattutto per il "peso" portato nella storia della tv italiana e del costume. Sebbene i miei generi di riferimento siano molto differenti (collaboro con radio e riviste che propongono soprattutto la cosiddetta musica alternativa), non nego che alcuni artisti ho cominciato ad apprezzarli da Sanremo, che considero per molti il coronamento, se non di un'intera carriera, almeno di una fase significativa. Solo negli anni '90 sono usciti da qui (parlo dei giovani, perchè è la categoria che mi stuzzica di più) Grignani, Silvestri, Giorgia, Carmen Consoli, Max Gazzè, Fabi, Britti e in tempi più recenti, oltre a quelli citati da te anche L'Aura (che conosco personalmente ed è una grande artista!), Ivan Segreto (meno funambolico di Gualazzi, ma comunque ottimo cantautore jazz) e Chiara Canzian, il cui peso del cognome sta diventando un forte handicap per la sua affermazione.
    Mi interessano meno le ultimissime edizioni. Io sono "classico"! Mi piace la classifica dal 1 posto al ventesimo! Non tutto un calderone! Graduatoria completa, esibizione e conduzione senza troppi fronzoli, anche se ovviamente si tratta di grande spettacolo ed è normale invitare ospiti, fare gag eccetera. Ma che si parli solo di gossip a me stride parecchio nel contesto di una kermesse musicale. A presto! Gianni Gardon

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  2. Ciao Gianni, rieccomi! Hai fatto benissimo a citare L'Aura (fra le mie preferite, spero con tutto il cuore di vederla all'Ariston l'anno prossimo) e Chiara Canzian, che nel 2009 propose un pezzo assai originale e ottimamente interpretato, ma che stranamente non ha finora avuto il riscontro meritato. Spero con tutto il cuore riesca prima o poi a sfondare.
    Davvero conosci di persona L'Aura? Bene, se la vedi salutala e dille che nel genovesato c'è un blogger che la apprezza moltissimo, eheh!! "Gira l'estate" è stato uno dei miei personalissimi tormentoni estivi 2011.

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