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lunedì 13 febbraio 2012

FESTIVAL DI SANREMO: I GIOIELLI NASCOSTI DEGLI ANNI DUEMILA - I BIG (2)

Riprendiamo la nostra carrellata sulle perle sanremesi degli anni Duemila nascoste o dimenticate. Eccoci al 2004, l'anomalo Festival targato Tony Renis. Nonostante il boicottaggio FIMI, il cast non è comunque privo di nomi di un certo spessore, magari non troppo adusi alle grandi ribalte. Uno di questi è Pacifico: "Solo un sogno" è il classico brano che mette insieme piglio cantautoriale, originalità di impostazione e orecchiabilità, ma, a detta di molti dei cronisti al seguito, la resa ne risulta pesantemente condizionata da una prestazione "live" dell'artista non all'altezza della situazione. Da allora Pacifico non è più tornato a Sanremo, pur avendo sfiorato l'ammissione nel 2008. 




Nel 2005 i Velvet, che dalla Riviera dei Fiori avevano preso il volo quattro anni prima, ritornano musicalmente più maturi, con la tesa "Dovevo dirti molte cose". Un gruppo che, eccezion fatta per la celebre "Boy band", tormentone dell'estate 2001, non ha mai ceduto all'easy listening fine a se stesso, cercando di mettere sempre qualcosa di più "corposo" nei propri pezzi. 





2006: è il Festival di Panariello e di un Mazzi ancora alla ricerca della formula vincente. Le cose sul piano degli ascolti non vanno molto bene e, come sempre in questi casi, a pagare il prezzo più caro è la musica, anche quella di qualità, che non viene premiata con l'opportuna considerazione. Viene così quasi dimenticato questo intenso duetto fra Noa e Carlo Fava. 




Nella stessa edizione, di rilievo la prestazione di Mario Venuti, per l'occasione con gli Arancia Sonora. E' il suo periodo migliore, e si sente. Ottimo arrangiamento e ritornello che si fa ricordare. 




2007: l'ultimo grande Festival di marca baudiana (il Pippo nazionale ci sarà anche l'anno dopo, ma gli esiti saranno più modesti), mirabile fusione tra innovazione e tradizione (prevalente), sia nella composizione del cast che nella struttura dello show. Fra i Big, lascia un segno indelebile il teatro canzone di Tosca: "Il terzo fuochista" è un'esplosione di suoni, parole e allegria, un sound fuori dagli schemi festivalieri e commerciali eppure incredibilmente trascinante. 








Tanti gioiellini, in quell'annata indimenticabile. Ecco "Canzone tra le guerre" di Antonella Ruggiero, poesia struggente, malinconica, drammatica, interpretata con delicatezza, quasi sottovoce. 





E che dire di "Guardami" degli Stadio? Dentro c'è tutto di loro, di uno stile portato avanti con determinazione fin dagli anni Novanta e che ha fatto di questo gruppo un punto fermo del panorama pop rock italiano. 



Chiudiamo l'ampia finestra sul 2007 con "Oltre il giardino" di Fabio Concato, impegno e poesia allo stato puro, brano non immediato ma di alto livello qualitativo. 




Dopo il trionfo fra i giovani, nel 2008 c'è grande attesa per il debutto fra i Big di Fabrizio Moro. Ci si aspetta una conferma dello stile "quasi rap" che ne ha decretato il successo con "Pensa", invece eccolo presentarsi con una canzone d'amore vagamente alla "Vasco Rossi" ma sicuramente di impianto moderno. Molti critici non apprezzano e lo bocciano, la gente invece capisce: per lui, alla fine, un terzo posto. 



Chiudo con un passato recentissimo, il Festival dell'anno scorso. Non ho mai amato particolarmente Giusy Ferreri, non mi convince particolarmente la sua vocalità, il suo modo di cantare,, ma in questa "Il mare immenso" l'ho trovata convincente nell'interpretazione e sostenuta da un pezzo ben costruito. Un rock di buonissima fattura.





5 commenti:

  1. stavolta concordo in pieno con i tuoi ripescaggi: da Pacifico che ho sempre seguito e che sta facendo successo più come autore (per la Nannini o per Bersani, di cui è grande amico), Fabrizio Moro, quella ballata meritava forse la vittoria, i miei amici Velvet, purtroppo sottovalutati dalla critica ma sempre con canzoni ricercate nei suoni e negli arrangiamenti, poi Venuti con una bella canzone esistenziale e soprattutto gli Stadio, raffinati come pochi. Quell'anno poi fecero un duetto da brividi, da pelle d'oca!
    Gianni Gardon

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  2. e comunque facendo riferimento a un altro tuo post, anch'io sono del parere che Myriam Leone, frizzante e capace sin dalle prime apparizioni come conduttrice e soprattutto la dolcissima Giorgia Luzi, che non se la tira per niente, meritavano una chance come "vallette". La Isoardi mi sembra sempre troppo composta, in ogni caso ci voleva una ragazza italiana, e non le solite dive Canalis ecc che ormai s'aggrappano a tutto pur di restare sulla cresta dell'onda, vedi paparazzate varie

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  3. Ora sto preparando un articolo analogo, sempre sul decennio appena trascorso, dedicato alle "Nuove proposte" dimenticate e sottostimate, e sono sicuro che anche lì troverai almeno due nomi di tuo totale gradimento. Riguardo alla questione delle presenze femminili, anche io la Isoardi la metterei sul gradino più basso del podio: è vero, sembra un po' fredda e ingessata, ma il suo comunque lo sa fare, e ho sentito scafati personaggi dello spettacolo parlare benissimo di lei, delle sue doti sceniche e delle potenzialità ancora inespresse. Riguardo a Georgia, è veramente dolce e spontanea, spero che non paghi la statura ridotta in un'epoca di "stangone televisive" (sarebbe demenziale) o quella vocina non proprio squillante (ma mi dicono che a livello radiofonico abbia un'ottima resa). E' una ragazza che, oltre a saper stare con disinvoltura in video, sa farsi voler bene subito dal pubblico.

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  4. E' un po' triste da dire (ma in fondo ormai ho esorcizzato il periodo della malattia) ma l'ho scoperta all'ospedale, perchè "Storie Vere" era uno dei pochi programmi che guardavo senza problemi. Anch'io ho pensato che è un po' bassina, non certo per i miei standard (anche Mary non arriva al metro e settanta) ma per quelli televisivi. Ma in fondo, Carlo, è davvero così' importante? Mi vien da ridere, abbattiamo questi pregiudizi. Un post sulle nuove proposte mi interessa molto, anche perchè ho sempre guardato con attenzione a quella categoria. Già l'anno scorso, a parte il fenomenale Gualazzi, meritava tanto anche Roberto Amadè. L'edizione '95 fu spettacolare, abbastanza buona anche la '96 e in tempi recenti come dimenticare la gara con Malyka Ayane, Simona Molinari, Karima, Arisa, Irene Fornaciari.. edizione splendida

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  5. Ma infatti, figurati a me cosa mi frega dell'altezza... Ricordo una icona dance degli anni Ottanta, Linda Di Franco, non so se hai presente... Uno scricciolo, ma di una bellezza e di una sensualità! Il rischio pregiudizio lo ricollego a una certa mentalita purtroppo ancora presente nella tv italica, dove certe cose non si possono dire e fare e certi canoni estetici sono sistematicamente esclusi. Che roba.

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