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giovedì 14 giugno 2012

EURO 2012: FINALMENTE, MARIO GOMEZ



Non sappiamo ancora se la Germania in versione 2012 sarà come quasi tutte quelle che l'hanno preceduta. Ossia se riuscirà ancora una volta ad arrivare fra le prime quattro di un grande torneo internazionale, confermando quella continuità tecnica e storica agli alti livelli che credo desti l'invidia anche di scuole calcistiche reputatissime, come quella brasiliana che, pure, quanto a titoli mondiali conquistati guarda tutti dal'alto in basso, ma che di battute a vuoto ne ha incontrate più dei teutonici, nel suo percorso. Di certo, c'è un tedesco che il suo Europeo lo ha già vinto, dopo appena due partite. 
DELUSIONE EURO 2008 - Mario Gomez ha sconfitto gli scettici e si è conquistato, perentoriamente, un posto di rilievo nel libro d'oro della "Nationalmannschaft". Tre gol, tutti decisivi, a timbrare una qualificazione che è al momento solo virtuale ma che solo sconquassi impensabili potrebbero far sfuggire alla squadra di Low. Parliamoci chiaro: non erano in molti a credere in un suo ruolo di trascinatore e match winner per questo Euro 2012. Che fosse un buonissimo attaccante, uno che la mette dentro spesso e volentieri, lo si sapeva, e del resto le statistiche non mentono mai. Ma finora, con la maglia della Nazionale tedesca, era stato solo e soltanto un bomber "da biennio": prolifico assai, cioè, nelle stagioni che intercorrono fra un Mondiale e un Europeo, un Europeo e un Mondiale, ma impietosamente, costantemente a secco nel momento in cui doveva confrontarsi con le fasi finali di queste manifestazioni. Quattro anni fa, a Euro 2008, partì titolare, ma non battè chiodo: dopo tre sostituzioni nelle prime tre gare, venne messo da parte, e a lanciare la Germania verso la finale ci pensarono Klose e Podolski, invece sempre puntualissimi e implacabili in Nazionale, anche più che nei club di appartenenza; Mario fece la sua ricomparsa solo nei minuti conclusivi della finalissima, gettato nella mischia da Low nel vano tentativo di recuperare lo svantaggio dalla Spagna. 
DAL SUDAFRICA ALL'UCRAINA - Fu poi la volta del Mondiale del 2010, ma anche in Sudafrica Gomez trapanò l'acqua: Klose e Podolski sempre in gran spolvero, ma in più sorse prepotente l'astro del giovanissimo Thomas Muller, che diventò addirittura capocannoniere del torneo. Il tedesco di origini spagnole dovette accontentarsi di quattro insignificanti spezzoni di partita, da subentrato. Insomma, nuovamente il... braccino da grande torneo. 
Anche nell'edizione degli Europei in corso le cose non si stavano mettendo per il meglio: nel secondo tempo della gara col Portogallo, col risultato inchiodato sullo 0 a 0, pareva essere lui il più... autorevole candidato alla sostituzione. L'ennesima occasione della vita, forse l'ultima, gli stava sfuggendo via, come una saponetta bagnata. Le carriere e i successi degli sportivi, e in particolare dei calciatori, vivono però anche di strani momenti magici, di ruote che prendono a girare nel verso giusto quando meno te l'aspetti, di incantesimi, di luci che si accendono all'improvviso: ecco dunque Gomez svettare nell'area lusitana per siglare il gol dell'importantissima vittoria tedesca.
BOMBER COMPLETO - Il ghiaccio è rotto e la magia continua. Liberato da imbarazzi tattici e ritrosie agonistiche che ne avevano rallentato la corsa nelle fasi finali continentali e iridate, Gomez si prende a forza il palcoscenico nella sfida sinora più difficile, il derby con gli olandesi: ecco dunque una rete da bomber autentico, difesa presa d'infilata, girata fulminea in corsa e palla nell'angolino, e poi il capolavoro, una sventola in diagonale da posizione angolata a freddare Stekelenburg. Tre gol di una pesantezza assoluta, nel girone di ferro; tre gol per un repertorio da fromboliere quasi completo: di testa, da centravanti - boa vecchia maniera; in velocità, giocando sui riflessi e sulle disattenzioni dei difensori; di classe e di potenza pura. Comunque andrà a proseguire questa avventura, il riscatto di Gomez, da pulcino bagnato a leone, è già completo. 

2 commenti:

  1. La Germania ha schiantato l'Olanda, al di là del punteggio di misura. Gomez, una volta macchinoso, è ormai l'emblema di una certa tipologia di centravanti, impeccabile cecchino e punto di riferimento assoluto all'interno dell'area. Vedo benissimo la Germania!

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  2. Nutro profonda invidia e rispetto per questa Germania, che è riuscita a fare ciò che in Italia aspettiamo da anni: prendere atto del fallimento di un sistema calcistico e ricominciare daccapo, puntando sui giovani. Alla lunga è un lavoro che dà frutti copiosi.

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