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giovedì 29 marzo 2012

LE MIE RECENSIONI: "E' NATA UNA STAR?"


Un'incompiuta. A tratti, solo a tratti, gradevole, ma pur sempre un'incompiuta. E' la spiacevole sensazione che mi ha lasciato "E' nata una star?", pellicola in questi giorni nei cinema italiani. Un groviglio di buone intenzioni che nemmeno due protagonisti di eccelsa levatura come Rocco Papaleo e Luciana Littizzetto riescono a districare. L'idea alla base del film è senz'altro stuzzicante, ancorché non originale (l'ispirazione arriva da un romanzo del celebre scrittore Nick Hornby, quello di "Febbre a 90°'"): una coppia di genitori, dalla vita piacevolmente ordinaria (lui impiegato, lei maestra) scopre in maniera casuale, dietro "soffiata" di una livorosa vicina di casa, che il figlio adolescente ha recitato in un filmetto porno artigianale; non solo, il ragazzo è anche, come si suol dire, "superdotato", e la madre lo apprende con grande costernazione davanti al televisore, mentre scorrono le immagini del dvd "proibito" (possibile che non avesse più visto nudo il giovanotto da così tanto tempo? Mah). 
Uno spunto insolito, probabilmente inedito per il cinema italiano, sicuramente non banale; il fatto è che a banalizzarlo ci pensa una sceneggiatura assolutamente non all'altezza delle invitanti premesse. Il prosieguo del film è in effetti un "tradimento". La storia non decolla mai, prigioniera di una scrittura che rimane prudentemente ancorata a vecchi schemi narrativi e a sviluppi del tutto prevedibili. Lo spunto, la storia di partenza poteva, se adeguatamente sfruttata e tratteggiata, dare il là a momenti irresistibili, a una comicità anticonvenzionale e graffiante, a una vicenda colma di imprevisti e colpi di scena. Nulla di tutto questo: regista e sceneggiatore percorrono sentieri già battuti, senza una sola alzata di ingegno, il ritmo latita spesso e volentieri e rare fasi movimentate e sprazzi di divertimento si alternano a lunghi minuti di stanca. 
A tenere in piedi l'opera, consentendole di pervenire alla sua conclusione senza... provocare assopimenti in platea, è la coppia protagonista: Rocco e Luciana valgono da soli il prezzo del biglietto, in verità più il primo della seconda, la quale dà sovente l'impressione di essere un po' frenata e non proprio spontanea, ma comunque il suo lo fa più che discretamente. Papaleo, che sta vivendo i suoi anni artisticamente migliori, non conosce invece cedimenti, e a lui si devono i momenti di maggiore ilarità, la sua maschera un po' ingenua e stralunata, già ammirata al Festival di Sanremo, mantiene qui intatta la sua freschezza. 
Dietro di loro, come detto, il vuoto o quasi: Pietro Castellitto, ennesimo figlio d'arte, non è molto credibile come pornostar in erba, e passi, perché la cosa è magari voluta proprio per creare il contrasto fra il ragazzotto non bellissimo e un po' imbranato e un tipo di carriera che richiederebbe ben altre doti, ma il fatto è che, al momento, non pare credibile nemmeno come attore tout court. Discorso diverso per Cristina Odasso, la fidanzata dell'aspirante re del cinema proibito: una recitazione convincente, una "maschera" un po' fuori dagli schemi, espressiva e solare, un viso diverso e, vivaddio, meno "regolare" di quelli impeccabili, artificiosamente perfetti e standardizzati di tante attricette che ci vengono propinate dal cinema contemporaneo. 
Insomma, delusione sostanziale e ben viva fino all'epilogo, con un finale vago e incerto: Marco (Castellitto junior) e Federica (Odasso) faranno la pace dopo il litigio seguito alla scoperta, da parte di lei, della "vita segreta" del ragazzo? E Marco continuerà davvero l'avventura del porno, nonostante i genitori paiano tutt'altro che entusiasti, oppure riuscirà finalmente  a diventare un cuoco modello e metterà la testa a posto? Boh. In definitiva, una colossale occasione sprecata: un'incompiuta, si è detto all'inizio, un prodotto quasi buttato lì, con gravi responsabilità di chi non è stato in grado di intuire le potenzialità cinematograficamente devastanti della storia, lasciando che si ripiegasse su se stessa. Un film mai nato. 

5 commenti:

  1. Peccato, perchè è un film che attendevo molto, soprattutto per vedere sceneggiato e girato in Italia un film tratto dall'amabile penna di Nick Hornby, uno dei miei scrittori preferiti in assoluto. Il cast prometteva bene ma la sfida era proprio quella di proiettare in Italia uno humour e delle sensazioni tipiche d'oltremanica. Comunque lo guarderò e poi magari ne riparliamo.. ciaoo

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  2. Ok, allora attendo con ansia anche un tuo parere, se vedrai il film. La sensazione, ripeto, è quella di una montagna che ha partorito il topolino. ^^

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  3. in effetti, la prima volta che ne ho letto su "ciak" e alcuni siti, ho pensato a delle evidenti difficoltà di rendere bene il libro, soprattutto ambientando in Italia un tema poco, ehm, diffuso. Grazie comunque delle tue precise segnalazioni

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  4. l ho visto ed in effetti parte forte, ma poi si infossa!
    nn fa ridere piu, è la storia di un problemino familiare, rispetto a quello ke succede adesso nelle nostre case.. quoto carlo una montagna.. un topolino.. e poi il finale nn ti lascia neanche una conclusione!!!!!! maahhh!

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    1. Grazie Alex per essere passato di qui e aver commentato. Sì, il finale è veramente troppo vago e indefinito... Tanti auguri di buon anno!!

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