Powered By Blogger

venerdì 9 settembre 2011

SERIE A: BILANCIO DEL MERCATO (SECONDA PARTE)

GENOA - Ne abbiamo parlato diffusamente pochi giorni fa. In sintesi: difesa rinforzata col portierone Frey (dalla notte al giorno rispetto ad Eduardo) e Bovo, centrocampo di sostanza e qualità, se Kucka e Constant confermeranno quanto di buono mostrato l'anno scorso e se Veloso si adatterà finalmente al gioco e ai ritmi del nostro football. E poi c'è sempre il tuttofare Marco Rossi, autentica bandiera.
 L'attacco è un'incognita: si aspettava Gilardino, è arrivato Caracciolo, che non è proprio la stessa cosa. Però l'Airone (o il roccioso e misterioso argentino Pratto, con cui si giocherà il posto) avrà al fianco Palacio, sottratto ai desideri interisti, uno che segna e fa segnare. E ci si aspettano tanti lampi offensivi dallo sloveno Valter Birsa. Possibili sorprese: Antonelli, che ha le qualità per non far rimpiangere Criscito, e il centrocampista tuttofare cileno Seymour. Malesani ha per le mani una squadra di buone potenzialità: mal che vada, non dovrebbe essere difficile ripetere il decimo posto del 2011, ben che vada può arrivare qualcosa di più.

INTER - L'acquisto in extremis di Forlan (con figuraccia internazionale annessa) non può bilanciare la perdita del fuoriclasse Eto'o. Fossimo stati in Moratti, soldi o non soldi russi, avremmo resistito allo stremo per trattenerlo. Così, la squadra appare indebolita: troppi veterani in debito d'ossigeno e perdita complessiva di qualità, con l'aggiunta di uno Zarate che è l'inaffidabilità fatta calciatore. Le certezze, per una volta, sono anche italiane: Ranocchia e Pazzini, sempre più autorevoli e decisivi. Ma naturalmente  si può fare affidamento a occhi chiusi anche su Julio Cesar, Lucio, Cambiasso, Thiago Motta, Stankovic e Sneijder, e magari Milito ritornerà a segnare come ai bei tempi, dopo una stagione da incubo.
Non sottovaluterei l'arrivo di Poli: chi a Genova, sponda blucerchiata, l'ha visto crescere, ne parla come di un centrocampista dalle enormi potenzialità. Ottusa, assurda e incomprensibile la sfiducia preventiva a Gasperini, che non è stato certo messo nelle condizioni, tecniche e ambientali, per giocarsi al meglio la prima, meritatissima chance alla guida di una grande.

JUVENTUS - Troppo pessimismo aleggia attorno alla squadra bianconera. Nel va e vieni di giocatori, qualche granitica certezza c'è: la difesa ha ritrovato un Buffon su misure più che decorose e si è arricchita di un Lichtsteiner che fin qui in Italia la sua parte l'ha sempre fatta egregiamente. L'intesa fra Bonucci e Chiellini dovrebbe migliorare e, nel contesto di una terza linea più affidabile, crescere la loro sicurezza. Bene la cerniera centrale Marchisio - Pirlo (quest'ultimo autentico colpaccio, ma attenti a non spremerlo troppo), con Pazienza e soprattutto Vidal alternative di gran pregio, sperando che non ci si dimentichi del giovane Marrone, centrocampista completo, abile sia in interdizione che in rilancio , mentre il gioco sulle fasce tanto caro a Conte si avvarrà di una pletora di interpreti sostanzialmente affidabili: da Krasic a Elia a Giaccherini.
Tante frecce all'arco dell'attacco: si parte con Matri (che non ha avvertito il peso del passaggio da una provinciale a un grande del football mondiale) e Vucinic, ma dietro ci sono Quagliarella, un Del Piero pronto a spendere gli ultimi spiccioli di una straordinaria carriera, e Iaquinta, sorvolando su Toni (quasi un ex) e Amauri (quanto spazio avrà e quanto rimarrà?). In definitiva, difficile parlare di scudetto, ma la Champions è un obiettivo che si può centrare. Molto dipenderà anche dal modulo: il 4-2-4 promesso da conte pare improponibile nella nostra Serie A.

LAZIO - Squadra rinforzata poderosamente in avanti, mentre dietro ci si affida a uomini che nell'ultimo anno si sono forse espressi al di sopra delle loro possibilità. Se riusciranno a ripetere quella stagione - monstre, e non ci giureremmo, potrebbe essere possibile ritentare l'assalto a quel preliminare di Champions mancato di un soffio a maggio.
Ad ogni modo, Marchetti ha una voglia matta di recuperare il terreno perduto in un maledettissimo anno di inattività, e davanti a lui ha uomini poco reclamizzati ma efficacissimi come Biava e Dias. Mauri, Ledesma e Brocchi rappresentano certezze granitiche per il centrocampo, così come l'eclettico Konko, mentre se Hernanes ripetesse la sontuosa stagione 2010/11 le possibilità offensive del team di Reja sarebbero pressoché sconfinate, dal momento che si può contare su Klose e Cissè, uomini che hanno tecnica, concretezza ed esperienza internazionale, seppur non siano più di primo pelo: il tedesco, in particolare, è una forza della natura. Occhio al difensore Crescenzi, gioiellino in sboccio.

LECCE - Rosati, Munari e Jeda: quanto peseranno queste tre partenze? La società giallorossa si è comunque mossa bene sul mercato: in difesa ottima la conferma di Tomovic a destra, mentre al centro Esposito torna a casa sperando ritrovare l'ispirazione e il rendimento che l'avevano proiettato sino alla Nazionale. La roccia Carrozzieri cerca di ricrearsi una verginità calcistica, poi ci sono i due colpacci: Julio Sergio per la porta dovrebbe dare qualche garanzia in più di Rosati, mentre Oddo è un punto interrogativo: bollito o ancora in grado di dire la sua, specie nelle aspre battaglie del fondo classifica?
Qualche inquietudine per la zona nevralgica: ci si aspetta un'ulteriore crescita da Mesbah e Bertolacci, Strasser l'anno scorso ha fatto intravedere cose interessanti nel Milan ma è tutto da verificare sulla lunga distanza e nel clima infuocato dei bassifondi, per il resto il piatto piange: la prospettiva di doversi ancora affidare a Giacomazzi e Olivera non è esaltante. In attacco, ottimo l'investimento su Pasquato, jolly offensivo dai piedi buonissimi, che assieme a Corvia e all'eterno Di Michele potrebbe accendere la prima linea e lanciare i salentini verso una salvezza che, tuttavia, appare problematica.

MILAN - Pur nell'ambito di un mercato di basso profilo, i rossoneri si sono comunque rinforzati quel tanto che basta per rimanere nettamente favoriti nella corsa allo scudetto (allargando oltretutto il divario nei confronti dei cugini cittadini) e per fare un cammino un po' più lungo in Europa. Difesa ancora imperniata sui colossi Abbiati, Silva e Nesta, ma Mexès è un tassello di gran lusso mentre è lecito chiedere ad Abate la conferma del boom del campionato scorso.
L'incognita maggiore è il centrocampo, aggrappato al califfo Boateng ma con i vari Van Bommel, Ambrosini e Gattuso appesantiti dagli anni: in quest'ottica, intelligente il ricorso a Nocerino e Aquilani, ossia quantità e qualità, anche se l'ex romanista e juventino è chiamato una buona volta a sfoderare la personalità che le sue doti tecniche pretendono. Nell'anno dell'Europeo, e di fronte all'occasione della vita, o ci riesce o rimarrà per sempre nel limbo dei "poteva essere e non è stato". Attacco mostruoso: Ibra, Pato, Robinho, Cassano, col rischio che la gemma El Sharaawy faccia la muffa in panchina, mentre uno così, che ha piedi e testa per arrivare veramente in alto, dovrebbe giocare con assoluta continuità.

NAPOLI - Ormai è entrato stabilmente nel novero delle "grandi", e la parola scudetto non è più blasfema. Campagna di rafforzamento poderosa: Britos innalza la qualità complessiva della difesa, Donadel rimpiazza Pazienza, Inler è un centrale solido, dalla grande visione di gioco e dal tiro mortifero, in più c'è Dzemaili. In attacco, la freccia Pandev per far rifiatare i tre grandi.
A proposito di Lavezzi, Hamsik e Cavani, la vera forza del Napoli risiede nel fatto che la squadra di Mazzarri non è solo il magico trio offensivo, come molti commentatori anche illustri hanno sostenuto e sostengono tuttora: il terzo posto sarebbe rimasto un miraggio, senza le parate di De Sanctis, un Cannavaro sempre più sicuro a comandare la difesa e il portentoso lavoro sulle fasce di Maggio e Dossena. Ma sono italiani, e il prodotto indigeno ultimamente è considerato di quarta fascia, anche di fronte all'evidenza. Tornando al Napoli, due sono le incognite: riuscirà Cavani a ripetersi sui portentosi livelli del 2010/11? E quanto peserà l'impegno Champions? Fossimo nei partenopei, tenteremmo il tutto per tutto per allungare il cammino europeo, anche a costo di sacrificare qualcosa in campionato: in questo momento storico, è fondamentale accrescere l'esperienza europea dei nostri club e portare punti all'asfittica classifica Uefa dell'Italia.


Nessun commento:

Posta un commento