Sul piano delle emozioni personali, quand'ero ragazzino la prima giornata di campionato aveva un sapore dolceamaro. Dolce, perché rappresentava l'inizio di un'avventura amatissima e tanto desiderata dopo quattro mesi di snervante attesa (escluso l'antipasto post ferragostano della Coppa Italia). Amaro, perché, ça va sans dire, segnava la fine della stagione estiva, e l'ozio più assoluto passava la mano all'inizio della scuola.
Oggi che son più grandicello, questi sentimenti sono un po' più sfumati, per tutta una serie di motivi: le fervente attesa non c'è più, sia perché il campionato comincia tardi e inizia presto e in mezzo c'è una pletora di sopravvalutate amichevoli e tornei estivi e un mercato interminabile, sia perché, beh, la consapevolezza del brutto che ruota attorno al calcio, soprattutto al calcio italiano, ha spento un po' la gioia fanciullesca dell'evento.
Rimane lo sguardo tecnico e critico, e anche da questo punto di vista le sensazioni non sono poi piacevolissime. Mi spiego meglio: dal mio punto di vista, queste prime giornate dovrebbero trascorrere il più in fretta in possibile. Perché non è "vero" campionato. Sì, certo, l'avvio della nostra Serie A è stato fragoroso: 35 gol, spettacolo di buon livello, grandi emozioni quasi ovunque, protagonisti vecchi e nuovi alla ribalta. Che si poteva chiedere di più, oltretutto al culmine di un'attesa prolungata dall'affaire sciopero?
VERDETTI INATTENDIBILI - D'accordo, ma non è tutto oro quel che luccica. Per un mese almeno, siamo destinati ad assistere a un torneo "in maschera". Le prime giornate di campionato non sono altro che uno strascico del calcio estivo, che è quasi sempre ingannevole e inattendibile per antonomasia. I motivi sono tanti: squadre ancora imballate dalla preparazione fisica, e altre che invece volano oltre le loro effettive potenzialità grazie a una preparazione finalizzata a una partenza lanciata; squadre rivoluzionate dal mercato e quindi ancora alla ricerca del giusto amalgama, o meno rinnovate ma comunque chiamate ad assorbire innesti di giocatori giunti nelle ultimissime giornate (se non addirittura ore) della campagna acquisti, con tutti i problemi di assetto e di inquadratura che ciò comporta; la grande massa di stranieri che ogni anno giunge da noi e che, nella maggior parte dei casi, ha bisogno di tempo per capire il nostro Paese e il nostro calcio, e per integrarsi nella nuova squadra anche solo da un punto di vista sociale. E ancora, squadre che si trascinano problemi ed equivoci nati nei giorni del mercato e del ritiro, e altre che invece vivono sullo slancio di una stagione, quella precedente, conclusa a spron battuto. Tanti fattori il cui influsso dovrà enormemente diminuire, fin quasi a scomparire, col passare del torneo, ma che in questa prima fase rendono i verdetti del torneo di fragilissima attendibilità.
LA STORIA INSEGNA... - E' la storia a dirlo, basta andare all'ultimo campionato: nella prima giornata il Genoa vinse sul difficile campo di Udine, e quella prodezza, seguita a una campagna acquisti faraonica, fece pensare a un Grifo lanciato verso vette proibite. Alla fine, fu un decimo posto piuttosto anonimo. La stessa Udinese, dopo quel ko ne inanellò altri tre consecutivi: zero punti dopo quattro gare, per poi chiudere il torneo in zona Champions. Zona Champions cui approdò trionfalmente pure il Napoli, che pure nel primo mese di campionato vinse una sola volta e incassò una pesante sconfitta casalinga dal Chievo. Il quale Chievo, a sua volta, in quelle prime battute vinse anche a Genova col Genoa, oltreché al San Paolo, e dopo quattro giornate si trovò a nove punti come anche il Brescia: ma gli scaligeri si dovettero accontentare della salvezza, che invece sfuggì alle Rondinelle. Partirono di slancio pure Bari e Sampdoria, la cui fine è nota.
Due anni fa, protagoniste di un avvio entusiasmante furono Juventus (quattro vittorie su quattro) e Genoa (tris di successi nelle prime tre gare), poi impantanatesi in zone di classifica piuttosto anonime. Viceversa, partì con due sconfitte la Roma, in seguito destinata a contendere fino all'ultimo lo scudetto all'Inter, e il Cagliari raccolse un punto in quattro match, salvo poi risollevarsi brillantemente.
Pochi esempi che bastano a dimostrare come cercare di analizzare sul piano tecnico le prime giornate di Serie A sia difficilissimo e, a ben guardare, inutile, e ciò è tanto più vero da quando il brodo del campionato è stato scioccamente allungato, col passaggio da 18 a 20 partecipanti. Poi, chiaro, non tutto è ingannevole, e qualche segnale destinato a lunga vita qua e là fa capolino: per dire, non ci vuole un grande sforzo di fantasia per capire che questo Napoli, se non accadono cose... turche, è destinato a fare molta strada, così come, ad occhio e croce, lunga e irta di ostacoli sarà per il Lecce la strada verso la salvezza. Per il resto, fidatevi, è meglio aspettare.
Un'altra considerazione: 35 gol, si diceva, e tutti contenti. Comprensibilissimo, però io continuo a rimpiangere le arcigne e attente difese del calcio italiano che fu. Domenica ho visto cose indegne della nostra tradizione, retroguardie altissime e costantemente prese d'infilata, o dalle maglie assurdamente larghe: ricordiamoci che tanti gol non sono sempre sinonimo di spettacolo e di qualità del gioco.
LO STADIO DELLA JUVE - Alla fine, l'unico, autentico motivo saliente di questa "prima" è arrivato dalla partita delle 12 e 30: e non solo per l'urlo della Juve, che attendiamo al campionato della riscossa, ma per il teatro in cui questo urlo è stato lanciato: il nuovo stadio bianconero, terreno di gioco a parte, merita solo applausi, e come impatto visivo mi ha riportato alla mente gli impianti avveniristici ammirati a Germania 2006. Siccome ho sempre sostenuto che proprio il calcio tedesco, più di quello spagnolo, debba rappresentare per l'Italia il modello a cui ispirarsi per uscire dalla crisi, ecco, in questo importantissimo segnale lanciato dal club torinese mi piace leggere il primo passo verso una riscossa del nostro movimento.
CARLO CALABRO'
ciao Carlo, sono Gianni Gardon del GS. Ho iniziato a leggere i tuoi post, molto competenti e precisi. Si vede già dai commenti che lasci al Guerin che la tua visione del calcio è a 360 gradi e ritengo sia giusto così. Poi più o meno tutti hanno la propria fede calcistica ma non bisogna farla necessariamente prevaricare su un'analisi quanto più attendibile della realtà. In forma privata mi sento di dirti che mi piacerebbe che emergesse con forza una squadra "provinciale" pronta a insidiarsi tra le big. Da noi in fondo siamo all'inizio di un'involuzione economica che porterà i club a impoverirsi. Non dico che capiterà a Milan o Inter ma l'idea è che l'egemonia stia scemando, mentre società lungimiranti come Napoli o Lazio stiano pronte alla finestra. Poi mi ha sorpreso anche la Juve, il contesto era eccezionale e ha inciso parecchio ma ricordo che anche Delneri non era partito malissimo. Alle prossime.
RispondiEliminaps.. il mio account è un omaggio all'ex calciatore di Parma, Fiorentina e Hellas, al quale dicevano che... assomigliavo!
Ciao Gianni, e grazie per aver lasciato il primo commento su questo blog finora poverello, ma che spero possa crescere anche a livello di visibilità. Grazie anche per le considerazioni sul mio modo di scrivere, anch'io ho la mia squadra del cuore (alla quale ho dedicato un articolo sul blog) ma cerco di parlarne nella maniera più equilibrata possibile. Penso in effetti che una delle manifestazioni più evidenti della decadenza giornalistica nostrana sia il proliferare dei giornalisti - ultras, di cui si possono trovare esempi a go-go sulle televisioni private e non solo su quelle.
RispondiEliminaSinceramente penso che, finché non cambierà l'iniqua distribuzione dei diritti tv, l'egemonia delle tre grandi non potrà scemare, purtroppo. Anch'io vorrei qualche provinciale alla ribalta come ai bei tempi (Napoli e Lazio non possono considerarsi tali, anche se una loro affermazione rappresenterebbe comunque un gradevole diversivo, soprattutto in riferimento ai campani), ma non ci sono i presupposti: quando una squadra media si avvicina all'inattaccabile trono, vedi Genoa di due anni fa o Udinese e Palermo di questi ultimi campionati, si rende conto che il gioco, economicamente, non vale la candela ed è costretta a vendere per mantenersi su livelli decorosi. E' un circolo vizioso che, senza interventi esterni radicali, ci farà avvitare sempre più in un quadro monotono e ripetitivo, sul piano dei verdetti finali, al di là degli exploit isolati come quello del Palermo con l'Inter.
Ricordo bene Vanoli! Laterale sinistro di discreto rendimento che visse il suo momento di gloria fra la fine dei Novanta e i primi Duemila. Segnò gol pesanti nella finale Uefa del '99 e in una di Coppa Italia (credo nello stesso anno), Zoff lo chiamò in Nazionale e lui esordì con un gol strepitoso (bomba da fuori area) in un'amichevole col Belgio. Poi però non lo portò all'Europeo, e la sua stella cominciò a declinare rapidamente.
Ciao Carlo, sono marksale del "Calcio e newssss" su splinder. Finalmente sono riuscito a commentare, creandomi un account su google e blogger. Ottimo il tuo blog, anche il post è molto preciso e articolato. Dunque, credo che le prime di A non siano attendibilissime: per esempio, un anno fa, dopo 3 giornate, il Brescia era in testa a punteggio pieno,e poi invece sarebbe retrocesso, la Juve si risollevava alla grande dopo un inizio così così,e avrebbe finito settima, il Milan, ancora con Ronaldinho e il 4-3-3, sbandava un po', nonostante alla fine avrebbe vinto lo scudetto. Credo che per le prime previsioni, si debba aspettare almeno fino a Natale: abbiamo visto anche l'anno scorso che la Juve sembrava prima della sosta poter lottare per lo scudetto, ma poi invece è sprofondata sempre più.
RispondiEliminaCiao Mark, benvenuto e grazie del commento! Più o meno siamo d'accordo, anche se credo che già fra fine e ottobre e inizio novembre il quadro possa essere assai più chiaro. E' soprattutto il primo mese di campionato che va guardato con sospetto, in quanto figlio del calcio estivo, inattendibile in larga percentuale.
RispondiEliminaEsattamente. Gli esempi che si possono fare sono moltepici... In bocca al lupo per il blog e, ancora, tanti complimenti :-)
RispondiElimina